Vincono Sanremo 2021 i Maneskin con Zitti e buoni, secondi Francesca Michielin e Fedez con Chiamami per nome e terzo Ermal Meta con Un milione di cose da dirti. I Maneskin hanno vinto con un pezzo superrock (contenuto nel loro album Teatro d'ira che uscirà il 19 marzo) suonato con grande cazzimma sul palco di Sanremo e sono stati sostenuti nella serata dei duetti da Manuel Agnelli, il loro ex coach di X Factor, con il quale hanno cantato Amandoti dei CCCP. Fin dal primo ascolto che avevo fatto del brano (qualche giorno prima dell'inizio del festival), mi erano sembrati molto cresciuti e migliorati. Pronti. E infatti la loro Zitti e buoni è stata apprezzata sia dal pubblico a casa, sia dalla giuria demoscopica, sia dalla temutissima giuria dei giornalisti (di cui anche io faccio parte, in rappresentanza di Cosmopolitan) che alla fine si sono trovati a scegliere tra i tre più votati con il televoto. E siccome questa è l'ultima serata, è il momento giusto per tirare un po' le somme: è stato un Festival di Sanremo un po' fiacco d'ascolti (ma si sa la gente è preoccupata per la pandemia, dice Ama), ricco di cantanti (26, mai visti) e pieno di artisti (in gara e ospiti) che inneggiano al no-gender e alla fluidità e contemporaneamente presentato da una coppia di sessantenni che nelle cinque serate ha fatto di battute su culi, presunte omosessualità e mancanza di mascolinità il suo tratto distintivo. È stato il festival della musica indie presentata dalle major, di giovani artisti stonati e di attempati cantanti intonati. Insomma: è stato un festival schizofrenico, contraddittorio, un festival, tutto sommato, nella norma. Ecco i 10 momenti indimenticabili.

Zlatan Ibrahimović che fa il valletto

Sono stati spesi fiumi d'inchiostro sul fatto che Zlatan proprio il valletto non lo sa fare, che legge solo il gobbo, che non fa ridere. Ma siamo sinceri: l'unico vero motivo per cui è stato invitato a Sanremo è fare il bono. E a lui il bono viene benissimo. Con quelle spalle troppo larghe e un po' ricurve fasciate in giacche troppo strette, quella mascella larga e gli occhi a spillo, Zlatan è il classico uomo dal quale tutte vorrebbero farsi sculacciare a letto, e poi, il giorno dopo, non rivedere mai più.

Loredana Bertè (70 anni) e Ornella Vanoni (86 anni) che cantano

Nella prima serata Loredana canta tutte le sue più belle canzoni e il suo nuovo brano (Figlia di..), e viene giù tutto l'Ariston (le sue gambe subito monumento nazionale). Nella serata finale è il turno di Ornella Vanoni che infila un pezzo storico dopo l'altro, e tutte le cantanti presenti a Sanremo (tranne Orietta Berti) mute.

Le lezioni di Orietta Berti

Orietta torna sul palco di Sanremo dopo 29 anni e lo fa cantando una canzone sull'amore per suo marito Osvaldo, con il quale è sposata da 55 anni, e dà lezioni di intonazione e bel canto a tutti (tranne Arisa). A noi di Cosmo ha dato mille lezioni di vita e d'amore ("impara a cedere") e che puoi trovare comodamente qui.

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Beatrice Venezi che si fa chiamare direttore

«Per me quello che conta è il talento e la preparazione con cui si svolge un determinato lavoro. Le professioni hanno un nome preciso e nel mio caso è "direttore d'orchestra"». Applausi.

Il duetto di Arisa e Michele Bravi

Più che un duetto è stata una performance d'arte che quotava Marina Abramović con i due cantanti uniti per le mani che si sostenevano a vicenda. Lui con la voce sottile pronta a spezzarsi, lei forte come un bambù.


Il monologo di Elodie

Ma soprattutto la sua esibizione da disco queen, che ha messo d’accordo tutti: eterosessuali, gay, lesbiche, bisessuali, pansessuali, asessuali. Tutti disposti a cambiare idea.

La rvm di Irama

Siccome una persone dell'entourage di Irama è risultato positivo al Covid, lui non ha potuto esibirsi dal vivo e così abbiamo visto per ben tre volte la registrazione (in playback?) delle prove: completo di pelle, capelli spettinati, stempiatura alta, di Irama abbiamo imparato a riconoscere le pause, quando si tocca il naso e quando la camera ci fa vedere i suoi occhi azzurri. Ci mancherà.


Le performance (tutte) di La rappresentante di lista

In assoluto Veronica Lucchesi, la cantante di La rappresentate di lista (in Valentino tutte le sere) ha la migliore presenza scenica di Sanremo: sa dove va la camera, sa quando guardarla, e sa come muoversi sul palco. Quando canta Amare si scopa la canzone, si scopa il palco, si scopa noi che l'ascoltiamo. Il carisma è una cosa che non si inventa.

Il palloncino a forma di pene

Durante la prima serata, l'infilata di sedie vuote dell'Ariston era stata criticata. Così l'organizzazione ha pensato bene di riempire la platea di palloncini. Qualcuno si è voluto divertire e ne ha infilato uno a forma di pene. Ok.

Le urla di Aiello

Sesso e ibuprofeneeeeeee.