Hai aperto il tuo profilo su LinkedIn tempo fa, ma non ci vai mai, perché non sai bene come funziona e tanto i curricula online non li legge nessuno? Ti sbagli di grosso. Non solo il social professionale è molto più di un collettore di cv, ma oggi tutte le grandi aziende che operano nel nostro Paese lo usano per cercare i propri candidati. A dirlo, dati alla mano, è Marcello Albergoni, country manager per l'Italia di LinkedIn. «Ai recruiter conviene due volte», spiega. «Possono contare su una realtà che in pochi anni è cresciuta moltissimo, passando dai 2 milioni di iscritti nel 2012 ai 9 milioni attuali (433 milioni nel mondo a oggi, ndr). E poi risparmiano tempo e denaro, perché hanno a disposizione un sistema che permette loro di trovare le persone giuste con una ricerca personalizzata». 

Il 73% dei recruiter italiani cerca nuove risorse su LinkedIn

Non a caso, l'Italia è terza in Europa per numero di utenti, dopo Uk e Francia. Un enorme database per le aziende, che lo usano anche come mega vetrina dove presentarsi per attrarre le risorse migliori soprattutto tra i millennials. «L'ultimo Economic Graph, lo studio globale che fotografa i flussi su LinkedIn presentato a giugno 2016, per la prima volta ha analizzato anche Milano: in un anno nel capoluogo lombardo ben 50 mila persone hanno trovato lavoro sul social», sottolinea Albergoni. Insomma, tutti lo usano, ma tanti sottovalutano le sue potenzialità. 

Magari anche tu avresti le carte in regola per trovare il lavoro dei sogni, o farti prendere dal brand dei tuoi desideri, ma se trascuri le potenzialità della più grande rete professionale del mondo rischi di perdere l'occasione. Un'occasione che, val la pena di ricordare, è gratuita: il 90% delle funzioni di LinkedIn sono accessibili a tutti. «Molti aprono il profilo per cercare un impiego, ma è un errore. È quando ce l'hai già che ti serve di più, aiutandoti a trovarne una migliore», avverte Albergoni. «Avere un bel lavoro ti rende appetibile agli occhi dei recruiter. Non a caso, la maggior parte degli utenti ha un'occupazione. Noi li chiamiamo "candidati passivi": di fronte a una buona offerta sono pronti a cambiare». Il che accade di continuo, visto che oggi il posto per sempre è un ricordo del passato e le offerte di lavoro sono sempre più ambite. 

Bastano meno di 10 minuti al giorno 

«Occorrono appena 10 minuti per dare un'occhiata alle aziende che segui, gestire le richieste di connessioni, farti ispirare dagli influencer certificati da LinkedIn (gente al top come Barack Obama, Lena Dunham, Richard Branson o Gwen Stefani, ndr) e aggiungere alle proprie skill l'ultimo master», dice l'esperto. «Aggiornare in modo costante il profilo e controllare i nuovi contatti è essenziale: LinkedIn va vissuto come un sistema con cui gestire quotidianamente la tua vita lavorativa». 


Punta su una foto di qualità

È la prima cosa che si guarda: l'immagine di profilo è strategica. «Se è una bella foto, aumenta di 14 volte le chance di essere considerata da un selezionatore», spiega Albergoni. Proprio così: devi metterci la faccia, se vuoi che un eventuale nuovo contatto possa fidarsi di te. E per essere presa sul serio, ti serve un'immagine professionale.
 Dunque, no al selfie al mare, sì a uno scatto con un fondo neutro dove appari composta e sorridente, con il look che sceglieresti per presentarti a un colloquio per un'opportunità di lavoro.

Se includi la formazione nel tuo profilo moltiplichi per 6 le richieste di connessioni

Fai una presentazione sintetica

In gergo si chiama elevator pitch, una presentazione che dura il tempo di salire in ascensore, breve ed efficace per venderti nel migliore dei modi. Se hai partecipato a uno speed date sai che non è facile, ma nemmeno impossibile. Vuoi attirare l'attenzione su di te? «Fai emergere la personalità aggiungendo l'ultimo corso fatto, l'attività di volontariato cui ti dedichi, o anche lo sport che pratichi con passione», consiglia l'esperto. «Essere autentici e condividere dettagli personali serve a identificarsi: così le aziende in cerca di un candidato come te riescono a trovarti a colpo sicuro, proprio come è successo a me. LinkedIn mi ha contattato sul mio profilo: cercavano qualcuno per l'Italia e leggendo le mie skill hanno capito che ero la persona per loro».

Scegli le parole giuste

Se l'imperativo è essere stringati e chiari, la scelta dei termini è davvero strategica. Usa la prima persona e lascia perdere le frasi fin toppo inflazionate: dire che hai "spiccate doti di leadership" e "propensione al team building" non ti distinguerà da tutti gli altri. «Secondo una nostra ricerca su quali parole irritano di più i recruiter italiani, ai primi posti ci sono "responsabile" e "esperto", qualità che vanno date per scontate», dice Albergoni. «È inutile sprecare gli aggettivi e usare titoli che non vogliono dire nulla: se vuoi essere vincente devi puntare sui fatti e descrivere i traguardi che hai tagliato». Meglio ancora se quantificabili. Un esempio? "Sono una manager che ha raggiunto tutti gli obiettivi assegnati nel 2016 e ha fatto risparmiare all'azienda 4.000 euro in un anno" funziona molto meglio di "Sono una manager professionale e performante". E questo vale anche per le singole job description, subito sotto la presentazione. Resisti alla tentazione di dilungarti componendo un poema, altrimenti qualsiasi recruiter lascerebbe la tua pagina prima della decima riga. Gli utenti più virtuosi, quelli dal profilo vincente, si limitano 
a un testo introduttivo 
di circa 40 parole.

Segnalando più di una posizione, aumenti di 29 volte le visite al tuo profilo

Usa le keyword 

Meritano la massima attenzione perché il tuo profilo risulti in evidenza quando i recruiter eseguono una ricerca per la tua figura professionale. LinkedIn, infatti, usa un algoritmo che individua specifiche parole chiave. Quindi, se sei una web content, una retail manager o una organizzatrice di eventi, l'ideale è scriverlo nel  profilo il maggior numero di volte (senza esagerare, però), così il tuo nome sarà tra i primi a uscire. E non è un dettaglio: i selezionatori delle aziende e dei migliori siti per cercare lavoro di solito contattano solo un numero limitato di candidati per ciascun ruolo.

Allarga la tua rete 

La possibilità di creare un network di colleghi, mentori, persone con cui confrontarti, e che possono darti una mano nella carriera, è una delle funzioni più interessanti di LinkedIn. Ma come connettersi con qualcuno che non conosci? Non accontentarti della solita formula: "Vorrei entrare a far parte della tua rete". È come dare il tuo numero di telefono a qualcuno che vedi al bar, senza nemmeno dirgli "ciao". La funzione "Persone che potresti conoscere" è utile proprio perché ti segnala altri utenti che hanno contatti in comune con te, e che dunque possono presentarvi. Oppure, invia un messaggio personalizzato: "Ci siamo incontrati al tale evento: sarei felice di averti nella mia rete"». No, però, agli inviti a tappeto, così come è sbagliato accettare chiunque. 

Se aggiungi la città dove ti trovi, per le aziende sarà 23 volte più facile trovarti

«Scegli solo persone con cui hai relazioni professionali o che possono confermare una tua competenza», dice Albergoni. E se stai studiando, la rete di LinkedIn ti aiuta a costruire la carriera a iniziare dalla formazione ideale per ciò che sogni di fare. «Basta visitare il profilo di chi quel mestiere lo fa ai massimi livelli, cliccare sull'ateneo dove ha studiato e guardare il percorso delle persone che si sono laureate negli anni: trovi anche in percentuale le professioni di maggior sbocco. Negli Usa i ragazzi aprono il profilo l'ultimo anno di liceo e lo aggiornano coi voti: sono le università a contattarli in base ai risultati, offrendo loro borse di studio collegate al mondo del lavoro. Presto potrà essere così anche in Italia», conclude Albergoni.