Anna, 31 anni

«Quando ho conosciuto Paolo, ho subito immaginato la mia vita accanto a lui. Ho sempre desiderato una famiglia e con lui tutto sembrava speciale. Paolo è capace di farti sentire unica al mondo, straordinaria, bellissima, e io mi sono innamorata delle sue attenzioni. Proprio per questo sentivo il desiderio di vivere con lui, di costruire la nostra vita insieme. Non mi importava molto del lavoro. Così quanto mi sono trasferita a Bergamo da lui, ho pensato di coronare un sogno. Quella però è una città dove ho fatto fatica a sentirmi a casa, la gente è chiusa, o forse sono io che lo sono, almeno così mi dice Paolo.

Quando abbiamo iniziato a frequentare Luca e Michela mi è sembrato di riuscire a inserirmi meglio nella vita sociale, di fatto loro sono una coppia molto simile a noi. Finalmente si usciva per una pizza o una serata insieme senza parlare di me e di come non facessi nulla per stare bene in una città che non era la mia. Vedevo Paolo di nuovo spensierato, e mi è sembrato un segnale positivo. Era desideroso di organizzare le nostre uscite, aveva molta iniziativa e le sue idee erano sempre divertenti. Con Michela siamo diventate amiche e ci vedevamo qualche volta anche da sole. Mi piaceva la sua compagnia, avevamo molte cose in comune, parlavamo di Paolo e Luca con tranquillità, confidandoci l'una con l'altra, ma lei non si lamentava mai di Luca. Sembravano una coppia affiatata. Mentre io negli ultimi tempi non sentivo Paolo coinvolto come prima. Non riuscivo a darmi una spiegazione, lui stava bene quando uscivamo con Luca e Michela, ma con me era sfuggente e anche nel sesso era sempre meno presente. Aveva ripreso i suoi hobby ed ero contenta per lui, ma capivo che era con me che aveva preso le distanze. Eppure era difficile spiegargli quello che provavo perché erano sensazioni, non fatti.


Ho avuto il sospetto
che ci fosse qualcosa di strano una sera in cui Michela ha avuto un malore e ho visto Paolo estremamente preoccupato, le è corso accanto come se fosse stato il suo compagno. Da quel momento il dubbio mi ha accompagnato finché una sera ho controllato il suo cellulare e ho scoperto i messaggi che si erano scambiati. È stato come uno schiaffo che mi ha riportata alla realtà. Ora che sono al corrente della loro storia, devo ammettere che una parte di me lo ha sempre saputo, ma non voleva capire.

Mi sono sentita persa, sola, come se non conoscessi davvero Paolo. Avevo costruito la mia vita intorno a lui: è stato un grosso errore perdendo di vista me stessa. È assurdo come, quando ci stai dentro, non riesci a vedere i segnali di un tradimento, ma una volta scoperto, quegli stessi elementi diventano lampanti. Ho ricostruito tante sere insieme e ho rivisto tante scene della loro storia. È difficile recuperare la mia autostima e la fiducia in lui. Paolo sta cercando di dimostrarmi che mi ama. Io sento che ho bisogno di costruire prima la mia vita, nella quale, forse, includere di nuovo lui».

Si può perdonare se lo si affronta come problema di coppia

«Di fronte a una difficoltà con il partner, meglio avere un atteggiamento propositivo», spiega la psicoterapeuta Daniela Rossi fondatrice con Diego Divenuto del blog www.coachingperlacoppia.it. Invece di accusare il partner di scarse attenzioni, usa frasi come "Mi piacerebbe parlare con te" ed esprimi i tuoi bisogni. «Il problema è sempre una una questione di coppia», rivela l'esperta. Fissa dei momenti per parlare con lui. «Coltiva una connessione emotiva: prendetevi il tempo per stare insieme», aggiunge il coach Diego Divenuto. «Per quanto riguarda il tradimento, Anna potrà perdonare Paolo solo se riconoscerà che l'infedeltà è accaduta alla coppia, non solo a lei. Insieme potranno dare un senso all'accaduto. Anna deve ritrovare l'autostima ed entrambi cercare di ricostruire una vita individuale soddisfacente nella quale scegliere di far entrare anche l'altro».

Leggi anche:

Tradimento: il punto di vista di lui. Paolo racconta perché ha tradito