Secondo ai dati di un report dell'Istituto Toniolo citati da Repubblica, in Italia, nel 2023, sono nati 379 mila bambini: nel 2022 erano 393 mila, nel 2021 poco più di 400 mila. Numeri, questi, che fotografano un tasso di denatalità destinato a decrescere in modo ancora più evidente nei prossimi anni. E non solo per i motivi più ovvi legati all'impossibilità economica, al welfare che non supporta i genitori, al lavoro che non c'è o ai problemi di infertilità che molte coppie incontrano sul loro cammino quando desiderano diventare genitori. Secondo il report e l'analisi del quotidiano, la questione si è fatta pure culturale: su 7 mila donne tra i 18 e i 34 anni raggiunte per parlare della questione, il 21% ha affermato di non volere figli e il 29% di essere poco interessata alla cosa. Nel segmento di donne nate tra gli Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, il 22% non ha bambini; tra queste, il 12% si dice childfree. Su 14 milioni di coppie censite in Italia, 8,7 milioni hanno figli e 5,3 milioni no: a prescindere dai fattori contingenti (motivi anagrafici, economici, biologici) il desiderio, anzi, l'assenza di desiderio di diventare genitori è un fenomeno che sempre più coppie - e non solo donne come si potrebbe pensare - stanno rivendicando. Tratteggiando un movimento prima di tutto sociale, oltre che individuale.

Il diritto di non volere figli

Non è un caso che il 1 agosto si celebri il Child Free Day, giornata internazionale che propone con un calendario di eventi e incontri che mira a superare lo stigma e a rivoluzionare l'approccio famiglia-centrico post bellico, ormai ampiamente superato. Il report dell'Istituto Toniolo ha confermato una tendenza già in atto da molti anni non solo in Italia ma nel mondo intero: un'indagine di YouGov datata 2020 confermava ad esempio che il 51% dei cittadini gallesi e inglesi senza figli tra i 35 e i 44 anni non aveva alcun desiderio di diventare genitore negli anni successivi. Dati simili arrivano dagli Stati Uniti, dove a questioni più strettamente legate ai limiti della società americana si lega anche la paura di peggiorare la situazione climatica e ambientale mettendo al mondo nuovi esseri umani: si chiamano GINK (vuol dire green inclinations, no kids). Le sfumature della scelta childfree sono svariate: oltre ai Gink ci sono anche i permanent postponer che ancora non hanno deciso se fare figli rientra nelle loro priorità di vita. In questo universo variegato in cui i figli non rientrano nei piani futuri delle coppie per le ragioni più svariate, quello che appare chiaro è che non c'è spazio per il giudizio: non esiste una gerarchia dei desideri, dicono a gran voce i sostenitori del movimento e gli attivisti della genitorialità , né un tribunale per mettere alla berlina le scelte altrui. Soprattutto quelle fatte con consapevolezza.