I giornalisti e i conduttori più amati continuano a lasciare la Rai, si parla di censura e il caso del monologo di Antonio Scurati ha fatto scandalo, ma la tensione nella televisione pubblica sembra destinata ad aumentare. Sempre a Che sarà, il programma di Rai 3 condotto da Serena Bortone, che per prima ha denunciato la vicenda del monologo sul 25 aprile cancellato, si è parlato di aborto e le dichiarazioni della vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia hanno reso chiaro ancora una volta il clima politico che stiamo vivendo. «Qua si ha paura di dire – persino la politica ce l’ha – che l’aborto è un omicidio», ha dichiarato.

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Incoronata Boccia è nata in provincia di Oristano e ha 42 anni. Ha lavorato a La vita in Diretta, poi al Tg Regionale della Sardegna e quindi a Uno Mattina Weekly. Nel 2023 è stata nominata vicedirettrice del Tg1. «Lungi da me giudicare le persone e le storie», ha dichiarato parlando di interruzione di gravidanza e annunciando «parole forti». «Si giudica il principio», ha detto, «si scambia un delitto per un diritto». Vale la pena ricordare che in Italia, con la legge 194 del 1978, l'aborto entro il novantesimo giorno di gravidanza ha smesso di essere criminalizzato salvando la vita a molte donne che hanno potuto, da quel momento fino ad ora, accedere a pratiche di interruzione di gravidanza sicure negli ospedali senza dover più ricorrere a metodi clandestini e pericolosi.

Le parole di Boccia hanno quindi suscitato reazioni perplesse e sorrisi nervosi, ma lei ha rincarato la dose: «C’è poco da sorridere. Non l’ho detto io. Quando è stato conferito il Premio Nobel per la Pace a Madre Teresa di Calcutta hanno tremato i potenti della Terra perché quando le fu fatta la domanda su quale fosse il più grande peccato, il più grande dramma dell’umanità, con coraggio quella piccola donna disse “L’aborto”, non la guerra». In molti si sono affrettati a denunciare le parole della vicedirettrice del Tg1 che si aggiungono all'attuale dibattito sull'aborto dopo che il governo ha tentato di inserire un emendamento che avrebbe agevolato la presenza delle associazioni antiabortiste nei consultori. «Le misure sull'aborto sono estranee al Pnrr», ha ribattuto l'Unione Europea, ma in Italia si continua a parlarne, tra panel di soli uomini e attacchi diretti come quello di Boccia a una libertà che non possiamo più dare per scontata.