Hai mai pensato al tradimento? Ti è mai capitato di sentire storie di tradimenti? Sapresti come reagire?Ecco i racconti di due ragazze e i consigli dell'esperto.

LA STORIA DI CARLA (32 ANNI)

«Io e Riccardo stavamo insieme da 8 anni, la nostra era la classica storia nata da ragazzini e, finché abbiamo vissuto nel nostro paesino abruzzese, era anche una relazione solida. Credevo che l'avrei sposato a un certo punto della mia vita e, proprio perché facevamo questo tipo di progetti, gli avevo dato una spinta a cercare lavoro. Io facevo la segretaria in uno studio, mentre lui passava insoddisfatto da un lavoretto all'altro.

Dopo l'ennesima discussione, Riccardo m'informa di aver trovato un'occupazione per l'estate: sarebbe partito come animatore e pr per la riviera romagnola. Non sapevo come reagire di fronte a questa notizia, ma in quel momento ho pensato che avrei dovuto stargli accanto e credere in lui. Anzi, fidarmi al cento per cento perché tra i due sono stata sempre io quella gelosa. Volevo che la nostra storia in qualche modo progredisse, così gli ho dato il mio supporto, dicendogli che sarei andata a trovarlo il più spesso possibile.

Qualche tempo dopo la sua partenza sono andata da lui. Il suo lavoro sembrava divertente, tutte le sere andavamo nella discoteca dove faceva il pr ma, dato che lui doveva lavorare, mi lasciava con un gruppo di amici conosciuti lì. Quella vacanza era stata strana, avvertivo un allontanamento da parte sua, ma d'altra parte gli ultimi tempi tra noi non erano stati felici. Una sera l'ho visto discutere con una sua collega e, invece di chiedergli che cosa stava succedendo, mi sono limitata a pensare che forse era meglio non intromettermi. Sono tornata altre volte durante i weekend e non ho avuto alcun sospetto.

Agli inizi di settembre, poco prima che lui tornasse a casa, ricevo la chiamata da una donna che mi chiede se conosco Riccardo. Mi dice che deve dirmi la verità, che lei e lui stanno insieme da un paio di mesi, che non sapeva della mia esistenza, finché non ha scoperto sul suo cellulare i nostri messaggi. Io resto in silenzio, mentre lei va avanti a spiattellarmi i particolari di come si sono conosciuti. Mi dice che tra loro la storia andava bene fino a quando non le ha confessato di essersi innamorato di un'altra e lei voleva riprenderselo ma poi, spiando sul cellulare, aveva trovato me.

Mi sembrava di essere stata catapultata in un film. Ero scioccata. Non parlavo. Rispondevo a monosillabi, le ho chiuso il telefono in faccia. Pochi minuti dopo, quando mi sono ripresa dallo shock, ho chiamato Riccardo. Gli ho raccontato della telefonata e lui sembrava più incredulo di me. Ha negato tutto e mi ha rassicurata che sarebbe tornato presto.

Nei giorni successivi ero ossessionata da questa chiamata e non facevo altro che chiedergli spiegazioni. La sua collega mi aveva anche richiamata affranta e io le avevo chiesto di cancellare il mio numero di telefono. Finalmente, una volta tornato a casa, Riccardo ha affrontato l'argomento con me. Alla fine ha confessato di aver avuto una storia di sesso con lei e che lei si era illusa.

Sono stata indecisa a lungo se perdonarlo o no e stavo per farlo quando una sera in paese vengo fermata da una ragazza: era lei, la sua collega venuta a reclamare l'amore di Riccardo. Io mi sono sentita una sciocca: come avrei potuto ridare fiducia a un uomo che aveva calpestato così la nostra storia? Mi è sembrato di non conoscerlo affatto, perciò l'ho lasciato. Ancora oggi mi sembra il finale di un sogno che si è trasformato in un incubo. Non ho mai più provato la sensazione di allora di essermi liberata da qualcosa che mi stava soffocando».

COSA DICE L'ESPERTO

«Le cose non succedono mai per caso e anche il tradimento segue questa regola», spiega Alberto Caputo, psichiatra, sessuologo dell'Istituto di evoluzione sessuale (Ies) di Milano e conduttore di Radio Sex su Radio Montecarlo. «Il tradimento è una forma di comunicazione. Andando in una località turistica e scegliendo un lavoro che offre occasioni per tradire, Riccardo non ha fatto altro che dire a Carla: "Ti comunico che la nostra storia è finita". D'altra parte, è come se Carla avesse accettato l'idea permettendogli di partire. Probabilmente tutti e due erano stanchi della loro relazione, ma non avevano il coraggio di ammetterlo», aggiunge Caputo. Il tradimento, infatti, fa leva sulla responsabilità di entrambi i partner. «Anche la persona tradita fa la sua parte», dice l'esperto. «Chiudere gli occhi di fronte alla realtà è un atto concreto che crea le condizioni per essere traditi. Entrambi sono stati ambivalenti e più c'è ambiguità e poca comunicazione, più ci sono le probabilità che il tradimento s'insinui nella coppia. L'amante, in questo caso, non ha fatto altro che delimitare il suo territorio facendo venire a galla l'infedeltà, tanto più che Riccardo non ha rivelato di essere fidanzato, dando quindi alla collega-amante un motivo in più per farsi avanti», spiega Caputo. Riccardo e Carla hanno fatto ciò che desideravano in cuor loro: chiudere la storia senza praticare la via più logica, quella di parlare. «La prima domanda che Carla deve farsi per non rischiare di essere tradita di nuovo riguarda se stessa e ciò che non ha voluto vedere».

LA STORIA DI CLAUDIA (24 anni)

«Ho conosciuto Matteo due anni fa su un volo per Madrid. Io stavo andando a trovare un'amica, mentre lui viaggiava per lavoro. Ci siamo messi a chiacchierare fin dal decollo, era stato lui ad attaccar bottone chiedendomi dove stessi andando.

Matteo ha un modo affascinante di trattare le donne e quel giorno mi colpì la sua estrema gentilezza, mi portò i bagagli, mi offrì il caffè e mi lasciò il suo indirizzo di Madrid per chiamarlo se avessi voluto rivederlo. Non solo ci siamo visti in quei giorni, ma tornati a Milano abbiamo iniziato a frequentarci, finché a un certo punto non mi ha presentata come fidanzata ai suoi amici.

Io e Matteo non abbiamo mai vissuto insieme, io sono ancora a casa dei miei e lui ha sempre difeso i suoi spazi. A me andava bene così, qualche volta abbiamo affrontato l'idea di una possibile convivenza ed entrambi non l'abbiamo mai esclusa come possibilità, ma non ci sembrava il momento per fare questo passo.

Ho avuto il sospetto che lui mi tradisse quasi per caso. Una sera lo cercavo al telefono, ma non rispondeva, così sono andata sotto casa sua ad aspettarlo. Non so perché l'ho fatto. Una vocina interiore mi stava dicendo che c'era qualcosa di strano. Dopo pochi minuti d'attesa, l'ho visto rientrare a casa in auto con una ragazza al suo fianco: era la sua vicina. Di fatto poteva non significare nulla: forse le aveva solo dato un passaggio, ma il sesto senso mi diceva di stare allerta.

Quella sera sono andata via, senza accennargli a quello che avevo visto. Lui mi ha chiamata la mattina dopo dicendomi che aveva fatto tardi al lavoro e che non aveva avuto il tempo di mandarmi un messaggio. Ho abbozzato, ma da quel giorno ho iniziato a controllare il suo computer e il suo cellulare. Ho scoperto così la cronologia delle sue chat non solo con la vicina di casa, ma anche con un paio di sue ex.

All'inizio non ho detto nulla perché volevo vedere dove arrivava. È stato faticoso fare finta di non sapere le sue tresche, ma la mia voglia di controllarlo era diventata quasi morbosa. Lui si è sempre comportato normalmente con me, non so se avesse capito che lo stavo spiando. Un giorno ho trovato il suo smartphone sul comodino della camera da letto mentre lui faceva la doccia. L'ho preso, ho guardato whatsapp, i messaggi con la sua vicina di casa erano fitti e chiaramente espliciti.

Era arrivato il momento di affrontare la questione, ma non sapevo come fare. Dovevo dirgli che da un po' di tempo non facevo altro che spiarlo sui social? In quei minuti in cui lui era ancora sotto la doccia, pensavo a come dovevo comportarmi. Poi è arrivato un nuovo messaggio: "Vieni da me stasera?". Era la vicina. Quando è entrato in camera da letto mi ha sorpresa con il suo smartphone in mano. Gli ho detto solo: "Ti è arrivato un messaggio". Lui si è ripreso il telefono, lo ha guardato mentre io gli dicevo che sapevo di lei e delle altre. Mi ha risposto di non avermi mai tradita e che questi erano solo giochi.

Ha sempre negato il tradimento completo, per lui si trattava solo di flirtare con ragazze simpatiche ma che non gli interessavano. Eppure quel "Vieni da me stasera?" mi sembrava un invito più che esplicito. Mi sono sempre chiesta perché non avesse mai cancellato tutti quei messaggi. Forse ce n'erano molti di più di quelli che avevo letto io. Gli piaceva fare sexting e non lo considerava un tradimento. Io invece sono certa che si è spinto oltre. Nel frattempo ci siamo presi una pausa, anche se dentro di me so che sarà definitiva».

COSA DICE L'ESPERTO

«Il tradimento è come un delitto: non è accaduto finché non si trova il corpo del reato. Questo significa che finché non si hanno le prove o quelle che sono ritenute tali, il tradimento non c'è», spiega Caputo. «E qui sorge il primo dubbio per chi voglia smascherare il traditore: "Ho prove inconfutabili?"». Per Claudia i messaggi letti sono chiari e riportano a un vissuto fuori dal mondo digitale, mentre per Matteo significano solo giochi virtuali. «In una coppia bisogna essere d'accordo anche su qual è il perimetro della fedeltà: io e il mio compagno abbiamo la stessa idea di infedeltà? A volte si dà per scontato che lo sia, finché appunto non si viene traditi», dice l'esperto. «La scoperta di un tradimento avviene quasi sempre per caso. Il sospetto s'insinua in Claudia quando vede accidentalmente Matteo in auto con un'altra donna. Ma c'è di più: un traditore che non si voglia far scoprire non lascia indizi, cancella messaggi e cronologie, evita situazioni a rischio. In questa relazione Claudia non ha ricevuto la stima e la fiducia che lei ha riposto in Matteo».

CON I SOCIAL NETWORK SIAMO PIÙA RISCHIO?

«I social e le app di messaggistica istantanea hanno aumentato la possibilità di comunicare con uomini e donne disponibili: secondo le più recenti indagini, il 40 per cento delle infedeltà viene scoperto su whatsapp», dice Alberto Caputo. «Ma questo non vuol dire demonizzare i social: tutto dipende da come viviamo la coppia. Da un lato, infatti, questi consentono di tenersi sempre in contatto, creando maggiore complicità. Dall'altra, però, possono enfatizzare meccanismi tossici come l'eccesso di gelosia, l'ossessione del controllo e il narcisismo, innescando pensieri del tipo: "Mi contattano perché piaccio"», spiega il sessuologo. «Non è la tecnologia che rende fedifrago il partner, ma può facilitare la sua disponibilità al tradimento». Se si pensa che il 78% delle chat inizia con numeri già presenti in rubrica, forse è il caso di valutare i contatti già esistenti più che le nuove conoscenze. Ma quali sono i social da tenere d'occhio? «Facebook e whatsapp prima di tutti, ma direi di non sottovalutare pinterest o instagram perché, anche se non favoriscono il messaggio istantaneo e non sono usati per fare sexting, sono però luoghi dove potersi mettere "in vetrina", ammiccando a possibili contatti», dice l'esperto. E come possiamo usarli per scoprire un tradimento senza violare la privacy? «Osservando i profili che il partner ha sui vari social e incrociando contatti e contenuti. Siamo noi i primi a "violare" la nostra privacy pubblicando a volte con troppa leggerezza stati, foto e video che a un'analisi più attenta possono rivelare qualcosa».

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