Siamo state alla preview della mostra che da oggi fino a settembre "animerà" le sale della Reggia di Venaria. Animerà nel senso letterale del termine, perché è una mostra intorno al mondo della moda, declinata in un dettaglio ben preciso: l'immaginario animale al quale l'animalier da sempre rende omaggio.

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Alberta Ferretti

Oltre cento abiti e accessori per ripercorrere i diversi modi in cui manto e forme animali sono stati interpretati nelle collezioni dei grandi stilisti che hanno dettato mode, influenzato gusti e spinto ognuna di noi a inserire un capo maculato nel proprio guardaroba.

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Ferragamo

Se pensate di essere uscite indenni dal movimento, vi consiglio di cercare bene nell'armadio!

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Veruschka

Ci sono stati gli stilisti che hanno provato a imitare alla perfezione il manto del ghepardo di turno, il pattern, c'è chi ha inventato forme e colori per sublimare l'animalità in stile.

Ad aprire la mostra, l'abito Jungle, del 1947 di Christian Dior: è qui che per la prima volta l'animalier entra nella haute couture. E' da questo preciso momento in poi che si inizia a giocare con gli abiti, molto più di quanto non si sia fatto fino a quel momento: è erotismo e trasgressione, gioco ed eleganza. E' chic ma anche pop: come piace a noi CosmoGirl!

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Dior

L'animalier è nell'estetica degli abiti di Jean Paul Gaultier, che vedrete in mostra a Venaria, nelle sale della Reggia, diventate palcoscenico di una giungla dove alberi e animali, in legno, sono spogliati dei colori, perché trasferiti in tutte le loro cromie sugli abiti e i materiali esposti.

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J.P.Gautier

C'è Azzedine Alaïa per iniziare e poi Roberto Cavalli. Troverete anche tutta la rilevanza stilistica di alcuni pezzi di Gianfranco Ferré e dei classici senza tempo firmati da Valentino, Maurizio Galante, Fausto Puglisi, Givenchy e Stella McCartney, per non parlare dei bustier ricamati di Krizia e degli abiti tecnologici di Iris Van Herpen.

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Iris Van Harpen

La mostra, fatta e pensata da tre donne, porta la firma di Ludovica Gallo Orsi (ideatrice), Simona Segre Reinach (direzione scientifica) e Costanza Carboni (percorso espositivo) e pur partendo dall'iniziale imitazione del mantello animale, hanno scelto di arrivare fino ai giorni nostri, dando risalto alle nuove trasfigurazioni, macchie, squame, piume multicolore, con i leopardi che lentamente hanno ceduto il passo agli uccelli e ai coleotteri.

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Stella McCartney

Nella giungla urbana, in cui tutti i giorni ci troviamo a muoverci, il codice animalier è diventato con il tempo simbolo della donna-felino, la stessa che nella Londra degli anni Sessanta diede vita alla "rivoluzione del pavone" e all'animalier al maschile.

C'è quindi imitazione, ma anche invenzione e tanta metamorfosi in questa mostra, la prima in Italia a dedicare tanta attenzione alle diverse elaborazioni del manto e delle forme animali. C'è la Francia, perché animalier è un termine francese come francese era la lingua ufficiale della moda prima che l'inglese prendesse il sopravvento. C'è Vivienne Westwood in mostra, come anche Yves Saint Laurent, Hermès, Salvatore Ferragamo e Alberta Ferretti.

C'è la moda, quello che era ma soprattutto ciò che è diventata.

DOVE - Reggia di Venaria, Sale delle Arti

QUANDO - Dal 12 aprile al 3 settembre 2017

Per altre info: tel. +39 011 4992333 - www.lavenaria.it