È vero, se si parla di global warming e temi affini le brutte notizie sono dietro l'angolo. Ma non è tutto nero, perché a proposito di un argomento così delicato bisogna riconoscere che ci sono aspetti positivi, come quelli di una nuova sensibilità che sta germogliando in seno ai più giovani. Digitando «Gen Z» su qualsiasi browser, ecco che tra i primi suggerimenti di ricerca appare «gen z e sostenibilità». Perché? I due termini vanno a braccetto: troppo spesso identificata come la generazione cresciuta con il digitale, la generazione dell'apparenza, che vive la propria vita (virtuale) sui social, la Gen Z è, invece, la Voce in tema di sostenibilità ambientale. Infatti, i nati tra il 1995 e il 2010 sono i più informati, relativamente alla loro età, intorno alla questione dell'inquinamento e del surriscaldamento climatico, i primi a denunciare uno stile di vita non sostenibile e ad alto impatto sulla salute del pianeta e della società e a sposare abitudini consapevoli per invertire il trend.

Si è parlato, addirittura, di un nuovo '68, un periodo di dimostrazioni in piazza dei più giovani, che sicuramente senza l'arrivo della pandemia avrebbe visto moltissimi di loro continuare a protestare nelle città di tutto il mondo. Fridays for Future, Extinction Rebellion, Youth4Climate e molti altri gruppi capitanati da giovani leader dimostrano l'attenzione crescente nei confronti del tema, con manifestazioni che sono state in grado di accendere, finalmente ma non ancora abbastanza, il riflettore sulle produzioni ad alto impatto ambientale che cercano di stare dietro a una continua domanda di consumo compulsivo.

I governi hanno risposto con summit straordinari: «Vi ascolteremo, ve lo garantisco» era stata la risposta di Mario Draghi al discorso di Greta Thunberg sull'inerzia dei politici mondiali, «noi adulti» aveva detto, «abbiamo creato questo problema, non i giovani». E stavolta non servono tante parole, ma un impegno concreto.

Giovani e sostenibilità: i dati

Da uno studio condotto su un campione di 100 ragazzi italiani tra i 18 ed i 26 anni con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) emerge che gli adolescenti si dimostrano sempre più sensibili ai temi che riguardano la sostenibilità, intesa maggiormente come rispetto e difesa ambientale (41%), ma anche presa in considerazione dal punto di vista sociale (23%) e alimentare (33%). Per la grande maggioranza, la sostenibilità è una priorità a livello globale.

Una tendenza che, per fortuna, riguarda tutti, e i dati lo dimostrano. Da una recente ricerca SAP, il 49% del campione dichiara che la sostenibilità è un elemento essenziale per acquistare un’auto e il 51% tiene conto delle emissioni del produttore per decidere quale modello acquistare. Il 46% valuta l’origine sostenibile dei materiali e il 45% il riciclaggio dei componenti alla fine della vita del veicolo.

L'impegno delle aziende del futuro per l'ambiente

    Sempre più realtà aziendali, consce della situazione in cui ci troviamo, in cui nessun tipo di attività del quotidiano può ritenersi realmente sostenibile, hanno preso provvedimenti per limitare l'inquinamento dovuto alla produzione; altre, inoltre, hanno deciso di offrire beni interamente sostenibili, in modo da mitigare l'impatto che la nostra vita di tutti i giorni può avere sul pianeta. Tra queste anche CUPRA, la casa automobilistica spagnola che ha annunciato l'uscita di un nuovo modello 100% elettrico della propria gamma, un'autovettura che segue il posizionamento non convenzionale e contemporaneo del brand. Il claim della campagna di lancio di CUPRA Born è proprio «L'impulso di una nuova generazione»: su 5 maxischermi, l’accuratissimo render tridimensionale di CUPRA Born simula movimenti dell’auto dettati da un impulso, ovviamente a impatto zero.