L'ultima ad aver denunciato il rapporto tossico tra bellezza, ricerca ossessiva della perfezione e salute mentale è stata Ludovica Bizzaglia. La realtà, infatti, è che accettare i propri difetti e le imperfezioni è sempre più difficile, persino per chi — come lei — sembra avere una vita invidiabile. La responsabilità, spesso, è dei social, che trasmettono un'idea di perfezione inarrivabile e impossibile da ricreare. E se, a volte, il risultato è solo un po' di invidia o una tristezza passeggera, la ricerca della perfezione può sfociare in ossessione. A rimetterci è la nostra salute mentale. Lo conferma anche la Dottoressa Francesca Gigliarelli, psicologa di MioDottore: «Dietro alla mente di un perfezionista, molto spesso incappiamo nella presenza di tratti ossessivi, competitivi e un costante senso di insoddisfazione, come se non si fosse mai abbastanza». Come riconoscere il problema? «Nelle forme di perfezionismo patologico, i meccanismi più ricorrenti sono la tendenza a procrastinare, a investire una quantità eccessiva di tempo per completare un'attività che ad altri non ne richiederebbe, non vedere un'attività come finita finché il risultato non è perfetto secondo determinati standard e non sentirsi in grado di eseguire un compito a meno che non si sappia di poterlo svolgere perfettamente». Senza considerare che «un vero perfezionista teme di essere costantemente criticato, proprio perché tende ad aspettarsi che anche gli altri siano altrettanto esigenti».

"Perfezione" è una parola maledetta: l'ossessione per la bellezza

La ricerca ossessiva della perfezione «non è che la ricerca dell'illusione della perfezione e non fa che allontanare dalla possibilità di vivere profondamente la vita, le relazioni e il rapporto con noi stessi». La ragione è molto semplice: spesso, infatti, si crede che il successo sia legato al perfezionismo, ma sono due concetti molto diversi tra loro. «La tendenza al perfezionismo può portare a risultati opposti a quelli desiderati, rendendo più difficile il raggiungimento degli obiettivi prefissati». Un problema valido tanto nella vita e nel lavoro/studio, quanto nella cura di sé. Per avere un rapporto sano con il proprio corpo, infatti, è necessario mettere da parte sentimenti di inadeguatezza, insuccesso, ansia e stress. Guardando oltre ciò che si considera perfetto e che, addirittura, potrebbe costituire un ostacolo nel raggiungimento della felicità.

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L’ossessione per la perfezione si ripercuote sulla nostra salute mentale.

Come difendersi da questa ricerca vana e pericolosa della bellezza perfetta?

Idealmente, provare ad avere un'identità certa e sana è il primo passo per distinguere ciò che è sano da quello che non lo è. «Il costo affettivo ed emotivo che, in qualche modo, deve pagare un perfezionista è piuttosto alto in termini psichici». Certo, scuola, famiglia e amici hanno un ruolo fondamentale nel dare strumenti adeguati per affrontare gli ideali di perfezione imposti dai media, anche se un aiuto professionale può essere utile nei casi più difficili. Lo scopo è «comprendere cosa si cela sotto al disagio e alla sofferenza e apprendere al contempo nuove strategie relazionali e una maggiore consapevolezza emotiva». Dietro alla compulsiva ricerca della bellezza, infatti, si nascondono spesso ben altri problemi.


Social media: amici o nemici?

«Oggigiorno, i social rivestono un ruolo molto importante, sia in senso positivo — offrendo dei modelli di bellezza svincolati dai canoni della perfezioneche in senso negativo, rimandando a un'immagine irreale dell'altro». Troppo spesso, infatti, i social ci restituiscono un'immagine patinata di una bellezza perfetta, cui si unisce una vita altrettanto sublime. Il risultato è una visione distorta della realtà, in cui sembra doveroso essere sempre impeccabili per avere successo, per piacere agli altri, per essere felici.

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Agostina Valle//Getty Images
Siamo nati per essere veri, non perfetti.

Bellezza, perfezione, ossessione: cosa sta succedendo nella nostra società?

«L'aspirazione ad apparire belli e perfetti sembra pervadere la nostra società, che è — d'altra parte — altamente competitiva». Sono soprattutto i più giovani a risentirne, naturalmente, rischiando di sentirsi inadeguati, specie se non sentono di corrispondere a determinati standard. «Molto spesso i pazienti che si rivolgono a me con questa problematica, non lamentano solo ansia, ma anche depressione, disturbi del comportamento alimentare e autolesionismo». Un problema che può essere peggiorato dalle pressioni sociali: non è certo un caso che siano sempre più le celeb a denunciare il proprio disagio. C'è speranza? Fortunatamente, sì. «Negli ultimi periodi sto assistendo a varie forme di ribellione, che sono di grande esempio per tutti noi, in primis per gli adolescenti».

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      Beatrice Zocchi

      Beauty addicted per vocazione, ho fatto della ricerca della skincare perfetta una missione. Amo scovare nuove tendenze, ma non chiedetemi di tingermi i capelli. Mai sottovalutare il potere della bellezza: il rossetto giusto può cambiarti la giornata.