Paolo, 33 anni

«Quando ho visto per la prima volta Anna, mi ha colpito la sua bellezza. Ci siamo conosciuti cinque anni fa ad una festa, presentati da amici comuni, e ci siamo piaciuti subito. Ero follemente innamorato, mi sembrava incredibile che fosse la mia donna. All'inizio il nostro è stato un rapporto a distanza vissuto intensamente durante i weekend, perché io vivevo a Milano, dove avevo iniziato a lavorare come manager per una grande azienda e lei viveva ancora con i suoi genitori in un paese in provincia di Torino. Ero preso dal lavoro, ma nel fine settimana iniziava la mia seconda vita con lei: una pausa dallo stress, un momento per ricaricarmi. Stavo bene così, ma a lei questo non bastava. Tanto io ero concentrato sul fare carriera, tanto lei era poco stimolata dal suo lavoro di impiegata. Dopo un periodo felice, abbiamo avuto un anno di crisi durante il quale lei mi è sembrata lontana. Ho persino sospettato che avesse un altro, invece qualche tempo dopo mi ha confessato che, in realtà, il rapporto a distanza non la rendeva felice e che voleva provare a convivere.

Forse è stato perché non volevo perderla che alla fine siamo andati a vivere insieme nella mia città natale, Bergamo, vicino ai miei genitori, nell'appartamento disponibile nella casa di famiglia. La mia vita è cambiata completamente. Lei faceva fatica ad inserirsi nella nuova realtà, il lavoro che aveva trovato non le piaceva, non aveva amiche, e io non volevo lasciarla sola e per questo ho pian piano rinunciato a tutti i miei hobby e soprattutto agli amici. Ripensandoci ora, è come se fosse successo tutto in fretta: non vivevo più a Milano e questo significava per me fare il pendolare e perdere del tempo che io dedicato al lavoro. Mi sentivo responsabile nei suoi confronti. Abbiamo iniziato a frequentare un'altra coppia, Lorenzo e Michela. Non so spiegare come sia successo, ma io e Michela ci siamo innamorati. Con lei mi sono sentito di nuovo vivo, ho iniziato a provare di nuovo l'emozione dell'amore, mentre i sentimenti che provavo per Anna erano stati sopraffatti dalle preoccupazioni.

Ho iniziato a vivere con Michela una storia parallela che mi ricaricava di energia: fare il pendolare, dividermi tra Anna e Michela non mi pesava per nulla, riuscivo a organizzare le uscite con Michela e nello stesso tempo ritornare da Anna felice. Mi sentivo invincibile, forte. Quando Anna ci ha scoperto, nel modo più banale, sfogliando la rubrica dei messaggi del cellulare, mi sono sentito morire. Pensavo di essere pronto a lasciarla, a lasciare tutto per Michela, ma quando mi sono trovato nell'opportunità di farlo e ho realizzato cosa sarebbe successo: ho immaginato la sofferenza di Anna, ma anche la mia. Avevamo sbagliato qualche passo nella nostra storia, ma la nostra relazione era importante per entrambi. Forse Anna non ha capito quanto ci tenessi alla carriera e quanto avessi bisogno del suo suo sostegno, ma anche io non ho compreso quanto fosse importante il nostro rapporto. Così le ho chiesto di perdonarmi e riprovare».

L'infedeltà esprime un bisogno

«Crediamo che il tradimento capiti per caso, in un modo e in un momento in cui non te lo aspetti. In realtà arriva per colmare un vuoto che si crea nella relazione», spiegano Daniela Rossi e Diego Divenuto fondatori del blog www.coachingperlacoppia.it Paolo ha buone intenzioni: mette da parte amici e hobby per dare ad Anna le attenzioni di cui ha bisogno, ma così facendo si chiude da solo in gabbia. Non esprimendo ad Anna la sua insoddisfazione si allontana sempre di più da lei e prova di nuovo una sensazione di libertà e di vitalità solo quando incontra Michela. Che cosa avrebbe dovuto fare Paolo per evitare di tradire? «Chiedersi, prima di cedere alla nuova storia: "di che cosa ho bisogno che non trovo più in Anna?"», spiegano gli esperti. «Paolo avrebbe dovuto confidarle le sue sensazioni: è solo affrontando ciò che non va che si risolvono i problemi. Al contrario, fingendo che non esistano, si corre il rischio di ingigantirli creando nella coppia una distanza sempre più incolmabile».

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