Si tende spesso ad associare la tendenza a fare gossip alle persone anziane, che, avendo molto tempo per dedicarsi agli affari altrui, si impegnano anche a diffonderli. Ma è indubbio che, involontariamente e pur senza intenzioni malevole, almeno una volta nella vita chiunque si sia ritrovato a trasferire informazioni di vario genere su altre persone (assenti in quel momento) durante una conversazione. Non importa lo scopo danneggiare il soggetto del pettegolezzo è forse il più tristemente diffuso – ma il pettegolezzo è una pratica diffusa e socialmente accettata in ogni sua forma, anche quella che mira a diffondere aspetti o storie negative sull'oggetto del gossip.

In larga scala, il gossip non serpeggia solo nella cerchia sociale in cui ci muoviamo quotidianamente, ma si allarga anche in riferimento alle persone famose e agli aspetti più privati della loro vita. Basta pensare alla recente vicenda che ha conquistato ogni pagina di costume della Penisola, ovvero il divorzio Totti-Blasi, per rendersi conto di quanto vicende lontanissime da noi possono essere in realtà potenzialmente molto vicine al vissuto di ognuno, aspetto che genera interesse ed empatia, voglia di saperne di più e, infine, di parteggiare per l'uno o per l'altro.

Ma perché cediamo al pettegolezzo?

I motivi possono essere vari: c'è la vendetta, il peggiore, in cui si diffondono fake news e storie che possono danneggiare il protagonista, anche con effetti devastanti sul suo benessere mentale. Si fa gossip per antipatia nei confronti dell'oggetto del pettegolezzo; uno dei motivi per cui, psicologicamente, siamo spinti a entrare nel vortice del gossip è il senso di potere che si genera dall'avere informazioni private su altre persone. Infine, si fa gossip per rompere schemi e routine, portare pepe nella propria vita, aggiungere stimoli se questi non sono sufficienti a sentirsi vivi o pienamente soddisfatti.

Uno studio pubblicato nel 2021 dal titolo An Integrative Definition and Framework to study gossip ha cercato, in base a centinaia di interviste, di dare una definizione di gossip in particolare in contesti lavorativi, dove le motivazioni per diffondere pettegolezzi hanno valenze ancora diverse da quelle elencate sopra. In generale, uno dei termini più ricorrenti nelle risposte delle persone coinvolte è "gossip uguale mancanza di consenso", perché il gossip altro non un'informazione trasferita a un ricevente su un target che non sa di essere oggetto di quel contenuto. Ciò che hanno rilevato i ricercatori è che la tendenza a fare gossip è umana e generalizzata, appartenente a diverse culture e pratica socialmente accettata e inoffensiva, almeno nella maggior parte dei casi. Soprattutto quando si legge e poi si diffonde un gossip su personaggi famosi (c'è l'imbarazzo della scelta: da Florence Pugh che litiga con Oliva Wilde per Harry Styles, a tutti i nuovi amori veri o presunti, le rotture, i tradimenti in atto nello star system a ciclo continuo), tendiamo a parlare di individui che non fanno parte della nostra cerchia, non conosciamo e percepiamo come lontani e membri di un ambiente che non ci appartiene, dunque a ridimensionare il significato di quella informazione dandogli meno valore, come se de-personalizzassimo il soggetto di cui si parla proprio in virtù del suo status di celeb.

Questo rende quell'informazione meno personale, ne azzera i riverberi negativi e trasforma il gossip in pratica socialmente accettata, piacevole, guilty pleasure estivo.

Il lato positivo del gossip

Esiste, sebbene si pensi il contrario, anche il gossip neutrale, quello che nasce senza intenzioni maliziose, per intenderci. In uno studio pubblicato nel 2019 su Social Psychological and Personality Science, alcuni ricercatori hanno analizzato i dialoghi di più di 450 persone, individuando ben 52 minuti di gossip quotidiano nelle loro parole. Da un'analisi del sentiment, ovvero delle intenzioni alla base di quel trasferimento di messaggio, gli studiosi hanno capito che nella maggior parte dei casi non ci fossero intenzioni negative o malevole. Altri studi hanno puntualizzato il fatto che spesso si fa gossip per sentirsi inclusi in una cerchia sociale cui non si appartiene; lo psicologo evoluzionista Robert Dunbar ha detto che il pettegolezzo è una pratica adattiva e ancestrale, che aiuta a creare i legami tra persone, solidificandoli.

In questo senso, la tendenza a considerare il gossip come un qualcosa di esclusivamente negativo decade: sono le intenzioni con le quali il pettegolezzo viene diffuso che tendenzialmente ne cambiano lo status, rendendolo potenzialmente dannoso, ma questo tipo di messaggio nasce neutro, senza connotazione, come frutto di una pratica nata insieme all'uomo che mira a creare connessioni, cementificare relazioni e tenere aperto il canale comunicativo.