A poche ore dall'inizio della 74edizione del Festival di Sanremo, la riviera ligure inizia ad animarsi con grandi incontri, i bar sulla spiaggia diventano luoghi dove incontrare gli artisti che ogni anno trovano nuovi modi per entrare i contatto con i propri fan, tra i carruggi e il lungomare. E poi c'è la festa di Radio Italia, che riunisce tutti i 30 big in gara per dare inizio alla settimana della Canzone italiana con dj set e balli, dando la possibilità agli artisti di incontrarsi fuori dall'Ariston prima delle prove del lunedì, dove inizia tutto.

Cosmopolitan, che anche quest'anno sarà a Sanremo con il suo evento The Place, era lì, insieme ai grandi protagonisti del Festival, per festeggiare la Musica, e tra chiacchiere e saluti abbiamo fatto a loro qualche domanda: che cosa avresti fatto se non fossi diventato un cantante? Ci hanno prese per mano e portate nella loro altra vita, quella del "se avessero preso l'altra strada", se avessero deciso di non intraprendere questo percorso, di non presentarsi a quelle audizioni, di non registrare il primo pezzo. Oggi vivono per lei, per la musica, ma che lavoro avrebbero fatto se non fossero stati artisti? Ecco cosa abbiamo scoperto di loro.

La festa di Radio Italia a Sanremo, con Cosmopolitan
foto della festa di radio italia a sanremo 2024

Sangiovanni

«Il mio sogno più grande era diventare un programmatore di videogiochi, ma amo anche la moda. Forse sarei diventato designer. Da piccolo ho anche pensato di fare il giornalista. Ma quando ho cantato “Gucci Bag” su un palco per la prima volta ho capito che doveva esserci solo la musica».

Dargen D’Amico

«Sono un grande appassionato di cinema. Avrei voluto scrivere sceneggiature, ma non non è facile passare dalle parole alle immagini. Ho un’ossessione per il ritmo, e allora ho scelto le canzoni. Ho seguito le mie idee. In qualsiasi futuro il traguardo che mi bastava era essere presente a me stesso: succedesul palco».

Angelina

«Ballavo dalla mattina alla sera, ma se non avessi amato la musica forse avrei fatto l’architetto. Dopo il liceo mi sono iscritta all’università, facoltà di Lettere, ma ho scelto in poco tempo di dedicarmi completamente alle canzoni. Se non lo avessi fatto ora sarei in Erasmus da qualche parte nel mondo, con un po’ di ansia per il futuro».

La Sad

Fiks: «Sognavo di fare la rockstar. Senza musica sarei un pilota di aerei e farei skate in California».
Plant: «Mia nonna mi ha regalato una chitarra a otto anni. La musica mi ha salvato da brutti contesti».
Theo: «Volevo diventare un pro skater, ho vinto vari contest. A 18 anni un amico mi ha chiesto di entrare in una band. Quella sera ho visto American Pie, c’erano i Blink 182. E ho scelto».

Alfa

«Da piccolo sognavo di fare il medico, poi ho scoperto che la vista del sangue mi fa svenire. Ho iniziato a studiare chitarra, volevo fare il musicista ed è quello che farei oggi se a 14 anni non avessi iniziato a fare freestyle. È stato il mio turning point. Ho scoperto di avere una voce».

Big Mama

«Amavo cantare e con la fantasia mi proiettavo sui palchi, in studio, nei firmacopie. A sei anni già scrivevo brani per i miei fratelli. Se oggi non cantassi forse farei la cuoca. Cucinare è il mio linguaggio d’amore preferito».

Clara

«Se non ci fosse stata la musica oggi sarei una detective, ma ora non riesco a pensarmi da nessun’altra parte se non sul palco dell’Ariston. La mia vita è cambiata nell’ultimo anno, grazie a “Origami all’alba”».

Geolier

«Non ho mai pensato a un’alternativa a fare il rapper. È giusto sognare e pretendere che i nostri desideri si avverino, è un nostro diritto. Ho capito che ero sulla strada giusta dopo il successo di “P Secondigliano”».

Maninni

«Guardavo tantissimi film, volevo fare l’attore anche perché amavo Kirsten Dust in Spiderman. Nel frattempo suonavo la chitarra. Quando ho iniziato a scrivere canzoni ho capito che qualcuno avrebbe dovuto cantarle. Ho scelto la musica e se non cantassi, porterei avanti la mia carriera da producer».

Il Tre

«Volevo diventare calciatore, purtroppo non è andata così ed è subentrata la musica. Oggi avrei potuto essere nella rosa dell’Inter a giocarmi la Champion o in serie A. Non c’è stato un momento preciso in cui ho deciso che avrei cantato ed è stato tutto così veloce che non ho neanche avuto il tempo di realizzarlo».

Mahmood

«Se non ci fosse stata la musica avrei fatto l’edicolante. Mi piaceva leggere e avrei collezionato tutte le figurine e carte Pokemon. Mamma consigliava dentista, ma cantavo tutti i giorni, dalla mattina alla sera, ancora prima di imparare a parlare».

Rose Villain

«Prima di scoprire di avere una voce danzavo. La musica è sempre stata la mia ragione di essere. Quando ho visto su MTV il video di “Baby One More Time” di Britney Spears sono caduta in una sorta di trance. Puntavo il televisore e dicevo: ”Ecco cosa sarò!”».

Gazzelle

«Da piccolo volevo essere un cantante, ora che sono un cantante vorrei essere piccolo. Mi piace molto il design d’interni, se non avessi fatto musica forse ora arrederei le case dei cantanti e chissà, magari la mia. Ho fatto il postino, ma non ero portato. Avrei potuto essere un restauratore, un sassofonista, un calciatore dal talento sprecato, ma a sei anni i miei mi regalarono una tastiera giocattolo. È iniziato tutto lì».

Irama

«Ho scritto la mia prima canzone a 7 anni e l’ho distrutta perché non mi piaceva. Ho capito di poter vivere di musica al primo contratto, dopo Sanremo Giovani. Avevo 17 anni. Il piano B? Magari da vecchio, a contatto con gli animali, in una riserva naturale».

Santi Francesi

Alessandro: «Giocavo a pallone ma non ho mai sognato di diventare davvero un calciatore. A nove anni ho iniziato a suonare, a 12 su un palco ho capito che quello era il mio posto nel mondo».
Mario: «La musica è arrivata al liceo, proprio quando avrei dovuto scegliere che cosa diventare. Ho trovato in lei il mio sogno. Se non avesse funzionato sarei, come nel 2022, dietro al mio pc a programmare siti web».

Fred De Palma

«Mai avuto un piano B, non ho mai pensato ad altre strade. A 18 anni ho perso un amico e ho capito che avrei dovuto vivere anche per lui, lasciando qualcosa al mondo. La musica è stata la via».

Mr. Rain

«Ho sempre sognato di fare questo lavoro. Mi piaceva anche girare filmati, motivo per cui seguo la regia dei miei video. Se non fossi oggi sul palco dell’Ariston vivrei comunque di qualcosa che amo. Mi sono impegnato, ho studiato. “Carillon” ha trasformato la speranza in realtà».