«Diventare European climate pact ambassador è un’imperdibile occasione per un attivista green, perché ti permette di fare da ponte tra l’UE e i cittadini sui temi fondamentali della lotta al cambiamento climatico». A parlare è Roberta Bonacossa, 27 anni, co-founder di Change for Planet, una delle numerose associazioni ambientaliste no profit che hanno aderito alla campagna 30x30. Ma cosa fa, in pratica, un ambasciatore del clima? Le abbiamo rivolto qualche domanda per capire meglio come funziona questa importante carica del volontariato.

Cosa fa un European climate pact ambassador?

«Rappresenta la propria associazione partecipando a riunioni e confronti con altri ambassador e proponendo iniziative. In pratica, gli ambassador fanno da ponte tra i cittadini e l'Unione Europea, e devono informare e ispirare i giovani su queste tematiche».

Qual è l’obiettivo di questa iniziativa?

«Rientra nell’attuale strategia dell’Unione Europea che dopo aver promosso la campagna European Climate Pact ha deciso di coinvolgere diverse realtà emergenti, in modo che agiscano a livello locale per promuovere stili di vita e iniziative sostenibili contro il cambiamento climatico. Ed è solo il primo passo, perché l’Eu ha grandi progetti. Creerà dei veri e propri hub e spazi di partecipazione nei vari Paesi aderenti. Per ora, a causa del Covid-19, è tutto online, ma non appena sarà possibile verranno organizzati eventi in presenza e gli ambassador avranno la possibilità di contribuire direttamente».

Come si fa a diventare climate ambassador dell'Unione Europea?

«Dal momento che sei un attivista, è semplicissimo. Basta andare nella pagina “Become an Ambassador” della sezione European Climate Pact del sito ufficiale dell’Unione Europea. Qui trovi l’application da compilare online. Io ho fatto così. Dopo qualche settimana ricevi la nomina».

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Roberta Bonacossa presenta il progetto Be Part of The Change presso lo SpazioZAP del Comune di Firenze (ottobre 2020).

Come sei diventata un'ambientalista?

«All’università studiavo legge ed ero più interessata ai diritti umani, ma la mia coinquilina era ambientalista e mi ha spinto ad approfondire anche questi temi. Ho capito così che l’emergenza climatica è frutto di una società che vive di disuguaglianze. Le risorse naturali sono limitate, ma le usiamo come se non lo fossero e senza alcun rispetto. Il clic è stato quando ho preso coscienza che il rapporto dell’uomo verso la natura era distorto. Lì ho capito che dovevo cambiare punto di vista».

Sei co-founder di un’associazione green. Com’è nata?

«L’ho fondata con altri attivisti all’indomani della prima Local Conference of Youth for future (Lcoy) supportata dall’Onu in Italia, che si è svolta nel 2019 a Firenze, e che ho contribuito a organizzare. C’erano numerosi partecipanti e tavole tematiche, si parlava di economia circolare, mafie, emergenza climatica, futuro del mare. Abbiamo elaborato proposte concrete che poi abbiamo portato al Comune di Firenze e a diversi ministri. Lì ho conosciuto un gruppo di ragazzi, eravamo tutti giovani e pieni di entusiasmo e abbiamo deciso che questa energia non doveva andare dispersa, e che avremmo continuato. Poi è arrivato il Covid, ma non ci siamo fermati: abbiamo fondato l’associazione durante il lockdown e ad agosto 2020 è nata ufficialmente. Siamo in 10 fondatori di varie città, Pavia, Firenze, Arona, Venezia ecc.

Il vostro programma per quest’anno?

«Abbiamo lanciato il Progetto Be Part of The Change: tavole rotonde mensili (al momento online) che trattano i 17 obiettivi (due al mese) stabiliti dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu, tra cui sconfiggere la povertà e la fame, la parità di genere, la riduzione delle disuguaglianze… Occuparsi di climate change, infatti, non significa solo pulire i parchi, è un problema complesso legato a fattori sociali ed economici. Affrontiamo i temi con esperti e poi formiamo dei gruppi di lavoro per fare delle proposte. L’obiettivo finale è redigere un report a settembre. Tracceremo la situazione dello sviluppo sostenibile ambientale in Italia, raccoglieremo le idee dei partecipanti e manderemo il documento alle istituzioni. Proprio in questi giorni abbiamo ricevuto conferma dal nuovo Ministero della Transizione Ecologica che questo progetto rientrerà nell'iniziativa Youth4Climate: Driving Ambition che precederà la Pre-Cop prevista a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre 2021».

Chiunque può partecipare agli incontri?

«Gli eventi di Be Part of The Change sono gratuiti e aperti a tutti ma ci si deve iscrivere, basta andare sui nostri social. Di solito, siamo circa 30/40 persone a ogni appuntamento. Il prossimo sarà il 20 marzo e tratteremo di città sostenibili ed energia».