Che facciamo tutto il giorno in lockdown? Smartworking (nel migliore dei casi), maratone Netflix, chiamate su Zoom, leggiamo, cuciniamo, ci annoiamo. E ci guardiamo. Sì, ci guardiamo allo specchio anche più di quanto non facessimo prima perché abbiamo più tempo e meno cose interessanti da fare e su cui concentrare la nostra attenzione. Quindi ci ispezioniamo e confrontiamo, studiamo l'arrivo di nuove rughe, di capelli bianchi e cellulite. Non siamo contenti di ciò che vediamo. La British Association of Aesthetic Plastic Surgeons (BAAPS) afferma che i suoi medici hanno segnalato aumenti fino al 70% nelle richieste di consultazioni virtuali durante questo periodo: la chirurgia estetica sta diventando sempre più popolare ed è un fenomeno su cui riflettere.

in pandemia ci vediamo più brutti e aumenta la chirurgia plasticapinterest
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"Le persone hanno più tempo a disposizione. Passano più tempo davanti allo specchio o concentrati su se stessi, quindi diventano più critici", spiega al The Guardin il dottor Jacob Sedgh, chirurgo plastico facciale della California. A questo si aggiunge anche un aspetto economico: "Le persone non stanno spendendo tanti soldi per viaggi o vestiti, invece investono più soldi nel fitness o nell'avere un bell'aspetto". Del resto a molti di noi è capitato di decidere di "sfruttare" la quarantena per fare esercizio e sfoggiare un fisico da urlo una volta finite le restrizioni. "C'era questa idea generalizzata che, con tutti questi mesi a casa, se non avevi un aspetto migliore di prima... allora non ti eri impegnato davvero per realizzare qualcosa", racconta Kaafiya Abdulle che ha appena subito un intervento di aumento del seno. "È stato allora che ho iniziato a pensare che forse avrei dovuto fare qualcosa per il mio seno", aggiunge. Il fenomeno è in continuo aumento e il dottor Sedgh spiega di aver notato un crescente numero di nuovi pazienti che non hanno mai subito una procedura cosmetica prima. Gli interventi chirurgici e non chirurgici più ricercati sono la rinoplastica, il lifting, il filler e il Botox e con il lockdown c'è anche la possibilità di riprendersi completamente senza mostrare a nessuno garze e gonfiori.

Tra i motivi di questo fenomeno, poi, ci sono anche le ore passate in videochiamata a osservare la nostra faccia nel video. "Le fotocamere dei cellulari hanno un effetto fisheye, che esagera l'immagine", spiega il dottor Steve Pearlman, un chirurgo plastico di New York City, "Fa sembrare il naso più grande o un naso già storto appare più storto". Nel mentre sui social - che di questi tempi ci fanno anche troppa compagnia - continuiamo a vedere selfie e foto perfette e appositamente filtrate che esaltano un certo canone estetico a cui, alla lunga, sentiamo il dovere di conformarci. Può risultare triste pensare come in un momento così difficile si finisca per dare ancora più importanza a bisogni estetici dati dalle pressioni sociali. Eppure, allo stesso tempo, sembra una conseguenza inevitabile. Per non essere schiavi della bellezza bisognerebbe smettere di pensare continuamente al corpo e di percepirlo in primis come qualcosa da guardare. Bisognerebbe provare a concentrarsi su quello che ci dà la possibilità di fare, pensare, provare. Certo al momento non è facile e quindi si torna al punto di partenza. Ne usciremo migliori? Ne usciremo più belli? Per ora possiamo solo dire con un certo grado di certezza che ne usciremo (parecchio) più stressati.

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Elisabetta Moro

Nata a Padova, vivo tra Londra e Milano. Dopo la laurea in Giurisprudenza, mi sono specializzata in Studi di Genere con un Master in Women’s Studies nel Regno Unito. Oggi scrivo di attualità, costume e pop culture, focalizzandomi in particolare su tematiche legate al femminismo, alle questioni di genere e ai diritti civili.