Si viaggia per tanti motivi diversi. Io ho iniziato come tutti: per staccare dalla routine e mettere in pausa la vita di tutti i giorni, per vedere facce e posti nuovi, per appoggiare la testa su morbida sabbia dorata, per riposarmi e concedermi il lusso di non pensare a niente.

Nel tempo però ho iniziato a viaggiare spinto da esigenze più profonde e intime. Il primo, vero passo fuori dalla porta di casa è stato causato da un desiderio, forse da una mancanza.

Avevo la necessità di trovare una risposta a domande che non mi ero ancora fatto, ma che erano lì da qualche parte nella mia testa, ed ero certo che non le avrei trovate tra le pareti di casa.

Così il viaggio è diventato per me uno strumento di ricerca, e il mondo lo specchio attraverso il quale guardarmi dentro e scoprire cose che ignoravo. E ritrovarne altre che, in fondo, conoscevo da sempre.

Questo è il tema principale del mio romanzo Sulla strada giusta (Rizzoli, € 18), in cui racconto il mio percorso alla ricerca della felicità.

Oggi attingo alle mie esperienze, di viaggio e di vita, per suggerire alla lettrice di Cosmopolitan 5 destinazioni, o meglio 5 modi di viaggiare per rispondere a 5 diverse esigenze che un animo cercatore può avere.

Bando quindi a consigli come "mangia cibo locale" o "parla con la gente del posto": lascia invece che ti accompagni nelle profondità dell'Io, come un'autentica turista dell'anima.

Dunque ecco dove andare se cerchi...

1. Il silenzio

C'è un tipo di silenzio che non si trova quasi più, dalle nostre parti. Che non è assenza di rumori, ma musica del mondo: niente auto, grida o chiasso. Solo vento, natura e il brulicare di piccoli animali indaffarati. C'è un intero universo sonoro lì dove l'uomo non copre tutto con la sua rumorosa presenza, un concerto di vibrazioni che dona serenità all'animo di chi sa ascoltare.

L'ho incontrato per la prima volta in Canada, in uno dei bellissimi parchi naturali sulle Montagne Rocciose. La natura lì è quanto di più simile all'idea di "selvaggio e incontaminato" che abbia mai trovato. Un posto dove respirare piano.

2. La lentezza

Non sono gli aerei che hanno rimpicciolito il mondo: è la fretta. Una settimana per andare, divertirsi e tornare, due se ci va bene. Entra in aereo, esci dall'aereo, segui la lista, compra souvenir, torna a casa. Un giorno ho voluto rallentare e riappropriarmi del senso del tempo e della distanza.

Ho viaggiato via terra in un luogo in cui è meglio non avere fretta: l'Argentina. È uno splendido Paese, dai panorami mozzafiato e la gente amichevole, ed è servito da una fittissima rete di ottimi autobus. Viaggiando verso il sud del mondo e osservando dal finestrino panorami sterminati che non cambiavano mai, sono finalmente tornato a essere un piccolo essere umano che si sposta lentamente sulla crosta di un pianeta immenso.

3. La solitudine

C'è un altro tipo di silenzio di cui a volte ho bisogno: quello interiore. È importante per me spegnere tutte le voci inutili e che non mi appartengono, e riappropriarmi di una confidenza con me stesso, quasi una sorta di intimità.

Pur amando la compagnia, cerco spesso la solitudine, che non è sentirsi soli, ma essere soli, e in quel silenzio riesco finalmente a percepire l'unica voce che ha il diritto e la saggezza di dirmi cosa fare: la mia.

Ci sono molti modi di restare soli, ma io preferisco camminare: che sia il famoso cammino di Santiago, l'italiana via Francigena, un qualsiasi sentiero sulle nostre belle montagne o una passeggiata dietro casa. Cammino da solo e mi ascolto.

4. L'avventura

Le abitudini hanno i loro vantaggi, sono comode e rassicuranti, non c'è dubbio. Ma in una vita di sole abitudini il tempo passa senza lasciare traccia. Cosa ricordiamo più facilmente, un giorno in ufficio o quella volta in cui l'auto si è fermata in mezzo al niente? Per riempire di vita il tempo c'è bisogno di novità, di imprevisti. Ecco perché un'iniezione di avventura, ogni tanto, fa bene allo spirito e rimette in moto il sangue.

E allora ecco cosa faccio io: un road trip- Prendo la macchina, una cartina stradale, una direzione scelta a caso, e vado, ricordando sempre che il viaggio non è una destinazione, e che perdersi fa parte del gioco.

5. Il cambiamento

Qual è lo scopo di una ricerca, se non il cambiamento? Se parto con una domanda in testa spero sempre di tornare con una risposta, e così ho scoperto che da una vacanza si può anche tornare, ma da un viaggio… da un viaggio non si torna mai.

Quando la risposta alle mie domande è stata l'esigenza netta di un cambiamento radicale, ho scelto un viaggio dalla fortissima valenza simbolica: il giro del mondo. Non ho trovato modo migliore di dire a tutti, e soprattutto a me stesso, che stavo voltando pagina. Certamente è un tipo di viaggio costoso e impegnativo, ma non serve fare avventure di anni: i prezzi dei biglietti RTW (Round The World) sono abbastanza accessibili e i risultati… be', io sono qui a raccontarveli!

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Qualunque sia la tua esigenza, qualunque sia la forza che ti spinge fuori casa, permettimi soltanto di ricordarti la mia regola più importante: non si viaggia solo per andare lontano da casa, ma per andare lontano da noi stessi. Lontano da quello che conosciamo o che pensiamo di conoscere, dalle nostre abitudini, da idee e parole stantie.

Lontano da tutto, dove possiamo finalmente svuotare il vaso delle nostre convinzioni stagnanti e riempirlo con acqua più fresca e pulita.

Pronti per ripartire in quello splendido viaggio che è la vita.