Paese che vai, Cosmopolitan che trovi: è lo spirito con cui, ogni volta che viaggio, vado a caccia delle mie riviste preferite nei posti in cui mi trovo. Dall’aeroporto, all’edicola. E Cosmopolitan, ovviamente, è tra queste. Patinata, cool e glamour tanto quanto le sue edizioni sorelle nel mondo, ogni volta che ho sfogliato un’edizione cinese di Cosmopolitan mi sono chiesta: ma le nuove generazioni ricevono abbastanza educazione sessuale? Di sesso in Cina se ne parla abbastanza in modo sano e costruttivo? È stato ponendomi queste domande che ho scoperto il meraviglioso lavoro di Li Yinhe, attivista dei diritti LGBTQ+ e prima sessuologa donna che si batte in Cina per l’educazione sessuale 🙌.

Negli ultimi 20 anni, la Cina ha vissuto una vera e propria rivoluzione sessuale, incoraggiata anche dall’attivismo di Li Yinhe. “Nel 1989 ho svolto un sondaggio – ha rivelato l’esperta a bbc.com nel 2016. – Ad aver fatto sesso prima del matrimonio era il 15,5% della popolazione. Nell’ultimo sondaggio svolto invece due anni fa, i dati erano saliti fino al 71%”. È facile comprendere perché Li Yinhe abbia parlato alla BBC di “rivoluzione sessuale”: la fonte spiega che in Cina, fino al 1997, fare sesso prima del matrimonio era illegale 🙅. Illegale come lo sono state la pornografia e la prostituzione. Ancor prima, negli anni in cui Mao Zedong fu al potere, “scrivere d’amore era considerato bourgeois”. Divenne però possibile verso la fine degli Anni 50, a differenza dell’argomento sesso: l’esperta precisa che per poter scrivere e parlare di sesso, giornalisti e autori dovettero aspettare gli Anni 80 (intanto, in Europa, c’erano già stati i rivoluzionari Anni 60 con la minigonna e la pillola anticoncezionale).

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Lin Yinhe è una delle più importanti sessuologhe in Cina!

Lin Yinhe ha vissuto questo processo di graduale apertura in prima persona: nel 1998, la pubblicazione del suo libro The Subculture of Homosexuality fu vietata in Cina, ma resa possibile grazie a una casa editrice di Hong Kong. Inoltre, solo chi ebbe il permesso a mezzo lettera dei propri datori di lavoro ebbe il permesso di acquistare il libro. “Inizialmente fui informata di bruciare tutte le copie, ma poi 60mila volumi andarono sold out, e la nota iniziale passò in secondo piano”, racconta Lin Yinhe. E quando qualcuno si scagliò contro di lei dicendo “Sei una lesbica non dichiarata”, Li Yinhe rispose nel 2014 dichiarando di essere la partner di un uomo transgender 🌈🌈🌈.

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Li Yinhe è anche un’attivista dei diritti LGBTQ+ in Cina.

L’attivismo di Lin Yinhe oggi prosegue con la verve di sempre e continua a battersi perché la Cina riconosca i matrimoni gay. Tuttavia, il trascorso storico lascia ben immaginare perché ci siano tematiche che l’edizione cinese di Cosmopolitan (ricordiamoci che in Cina, il Partito Comunista controlla - e censura, all'occorrenza, l'editoria) non può ancora trattare. Da sempre considerata - in occidente! - come la rivista “bibbia del sesso”, nel 2016 jingdaily.com ha affermato che l’edizione cinese di Cosmopolitan è attiva nella “difesa il potere femminile”. Okay, ma come? “Incoraggiando le donne a guardarsi dentro in modo olistico, dal vestito ai cosmetici fino alle relazioni con gli uomini: argomenti che celebrano l’individualismo assertivo delle donne e la ricerca della felicità”, aveva precisato. Un’affermazione che trova riscontro anche negli ideogrammi presenti in copertina accanto al nome della rivista stessa: shí shàng 时尚, che significa “moda”, lascia intendere chiaramente l’approccio della linea editoriale maggiormente focalizzato su tendenze di passerella e street style.

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Intanto, la good news sull’educazione sessuale in Cina è quella che vede l’implementazione del programma Healthy China Initiatives. Partito già nel 2019, unesco.org precisa che il programma decennale (gli obiettivi sono fissati al 2030! 💪) ambisce a coinvolgere maggiormente i genitori e renderli parte attiva di tale conversazione, ma anche sostenere le istituzioni scolastiche investendo in corsi e docenti esperti. “L’educazione sessuale che ho ricevuto alle scuole media si è limitata a semplici conoscenze del sistema riproduttivo durante le lezioni di biologia, e a una lezione sulle mestruazioni per sole ragazze - ha affermato la studentessa Guo Yueping che è anche membro attivo del collettivo China Youth Network. – Ricordo due studentesse rimaste incinta: furono espulse dalla scuola”. Ora okay le tendenze moda ma, Cosmo Cina, se ci senti: batti in un colpo.

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