Uno dei miei sogni di ragazzina (subito dopo la casa di Barbie con ascensore) era guidare auto. Da piccola ero innamorata del Generale Lee, la Dodge Charger volante della serie televisiva Hazzard. Poi della Ferrari 308 GTS guidata da Magnum PI. Intorno ai 20 anni l'oggetto del desiderio era la Jaguar XK140 Roadster del '56 del film Cruel Intentions. E da allora la lista si è allungata e la passione per le auto "di una certa età" è cresciuta di pari passo. Ecco perché quando da Bosch, azienda leader mondiale nella produzione di tecnologia e sistemi applicati al mondo auto,  è partita l'idea di un equipaggio femminile da spedire in missione alla Targa Florio con un'Alfa Romeo Giulietta del 1964 della Scuderia del Portello mi sono sentita come Kim Kardashian nel paradiso dello sculpting...

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Se ti stai chiedendo cosa sia la Targa Florio, ecco un breve bigino. Si tratta di una delle corse automobilistiche più antiche al mondo e, assieme alla Mille Miglia, è un appuntamento sacro per gli appassionati. È nata nel 1906 dall'entusiasmo di Vincenzo Florio, ricco imprenditore e figura di spicco della Palermo di inizio secolo. Per merito suo e di chi dopo di lui ha creduto nel mito, in cento anni sulle strade siciliane si sono dati battaglia i piloti più veloci, forti e coraggiosi di sempre. Insomma, le leggende dell'automobilismo sono passate tutte dal circuito delle Madonie al volante delle auto più prestigiose e blasonate al mondo, prototipi compresi.

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In effetti, con questa premessa, ti starai anche domandando cosa ci faccia io alla partenza... Bene, quest'anno ricorre il centesimo anniversario de "a Cursa", come viene affettuosamente chiamata qui, e le gare in programma per celebrare l'evento sono quattro: una tappa del Campionato Italiano Rally, l'Historic Rally, l'Historic Speed e la Classic, la competizione di regolarità in tre tappe alla quale partecipiamo anche la mia socia ed io, come unico equipaggio femminile presente alla manifestazione. 

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Dettaglio che, prima della nostra partenza, ha scatenato in amici appassionati, parenti & affini commenti tipo: "Ve lo ricordate come finisce Thelma & Louise, vero?", oppure: "E come fate con una Giulietta del '64 senza i sensori di parcheggio?", o anche: "Voi due alla Targa Florio? Huhauhauhuahuahuahuaahauhauhauhua!!!". Gente di poca fede...

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Devi sapere che una gara di regolarità non è una gara di velocità. Questo tipo di competizione si basa fondamentalmente sui tempi di percorrenza di un certo tratto di strada. È una faccenda da perfezionisti, insomma, perché road-book, cartine e cronometro alla mano, l'equipaggio deve destreggiarsi tra velocità medie, traffico, pause e prove cronometriche cercando di rispettare al massimo i tempi indicati alla partenza. Facile, se sei in pista. Un po' meno se le tappe, come in questo caso, si trovano su strade aperte, che attraversano un giorno gli splendidi paesaggi del Parco delle Madonie, un altro i paesi dell'entroterra da Palermo ad Agrigento, un altro ancora quelli della costa

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La mia più grande sorpresa? Partecipare a una gara di  regolarità è DIVERTENTISSIMO. È un po' una via di mezzo tra una caccia al tesoro e un gioco di abilità abbinato alla guida. La competizione si sente, ma è piacevole, per nulla stressante. Guidare un'auto come la nostra Giulietta TI, che negli Anni 60 era uno dei sogni degli italiani e ha scarrozzato una generazione in fase di rinascita, è coinvolgente anche se non sei una pilota professionista. E l'accoglienza davvero unica dei siciliani, che ad ogni tappa ti riservano sorrisi caldi, musica nelle piazze, assaggi di specialità culinarie tipiche (e anche piacevoli e signorili apprezzamenti al Cosmo-equipaggio, come solo loro sanno ancora fare), rende il tutto un'esperienza unica, magica. 

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Alla fine di ogni tappa arriva il momento di un check meccanico sulla nostra Alfa da parte del dream team della Scuderia del Portello, club ufficiale Alfa Romeo che dagli Anni 80 si dedica alle attività racing su auto storiche e che si prende cura di alcuni dei mezzi più noti e rilevanti della storia di Alfa Romeo nelle competizioni. E arriva anche la seconda sorpresa: la piccola Giulietta, che ormai amiamo come se la guidassimo dalla sua immatricolazione, non perde un colpo, non una goccia d'olio, non un filo d'acqua. Quando si parla di affidabilità... 

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La terza, totalmente inattesa e graditissima, sorpresa ci lascia a bocca aperta alla conclusione dell'ultima tappa. Classifiche alla mano, il Cosmo-team se l'è cavata eccome! 1. siamo vive. 2. non abbiamo ucciso nessuno. 3. l'auto è integra (e già ci manca, ancor prima di lasciarla alle amorevoli cure della Scuderia). 4. non so esattamente come, ma siamo 31esime assolute, quarte del nostro gruppo e prime tra gli equipaggi del Portello. Fortuna delle principianti o tendenza femminile alla perfezione? :o)    

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