Ti sei mai sentita in soggezione quando per il lavoro i colleghi o gli amici ti hanno detto qualcosa come «Sei troppo emotiva», «Reagisci eccessivamente», «Dovresti farti scivolare le cose di più»?

Ecco, purtroppo succede! E spesso rischi, dopo queste riflessioni, di sentirti anche in colpa. Le cose, però, non dovrebbero andare così, perché, punto primo, esiste l'intelligenza emotiva che differisce da persona a persona ed è alla base del tuo approccio alle cose, punto secondo (e forse più importante), se qualcuno ti ha fatto sentire così, significa che quel posto di lavoro (e quel capo) non fanno per te. Ognuno deve trovare la dimensione che gli appartiene. Sei ancora davvero convinta di essere tu nel torto o di essere "troppo" qualcosa?

La tua reazione istintiva dice cose che realizzi razionalmente solo in un secondo tempo e dopo aver incassato una serie di colpi che all'inizio non avevi ben interpretato. Ignorare il tuo stato d'animo non sarebbe una buona scelta, ma prima di prendere una decisione, ti conviene capire se il tuo responsabile può entrare a pieno diritto nella classifica delle persone peggiori con cui puoi avere a che fare. La domanda da un milione di dollari è: ma è davvero uno stronzo?

Prova a verificarlo così:

1. È un passivo-aggressivo

Solitamente queste persone funzionano così: non attaccano mai, fanno solo battutine al veleno alla prima occasione giusta. Ti sorridono anche, hanno un atteggiamento mellifluo e poi dicono la cosa peggiore che una persona possa dire: «Sì, potrebbe andare questo lavoro, magari la prossima volta lo faccio io che non perdiamo tempo. Ghiii».

Se ci pensi, poteva darti un feedback costruttivo e invece ha deciso che per lui era più soddisfacente smontare tutto dolcemente. L'ha fatto in modo sottile perché a lui esporsi non piace mai: scaglia la pietra e ritira la mano. Insomma, il tipico atteggiamento del passivo-aggressivo che crea disagio senza quasi che tu te ne accorga.

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2. È aggressivo (senza passivo)

Alza i toni, ti rimprovera in mezzo all'open space in stile scenata in piazza, fa le battute sarcastiche e coglie ogni occasione per mortificarti. Ok, non c'è scritto da nessuna parte che un capo debba sempre darti la pacca sulla spalla, farti complimenti, essere incoraggiante, ma neanche l'esatto opposto è il migliore dei comportamenti possibili. E poi ci sono atteggiamenti, come la maleducazione, che non hanno molte giustificazioni.

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3. Punta sempre sull'attacco personale

Non dà mai un'opinione secca e obiettiva sul tuo lavoro con un intento costruttivo. Trasforma i tuoi errori (cose che capitano), in strumenti per un attacco personale. Un esempio banale? «Ti sei dimenticata questo dettaglio, perché sei una persona superficiale», «Forse oggi non sei concentrata perché ieri sera hai fatto tardi» (sei sicura che abbia visto la tua foto con le amiche su Facebook). Ok, davvero questa cosa ti aiuta a migliorare nel lavoro? Probabilmente no, anzi è la causa che ti fa perdere la voglia di fare le cose al meglio e con tutto l'impegno possibile.

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4. Non è corretto

Scarica sempre la responsabilità di una cosa andata storta sugli altri, anche se magari sa benissimo (e gli altri sanno benissimo) che l'errore è stato commesso da lui. Scusa, ma se sei il capo perché mai dovresti scaricare la colpa sulla tua squadra? Forse non stai facendo lavorare bene il tuo team? Con l'età adulta dovrebbe essere terminata la fase in cui la colpa è sempre fuori di te. Eppure...

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La soluzione?

Bene, se in questa descrizione hai riconosciuto il tuo capo, allora devi mettere in campo delle strategie per sopravvivere alle giornate in ufficio anche perché non sempre la possibilità di cambiare lavoro è dietro l'angolo e tu non puoi permetterti di rimanere disoccupata.

Strategia 1

Se sei una persona particolarmente emotiva a cui viene il magone solo all'idea di reagire, opta per il silenzio. Vai in automatico ogni volta che ti dice qualcosa e , se puoi, quando ti gira intorno, cambia zona: vai a fare una passeggiata, vatti a prendere un caffè, prendi una boccata d'aria. Insomma, prova a stare alla larga e non passare sotto il suo radar. È utile, a volte, essere invisibili: ti dà poteri straordinari.

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Strategia 2

Se sei emotiva, ma sai anche reagire con forza quando capisci di aver subito un torto, affrontalo in maniera diretta e trasparente. Basta anche un semplice "Senti, secondo me questo non è l'atteggiamento migliore per risolvere il problema e fare il lavoro al meglio. Non ci incoraggia". Magari non è stronzo come pensavi, accusa il colpo e capisce che ha sbagliato. Anche i capi possono avere il momento no: l'importante è che rinsaviscano subito dopo. Se, invece, la tattica della trasparenza non ha funzionato, almeno ti sei tolta il sassolino dalla scarpa.

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Strategia 3 (quella che comunque dovresti considerare)

Comincia ad allungare il collo come una giraffa per trovare un nuovo posto di lavoro. Facciamo così, guardiamo l'aspetto positivo. Il fatto che lui sia uno stronzo è l'occasione perfetta per capire che il mondo lì fuori è immenso e c'è un posto miglior per te. Se guardi al tuo capo con questa prospettiva, magari riesci anche a sfoderare un piccolo sorriso e a mantenere la calma.

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Cose da imparare: