Per difendere la nostra pelle dalle radiazioni Uv, è indispensabile far uso di creme solari, ma purtroppo la loro composizione chimica non è sempre eco-friendly. In commercio esistono numerosi prodotti, che differiscono per texture, solidità e soprattutto per meccanismo di azione. In particolare, esistono due tipi di filtri solari: i filtri chimici e quelli fisici. I primi assorbono in modo selettivo le radiazioni Uva e Uvb, agendo su lunghezze d’onda diverse, e successivamente rilasciano l’energia sotto forma di calore e/o fluorescenza.

I filtri fisici, invece, formano un vero e proprio schermo protettivo poiché le piccole particelle minerali che li compongono impediscono l’arrivo dei raggi alla cute. A differenza dei filtri solari chimici, non trattengono il calore né penetrano nella pelle; tra i più comuni vi sono l’ossido di zinco e il biossido di titanio.

30x30pinterest
ABC

Numerosi studi hanno evidenziato come i filtri chimici siano dannosi per l’ambiente marino, poiché possono generare alterazioni genetiche e modificare comportamenti neurologici e riproduttivi di diverse specie. Tali composti sono generalmente idrofobici e si accumulano nelle membrane cellulari e nel tessuto adiposo degli organismi marini: varie ricerche hanno messo in luce che la presenza di queste molecole è consistente in mitili, granchi, calamari, cormorani e delfini in diverse parti del mondo. Una tra le sostanze più pericolose è l'oxybenzone, un composto utilizzato in tantissime creme solari per garantirne la fotostabilità, ovvero per evitare che si degradino se esposte alla luce. Questa molecola causa lo sbiancamento dei coralli, detto bleaching e la conseguente morte del corallo, ma anche malformazioni, ritardo nello sviluppo embrionale e un aumento esponenziale della carica virale nelle acque.

Come consumatori scegliamo sempre di acquistare creme solari rispettose del mare: leggiamo bene l’etichetta, evitando i filtri più dannosi come oxybenzone, octocrylene ed ecamsule. Ognuno di noi può fare la differenza per il nostro Pianeta e diventare parte della soluzione! Proprio per questo motivo, Worldrise è in prima linea per la tutela degli oceani e ha indetto la campagna 30x30 Italia, il cui obiettivo è quello di proteggere almeno il 30% dei mari italiani entro il 2030, inoltre l’associazione promuove iniziative di sensibilizzazione e progetti di sviluppo sostenibile, in modo che le bellezze e le risorse del mare siano fruibili anche per le generazioni future.