Quando si parla di spanking, di sculacciate durante il sesso, ci sono due tipologie di persone: quelli che ti chiedono che cosa vuol dire quella parola lì (falsi e mentitori), e poi ci sono gli spankos, ovvero gli appassionati veri. Si dividono in spankers (gli attivi, quelli che le danno) e spankee (i passivi, che ricevono i colpi): per loro le sculacciate sono un'arte fine, da fare in sessioni che durano almeno un quarto d'ora, mezz'ora, e che non necessariamente prevedono il sesso. Tra i due antipodi, nel mezzo come la virtù, ci siamo noi. Quelli per cui una sculacciata (o più di una) data nel modo giusto e al momento giusto, che peraltro può anche essere quello inaspettato, è una cosa "che ci sta". Una cosa piacevole. Così piacevole che anzi, vorremmo proprio approfondire. Secondo un recente sondaggio su 1100 persone realizzato dalla Lelo, uno dei migliori brand di sex toys al mondo, almeno l'85% delle persone l'ha provato una volta nella vita. Insomma possiamo ragionevolmente dire che è la prima, più basilare e spesso unica esperienza di sesso un po' kinky (un po' strano) e di sesso rough (duro) che ciascuno di noi può sperimentare. Perché? Perché lo spanking è una cosa così diffusa? E come è possibile tirare fuori il meglio da questa esperienza? Le risposte degli esperti in questa guida per beginners.

Quando è nato lo spanking?

È da quando l'uomo ha cominciato a dipingere e raccontare, che si trovano rappresentazioni dello spanking, dagli etruschi fino ai romani. Il Marchese de Sade, mentre era rinchiuso nel carcere della Bastiglia a fine '700, ha dedicato pagine e pagine a questa pratica, nel celebre e cruentissimo Le 120 giornate di Sodoma, includendola nella narrazione delle passioni semplici (o complesse, vado a memoria). Ma è solo dall'epoca vittoriana in poi che si comincia a parlare di English Vice, di vizio inglese: la flagellazione kinky del deretano, con mani, canne o fruste era una pratica molto diffusa e richiesta dai gentiluomini inglesi, soprattutto tra quelli avevano frequentato le boarding school, in cui le punizioni corporali erano la normalità (sono state bandite solo meno di 20 anni fa). E che tuttora gli inglesi siano ancora dei grandi estimatori dello spanking, lo riconosce anche l'attrice Keira Knightley, che in una intervista a proposito del film A Dangerous Method (in cui veniva appunto sculacciata) si chiedeva: come mai noi inglesi siamo così ossessionati dallo spanking?

Perché mi piace essere sculacciata?

Per prima cosa c'è il piacere fisico: obiettivo, tangibile, certo. Ricevere sculacciate mentre si fa sesso è piacevole. «Il gesto fa affluire una buona quantità di sangue ai genitali, e questo aumenta automaticamente l'eccitazione», spiega Roberta rossi, presidente della Federazione italiana di sessuologia scientifica. «E poi permette di mettere in scena, molto blandamente e in modo immediato, un gioco di ruolo kinky ben preciso, dove chi riceve si abbandona e chi dà i colpi fa quello che comanda. E se una persona ha fantasie di questo tipo, sicuramente lo spanking è il primo gradino per metterle in atto». Spesso poi, negli spankee, cioè quelli che ricevono, la radice di questa preferenza è lontanissima, radicata nei primi anni di vita. «Nel sesso, in alcuni casi, possiamo davvero parlare di un imprinting nell'infanzia: secondo la psicanalisi, per esempio, il feticismo dei piedi (qui il nostro articolo) prende il via nel bambino intorno ai due anni di età. Con lo spanking vale la stessa cosa: forse chi adora farlo da grande, è perché da bambino, ha sperimentato la sensazione di piacere mista a dolore derivate dalle sculacciate dei genitori, e la cosa gli si è fissata in testa. Non è un caso, per esempio, che lo spanking sia una pratica molto amata in UK, dove le punizioni corporali nelle scuole erano così diffuse».

E anche Melissa, 23 anni, pierre, spankee convinta, conferma l'ipotesi dell'imprinting :«Fin da piccola, l'immagine delle sculacciate, mi ha sempre molto turbata e affascinata. Quando ho iniziato a vedere il porno e ho visto scene di spanking, allora ho capito che mi sarebbe piaciuto. Ma ci sono voluti anni prima che riuscissi a incontrare una persona che fosse in grado di farlo kinky come dico io: anche per mezz'ora di seguito, magari con il retro di una spazzola. Quando finisco la sessione con il mio amico speciale, a volte ci masturbiamo a vicenda, a volte non facciamo niente. Anzi, la penetrazione la evitiamo proprio. Ci basta così».

Ma c'è anche un altro motivo per cui è molto diffuso: «Tra tutte le modalità che hanno a che fare con il sesso kinky e con il bdsm, lo spanking non richiede nessun tipo di tecnica particolare», dice Aiden Starr, una superstar nel mondo del bdsm, come attrice e regista di film porno. «Non richiede nessun ausilio, nessuno strumento, nessun feticcio. Si può fare a mani nude, e questo lo rende altamente diffuso anche tra chi con il bdsm e il kinky non c'entra niente. O tra chi vuole fare le prime esperienze in questo campo. Nel mio mondo, sul set, lo richiede almeno il 75% degli attori».

Perché mi piace sculacciare gli altri?

«Le persone amano sculacciare soprattutto perché amano l'idea di esercitare il proprio potere su un'altra persona che è ben felice di subire questo potere. Non solo: chi lo fa, sa benissimo che sta regalando sensazioni meravigliose a chi riceve le sculacciate», spiega Rachel Kramer Bussel, una delle più prolifiche sex editor del mondo, curatrice di tantissime antologie sullo spanking tra cui Spanked, Bottoms Up e Cheeky Spanking Stories. «Si tratta di un incastro di bisogni e preferenze molto gratificante per entrambi. Sapere che l'altra persona si fida così tanto di te, da darti carta bianca su come, quanto e con cosa sculacciarla, è davvero galvanizzante».

Per alcuni però lo spanking è solo la punta dell'iceberg: «Io lo faccio perché adoro il rough sex: prendere una donna con la forza, sculacciarla, immobilizzarla, metterle le mani attorno al collo fa tutto parte di un rituale cui ormai fatico a rinunciare», mi dice Giorgio, 43 anni, fotografo, amante del kinky sex. «E mi piace tantissimo che lei il giorno dopo abbia i segni sulle natiche delle mie sculacciate e che magari mi mandi delle foto: lo trovo eccitante».

Sono un uomo e mi piace farmi sculacciare. È normale?

«Buone notizie: siamo nel XXI secolo e tutti quei discorsi sull'uguaglianza di genere riguardano anche gli uomini, che sono essere umani esattamente al pari delle donne, con cui condividono sia la fisiologia che l'erotismo», dice Ayzad, celebre master, esperto di sessualità alternative e autore di BDSM - Guida per esploratori dell'erotismo estremo. «Finalmente gli uomini possono rilassarsi e smettere di fare tanta fatica per atteggiarsi a macho imprigionato da regole sociali campate per aria. Insomma, se a un maschio va di prendere due sculacciate sul sedere, che se le goda senza preoccupazioni».

E in effetti lo spankee uomo che ho intervistato mi è sembrato molto tranquillo: si chiama Tommaso, ha 54 anni, fa il manager ed è sposato con un figlio. «Non so da dove nasca questo mio amore per lo spanking, ma in fondo è un gesto così arcaico, così presente nella nostra cultura, penso a mio padre che a volte si sfilava la cinghia e rincorreva mio fratello per casa. Questo è il primo ricordo che ho delle sculacciate. Ora che sono grande, ne ho tanti altri, di donne meravigliose che hanno voluto farlo con me. Chiariamoci: a me piace riceverlo. E se devo scegliere, adoro che venga fatto con la cinghia. È un grandissimo afrodisiaco, mi eccito da morire quando me lo fanno. Io non forzo mai la mano: se la donna con cui sto ha voglia di provare, per me va bene. E sono tante a volerlo fare. Perché a loro piace? Forse il potere, forse il fatto che io mi lascio completamente andare, forse il fatto di trasgredire… Non so. È così importante?».

Esistono dei consigli per principianti?

Come dicevamo, 90 su 100 le sculacciate kinky sono scappate a tutti. «Ma se desideri provare ad approfondire questa pratica, ricordati che, come tutti i giochi erotici, va affrontato con convinzione ma anche con un po' di ironia», raccomanda il superesperto Ayzad. «Un'idea può essere quella di rendere eccitante anche il contesto, per esempio curando l'abbigliamento, provando un po' di gioco di ruoli e concedendosi la possibilità di superare un po' i confini della propria "zona di comfort": a volte, quando si osa, si scoprono nuove emozioni e nuove parti di sé».

Per andare sul sicuro all'atto pratico, segui i 5 consigli per principianti che l'esperta Rachel Kramer Bussel ha stilato per Cosmo.

1) Valuta bene la persona con cui lo vuoi fare, sia che tu riceva o che tu dia. Deve essere qualcuno di fiducia, qualcuno che rispetterà i tuoi divieti e le tue barriere.

2) Scegli una posizione comoda. Altrimenti sarai costretta a fermare le sculacciate perché ti vengono i crampi alle gambe, o alle mani!

3) Comincia con (o richiedi) colpi leggeri: servono per scaldare l'atmosfera e per capire la sensibilità di chi li riceve. Piano piano, aumenta l'intensità delle sculacciate e valuta bene la reazione dell'altro: gli sta piacendo? Si sta eccitando? Ne chiede ancora?

4) Variare è fondamentale. Puoi alternare le sculacciate (o chiedere di farlo) con colpetti leggeri della mano o con carezze, magari usando oggetti morbidi. Alcuni paddle (le apposite palette) hanno due lati diversi: uno duro e l'altro peloso. Alternandoli è possibile far durare la sessione di spanking più a lungo, e in più dai la possibilità a chi riceve di avere un po' di sollievo. Puoi anche variare la zona che colpisci: prova non solo sulle natiche, ma anche sulla parte alta delle cosce, vicino all'attaccatura del sedere. L'importante è che le zone colpite abbiano uno strato di grasso. Altrimenti si rischia di fare male e basta.

5) Avere una safeword, una parola di sicurezza, di fronte alla quale ci si ferma, è sempre raccomandabile. Le più utilizzate sono "rosso" o "casa". Se ti senti sciocca a usare tali parole, createne una tua, oppure decidetela insieme. Anche la semplice frase "basta non ce la faccio più" va benissimo. L'importante è che ve la ricordiate entrambi.

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