Si parla di voto ai fuori sede da tanto tempo, di solito in concomitanza delle elezioni quando è troppo tardi per cambiare le cose e gli studenti (e lavoratori) che vivono fuori dal comune di residenza si trovano a dover pagare treni e aerei per tornare a votare. Quest'anno, per la prima volta, complice una mobilitazione da parte di The Good Lobby, Will e alla Rete Voto Sano da Lontano, le matite a Sanremo e diverse manifestazioni, le cose dovrebbero cambiare. La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato all’unanimità un emendamento al cosiddetto decreto-legge “Elezioni” che dovrebbe consentire in via sperimentale agli studenti fuori sede (ma non ai lavoratori) di votare alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno, senza dover tornare nel comune di origine.

Ancora a luglio 2023 la Camera aveva approvato una legge delega al Governo per consentire a tutte le categorie di fuori sede (5 milioni di persone) di votare nel luogo di domicilio. La legge era poi passata al Senato e rimasta bloccata per 7 mesi nella Commissione Affari Costituzionali finché l'avvicinarsi delle elezioni europee non ha riportato il problema alla ribalta. Si è quindi arrivati a un compromesso: una misura sperimentale per i soli studenti e circoscritta alle elezioni europee. Ma come funzionerà questo voto per i fuori sede in base al nuovo emendamento?

Ecco come votare se sei fuori sede

Intanto è fondamentale specificare che ogni studente fuori sede dovrà inoltrare una richiesta per votare a distanza almeno 35 giorni prima del voto (circa alla fine aprile), al proprio Comune di residenza. Una volta ricevuta la domanda, l’amministrazione, avrà 15 giorni di tempo per approvarla e trasmetterla al comune di domicilio (quello dove si studia), che dovrà quindi rilasciare, entro 5 giorni dal voto, un'autorizzazione da presentare al seggio.

Una volta ottenuta l'autorizzazione, si presentano due possibili scenari. Chi studia in una città che fa parte della stessa circoscrizione elettorale rispetto al proprio comune di residenza potrà votare in un seggio apposito del comune di domicilio. In tal caso, infatti, non ci sono grossi problemi perché i partiti e i candidati sono gli stessi. Le circoscrizioni elettorali per le elezioni europee si dividono in Italia nord-occidentale (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria e Lombardia), Italia nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna), Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche e Lazio), Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) e Italia insulare (Sicilia e Sardegna). Va da sé che la possibilità di trovarsi invece in una circoscrizione diversa non è così remota. Chi si trova in questa situazione non potrà votare nel comune dove studia, ma dovrà recarsi nel rispettivo capoluogo di regione dove sarà allestita una “speciale sezione elettorale” ogni 800 elettrici ed elettori fuori sede ammessi al voto.

C'è, infine, un'ultima eccezione: nelle circoscrizioni dove, assieme alle elezioni europee si vota anche per le elezioni Amministrative non sarà comunque possibile votare a distanza per eleggere il proprio sindaco. Il voto a distanza, dunque, vale strettamente per le elezioni europee e va inteso come un esperimento (che già mostra diverse criticità), in attesa che venga stabilita una soluzione più duratura come avviene nella maggioranza degli Stati europei.