Oggi è l'8 marzo, la Giornata Internazionale della Donna eppure, come fa notare la poliziotta Alessandra Accardo «solo quando non ci sarà più bisogno di celebrare queste ricorrenze potremo dire di aver vinto tutti». Nell’ottobre 2022 Accardo è stata ferocemente aggredita e violentata da un uomo che oggi è stato condannato a 14 anni per violenza sessuale e tentato omicidio. Da allora, dopo aver rischiato la vita e vissuto una violenza inaudita, si batte perché la sua esperienza possa servire ad altre donne: per uscire da situazioni violente, per identificare i comportamenti pericolosi e costruire un mondo più giusto e paritario. «Mi auguro di vedere quel momento», dice a Repubblica, «Lo spero, ma temo che non arriverà tanto presto».

«Credo che alla base ci sia un malinteso concetto di possesso», commenta parlando delle cause della violenza di genere nelle sue più varie forme, «Alcuni uomini, per sentirsi affermati, hanno bisogno di considerare la donna come un essere inferiore. Il fatto che le donne, oggi, siano realizzate in tutti i settori e in ruoli delicati rappresenta una grande vittoria. L’uomo intelligente non ha difficoltà a considerare la donna sullo stesso piano. Altri invece, ne hanno paura. Ci sono tanti esempi». Accardo si rivolge poi alle donne perché cerchino di individuare i campanelli di allarme, soprattutto con i partner o nel rapporto con gli ex: «Parlate, confrontatevi. Non abbiate paura di chiedervi se la relazione che state vivendo è sbagliata. Se si resta in silenzio e ci si chiude in sé stesse, non si riesce a comprendere se dietro a una storia, un rapporto di lavoro o un atteggiamento di qualsiasi tipo si nasconde un pericolo. E se vi rendete conto di essere vittime di un reato, denunciate senza esitazione».

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Sappiamo che non è facile, che rivolgersi alla giustizia porta troppo spesso a una gogna mediatica e che le voci delle donne ancora faticano a venire prese sul serio e rispettate. Il cambiamento necessario è molto più profondo, culturale e passa attraverso l'educazione (compre quella sessuo-affettiva), le narrazioni mediatiche non stereotipate, i programmi di formazione e sensibilizzazione, il sostegno ai centri antiviolenza e anche la responsabilità maschile. «Non voltatevi dall’altra parte», dice Accardo agli uomini, «Troppe volte si resta in silenzio, oppure si ammicca con complicità, quando vengono rivolti apprezzamenti a una donna in un locale pubblico, in strada o sui luoghi di lavoro».