L’abitacolo è uno spazio esistenziale, emotivo, poetico. Quante volte lì dentro, mentre ci sembrava di perdere ore in fila a un semaforo, o accostando al bordo di una strada, o spingendo al centro di un rettilineo o salendo su per un tornante, ci siamo scoperti qualcosa: annoiati, trafitti, felici, impauriti. Quante volte lì dentro abbiamo baciato, fatto l’amore, litigato, traslocato. Verso l’ennesima casa, la nuova vecchia vita. E quella notte, la ricordi? Che mi riaccompagnasti a casa, e non riuscivo a dirti di salire, e allora siamo rimasti lì a parlare, ad ascoltare canzoni e dirci niente, e il tempo non esisteva più, finché non finì perché ci schiarì intorno tutto, e l’arancione in fondo alla via smise di lampeggiare: era l’alba e non avevamo sonno. Oggi è mattina quando ci troviamo con Eleonora (Riso, 27 anni, che con la vincita di MasterChef Italia sogna di comprarsi un casale nella sua Toscana, dove per accendere la stufa e riscaldarsi ti devi tagliare la legna, e tutto è un lavoro), e proprio verso la campagna scegliamo di andare. Siamo a bordo della Volvo EX30, l’ultimo crossover full electric, il SUV più compatto e sostenibile di sempre del brand svedese, un silenzio mai sentito, tut-to sospeso, facile e senza pensieri, all’essenziale. Inizia il nostro viaggio, lo chiamiamo Drive me home, Portami a casa, perché è lì, sempre lì che andiamo, quando ci addentriamo in noi. «C’è la telecamera a 360 gradi?».«Ma dove sono le marce?». «Qui dice420 km di autonomia, 80% di batteria, è tanto? Tantissimo». Partiamo.

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Lorenzo Montanari

Colonna sonora? «Gypsy Wo-man. The Weeknd. Ariana Grande. Musica leggera, anzi leggerissima».

Casa cos’è? «Dove tornare e star bene anche in solitudine, nuda, e ballare al volume che voglio».

Da cameriera a chef: «Svolta è riduttivo, son dentro una curva a U».

Il successo. «Frega, un po’. Non posso più litigare. Sempre felice, rilassata, carina».

Viaggiare. «In macchina mi piace tantissimo. Ti fermi quando vuoi, la chiacchiera, la dormitina. Puoi non fare niente, lasciarti andare mentre l’altro ti trasporta».

Ricordi. «I miei quando ero piccola mi caricavano sempre in auto per farmi addormentare».

Distrazioni. «Una volta non mi ritrovavo le chiavi, ho dovuto rompere il finestrino con un estintore».

Cucinare. «Un momento intimo, non sexy, in cui tocco con mano le materie prime, e mi scordo di tutte le ansie. Amore per sé, prima che per gli altri».

Sofferenze: «Ho attraversato i disturbi alimentari, li ho superati anche trovando il gusto di iniziare a farmi da sola il sugo per la pasta, al ritorno da scuola, perché i miei erano al lavoro. Prepararti ciò che mangerai gli darà un sapore diverso, ti riempirà anche di più lo stomaco. Perché non è qualcosa che tiri fuori dal frigo e ti mangi, che qualcun altro ha fatto, magari in una fabbrica. Sì, è proprio un processo di nutrizione che parte già dallo sbucciare le patate».

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Lorenzo Montanari

Amore: «Faccio schifo. Io amo intensamente ma non si capisce, non si capisce mai perché sono un pezzo di legno, mi vergogno, sono timida e pigra, le mie dimostrazioni sono sempre molto sottili, non sempre vengono colte».

Relazioni: «Record due anni e mezzo, finita malissimo, non sempre però va così, e quando ci si saluta bene forse mi piace più lasciarmi e continuare essere amica in quel rapporto di quasi fratellanza che stare insieme».

Solitudine: «Si sta bene soli. Già devo combattere con me stessa, figurarsi la voglia che ho di farlo con un’altra persona».

Corpo: «A volte la mattina allo specchio è difficile. Ma il mio rapporto con me stessa sta migliorando. Nonostante io stia invecchiando, mi piaccio molto di più di quando forse ero oggettivamente più carina».

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Lorenzo Montanari

Infanzia: «A Livorno, al tavolo dalla nonna e dal nonno, mangio la pasta molto piano, tutti intorno preoccupati perché sono minuscola. Avevano paura non crescessi».

Passioni: «Sin da piccola, ho sempre voluto averne una, ma mi innamoravo di tutto, quindi la mia l’ho trovata per esclusione. Capendo a mano a mano cosa non mi piaceva, ho scoperto cosa invece sì: stare nella natura, tutto quel che è produzione esterna da sé, dunque disegnare, costruire, creare, buttare fuori, gli esperimenti in cucina, che ho raccolto in un libro (Laboratorio di sapori. 80 ricette ganzissime, Baldini & Castoldi, ndr).

Tempo: «A 30 anni mi sento di aver fatto un bel lavoro di acquisizione di coscienza - ognuno ha le sue, da risolvere -, ma in fondo sono ancora una teenager. Una che mette sveglie sul telefono a tutte le ore per darsi una cadenza.Sennò mi dimentico. Io so che in inverno mi rimbocco le maniche e d’estate mi rilasso, ma non chiedermi che giorno sia oggi».