Secondo i suoi amici più cari Julia Roberts cercò di aiutare in ogni modo la sua sorellastra Nancy Motes, scrivendole parole piene di affetto e offrendosi di pagarle un periodo in rehab.

La Motes è morta tragicamente pochi giorni fa all’età di 37 anni in seguito ad una overdose. Da tempo combatteva contro la dipendenza dalle droghe e a quanto pare prima di morire ha lasciato una lettera alla Roberts, 46 anni, accusandola di averla abbandonata.

Gli insider assicurano tuttavia che la diva ha sempre fatto tutto ciò che era in suo potere per aiutare la donna.

«Julia non è quella strega che Nancy ha descritto», ha riferito una fonte al magazine britannico Closer.

«Ha combattuto con le unghie e con i denti per aiutarla. Le scriveva lettere lunghe e piene d’amore in cui diceva di volerle bene e le chiedeva di iniziare a farsi curare. Le ha addirittura offerto di pagarle un periodo in rehab, lo scorso anno. La sua morte l’ha sconvolta».

Gli amici della Motes sostengono invece che né la Roberts né sua madre Betty le hanno mai dedicato l’attenzione che meritava. Non solo: c’è addirittura chi pensa che il suicidio fosse stato pianificato per coincidere con la stagione degli Oscar, dove l’attrice sarà in corsa per un ruolo da non protagonista in «I segreti di Osage County».

Ne ha accennato in un’intervista il fratello del fidanzato della defunta, Conner Dilbeck: «Stiamo parlando di persone che hanno un potere molto delicato, che sono sempre sotto i riflettori. Quel potere può essere distrutto molto facilmente se episodi infelici le fanno apparire più cattive. Devono stare attente: questo potrebbe distruggere le loro carriere o la loro cerimonia degli Oscar».

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