Steve Carell sente la mancanza di Robin Williams, morto suicida lo scorso agosto. L'attore guardava al collega tragicamente scomparso come un punto di riferimento mentre si faceva strada nella commedia e, in generale, nel cinema.

«Ero un suo grande ammiratore, non conosco nessun altro attore con quella versatilità», ha spiegato su Time Out London. «L'ho incontrato una volta sola, ma quando è morto ho sentito un grande vuoto».

Nel nuovo film «Foxcatcher» Steve si lascia alle spalle la comicità per calarsi nei panni di John du Pont, un coach di wrestling realmente esistito, che gli ha valso le nomination di miglior attore ai Sag e ai Golden Globes, anche se il motivo per cui ha accettato il ruolo, assicura lui, non è stato quello di crearsi una nuova immagine nell'industria.

«Non mi interessa come mi vede la gente. Se inizi ad accettare i ruoli in base a questo non riesci a prendere una direzione creativa. L'ho fatto perché pensavo che sarebbe stato grandioso, tutto qui».

Steve non pensa di essere stato il primo artista da contattare per il regista Bennett Miller: è stato piuttosto il suo agente che l'ha chiamato suggerendo il suo nome. Anche se in tanti non lo vedrebbero in un ruolo serio, Carell immagina i motivi per cui alla fine è stato scelto.

«Come me, John du Pont era un tipo molto alla buona. La gente non si aspettava che facesse tutto quello che ha combinato».

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