«I giornalisti e le giornaliste della Rai, per la prima volta dopo molti anni, si asterranno totalmente dal lavoro», inizia così il videocomunicato che annuncia lo sciopero dei giornalisti della televisione pubblica italiana indetto per il 6 maggio da Usigrai, il principale sindacato della Rai. Il polo televisivo ultimamente non se la passa bene, tra aspre critiche e il continuo addio a volti noti e amati che emigrano al Nove. Le motivazioni dello sciopero sono svariate, dalla scelta dei vertici di «accorpare testate senza discuterne col sindacato», fino alla mancata sostituzione di giornalisti e giornaliste in pensione o in maternità «facendo ricadere i carichi di lavoro su chi resta, senza una selezione pubblica e senza stabilizzare i precari». I giornalisti lamentano anche i tagli alla retribuzione, ma soprattutto, nel video animato, si parla delle pressioni che limitano la libertà di stampa: «Preferiamo perdere uno o più giorni di paga, che perdere la nostra libertà».

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Il videocomunicato fa chiaramente riferimento alle ultime vicende legate al 25 aprile e al monologo di Antonio Scurati che non è stato mandato in onda. Lo scorso 20 aprile la conduttrice di Chesarà... su Rai3 Serena Bortone ha denunciato sui social la scelta dei vertici Rai di non mandare in onda il monologo dello scrittore sulla giornata del 25 aprile in cui si celebra la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo. «Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili», ha dichiarato Bortone. I vertici Rai hanno negato la censura parlando di problemi contrattuali e «cifre più elevate di quelle previste». «In questi giorni è diventato di dominio pubblico il tentativo della Rai di censurare un monologo sul 25 Aprile, salvo poi, in evidente difficoltà, cercare di trasformarla in una questione economica», riferisce ora il videomessaggio dei giornalisti che si dichiarano «convinti che la libertà e l’autonomia del servizio pubblico siano un valore di tutti».

L'amministrazione Rai, da parte sua, sostiene che che «la decisione del sindacato Usigrai di scioperare si inquadri in motivazioni ideologiche e politiche» e il sindacato di destra Unirai, ha chiesto ai propri iscritti di lavorare di più, anche se fosse il loro giorno di riposo, per coprire i turni di chi sciopererà e limitare la protesta.