Donald Trump è presidente da pochi giorni e ha già combinato una serie di pasticci che riguardano la salute, dove c'è poco da scherzare.

La copertura assicurativa sanitaria

Tom Price, il segretario scelto da Trump per le politiche sulla salute (il corrispettivo del nostro Ministro della Sanità, per capirci), è sempre stato contrario all'Affordable Care Act (ACT), per gli amici Obamacare, ovvero il rivoluzionario sistema sanitario introdotto da Barack Obama per consentire anche alle fasce più povere e bisognose di accedere alle cure mediche, e ai malati di patologie gravi (come il cancro) di poter ricevere una copertura assicurativa anche dopo la diagnosi. Il risultato? A breve 20 milioni di americani si troveranno senza copertura sanitaria e impossibilitati a richiederne una.

Pap test e esami ginecologici a pagamento

In particolare questa manovra penalizza milioni di donne che tra qualche anno dovranno fare a pagamento alcuni esami resi completamente gratuiti dall'Obamacare, come mammografia, Pap test e analisi per le malattie sessualmente trasmesse.

Il partito Repubblicano non supporta i programmi PP (Planned Parenthood) che promuovono l'educazione sessuale e il diritto all'aborto: il governo Trump ha tagliato i fondi che davano accesso a oltre 2 milioni e mezzo di donne a esami ginecologici e diagnostici gratuiti. Anche la pillola anticoncezionale Rx, che veniva passata dalla mutua, tornerà ad essere a pagamento. Quindi non solo peserà sulle tasche di tutte le donne che vorranno evitare una gravidanza, ma costerà allo stato circa un miliardo e mezzo di dollari per gestire i risultati delle maternità indesiderate.

Le limitazioni all'aborto

Per rincarare la dose abortire diventerà ancora più difficile. Una proposta di legge per vietare l'aborto in molti Stati, respinta da Obama con un veto, ora sta andando avanti grazie alle spintarelle repubblicane. Se il Congresso la approverà, negli Stati Uniti potrebbe essere vietato abortire dopo la 20esima settimana dal concepimento, ovvero alla 22esima settimana di gestazione. In Italia e in quasi tutti i paesi europei è già così: entro questo termine la futura mamma ha già svolto tutti gli esami necessari per sapere se il nascituro è sano, o se c'è il rischio (in alcuni casi la certezza) di malformazioni, trisomie o patologie congenite.

Negli USA la legislazione è più complicata, perché alcune leggi non vengono imposte a livello federale ma sono decise dai singoli stati: in molti attualmente l'accesso alla diagnosi prenatale è gratuito ed possibile abortire anche a uno stadio avanzato della gravidanza. La nuova proposta di legge quindi, oltre a limitare il diritto all'aborto, farebbe diventare a pagamento esami molto costosi, che milioni di future mamme non si possono permettere.

Un enorme passo indietro rispetto ai traguardi raggiunti con fatica negli ultimi 8 anni, che potrebbe spazzare via i diritti di milioni di persone e di donne, in particolare.

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Gaia Giordani
WEB EDITOR
Copywriter e blogger della prima ora, divoro serie TV e nel tempo libero sforno muffin al cioccolato. Ho scritto da poco il mio primo romanzo. Cintura nera di karate. Ho un'insana passione per gli squali, una volta ne ho accarezzato uno. 99% digital, 1% human.