Nella top ten delle pandemic words - ovvero quelle parole che prima della pandemia nessuno si filava e ora sono sulla bocca di tutti - c'è senza dubbio "smart working". Certo anche prima si parlava di lavoro agile, di passare più tempo a casa, dei benefici di potersi gestire in modo più flessibile, ma era tutto molto molto ipotetico. Se la crisi sanitaria ha portato a qualche cambiamento è stato proprio a livello lavorativo con tutti i pro, i contro, i "se" e i "ma" che hanno acceso le discussioni di questi mesi non proprio easy. Ora grazie ai vaccini sembra di vedere la luce infondo al tunnel, siamo qui che osiamo immaginare un futuro post pandemia e naturalmente ci chiediamo: dove lavoreremo? Smart working o non smart working? Questo è il dilemma e non solo nostro: la Silicon Valley è letteralmente divisa sul tema: Facebook dice sì, Google ni, Amazon forse, insomma è l'hot topic dell'estate. Cerchiamo di capirci qualcosa...

facebook sceglie lo smart working a tempo indeterminato ma la discussione è apertapinterest
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Mark Zuckerberg prevede di trascorrere fino alla metà del 2022 lavorando da remoto

Partiamo col dire che Mark Zuckerberg ha amato lavorare a casa: pigiama, divano e call su Zoom per lui sono un grande sì (dovremmo chiedere cosa ne pensa sua moglie, forse). “Ho scoperto che lavorare da remoto mi ha dato la possibilità di fare riflessioni più di lungo termine e mi ha aiutato a stare di più con la mia famiglia, il che mi ha reso più felice e più produttivo” ha dichiarato il nostro Mark al Wall Street Journal aggiungendo di voler lavorare da casa almeno per sei mesi l’anno (notare che l'ha fatto in diretta dalla sua tenuta alle Hawaii dove anche noi saremmo molto più produttivi). Facebook quindi si adatterà al volere del big boss e ha annunciato la possibilità per tutti i dipendenti di scegliere lo smart working anche a tempo indeterminato. Massima disponibilità, quindi: grazie ai progressi nella lotta al Covid-19 e alle campagne di vaccinazione, gli uffici FB negli Stati Uniti saranno aperti al 50% dall’inizio di settembre e al 100% a ottobre. Allo stesso tempo, però, Facebook vuole rafforzare le possibilità in termini di telelavoro, compreso il programma di supporto per i dipendenti che desiderano emigrare dagli Stati Uniti al Canada o ​​nel Regno Unito. Zuckerberg ha stimato che metà della forza lavoro della piattaforma potrebbe lavorare da remoto entro dieci anni.

facebook sceglie lo smart working a tempo indeterminato ma la discussione è apertapinterest
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Secondo l’amministratore delegato di Google Sundar Pichai "Il futuro del lavoro è la flessibilità"

Sulla stessa linea, anche Twitter ha offerto ai propri dipendenti l’opportunità di lavorare da casa a tempo indeterminato mentre Google e Microsoft puntano sui sistemi misti. In un messaggio ai dipendenti, l'amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, ha scritto che l'azienda passerà a una settimana lavorativa ibrida in cui la maggior parte del personale "trascorrerà circa tre giorni in ufficio e due giorni dove lavora meglio". L'idea però è di lasciare sempre più spazio allo smart working dato che, secondo Pichai "Il futuro del lavoro è la flessibilità". Maggiore rigidità, invece, da parte di Amazon che ha comunicato ai dipendenti che saranno i capi dei diversi team a stabilire quali giorni della settimana (almeno tre) sarà necessario presenziare in ufficio.

In generale, però, sembra esserci una certa resistenza da parte dei lavoratori a tornare alla situazione pre pandemia tanto che alla Apple diversi dipendenti hanno minacciato di dare le dimissioni se costretti a tornare in ufficio. Del resto, la pandemia ha mostrato che una maggiore flessibilità è di fatto possibile e tornare indietro dopo un enorme sforzo di adattamento sembra l'opzione meno gradita. Inutile negare che lo smart working sia stato spesso difficile da gestire e che abbia pesato soprattutto sulle donne con i figli a casa da scuola per via del lockdown. A questo si aggiunge l'esigenza di tornare a vedersi di persona per riprendere una maggiore socialità oltre al rischio di rimanere sempre connessi senza più limiti netti tra lavoro e riposo. Nonostante tutto, però, gli esperti continuano a sostenere che un lavoro più flessibile e adattabile alle esigenze familiari dei lavoratori rappresenti la migliore soluzione per un buon bilanciamento tra vita personale e lavorativa. Molti dipendenti la pensano allo stesso modo e in Italia, secondo una ricerca dell'Inps, il 54% dei lavoratori opterebbe per una forma ibrida in modo da potersi organizzare tra lavoro da remoto e in presenza. Inoltre, secondo l'indagine Business Leaders Survey, realizzata da Business International in occasione della Fiera Milano Media, il 48% delle aziende italiane sarebbe a favore di mantenere stabilmente lo smart working. Certo sarà necessario nei prossimi mesi sviluppare delle soluzioni che, al di là dell'emergenza, vadano davvero incontro alle esigenze di tutti anche puntando sull'innovazione delle tecnologie aziendali. Per il resto, chi è davvero fan dello smart working dovrebbe mandare un cv a Spotify che ha scelto il modello “Work from Anywhere” offrendo ai suoi circa 6500 dipendenti la possibilità di lavorare da qualsiasi parte del mondo a casa o in uno spazio di co-working pagato dall'azienda. C'è chi al presente preferisce decisamente il futuro!