Tutto ha avuto inizio durante il Super Bowl 2024 quando, all’improvviso, Beyoncé ha rilasciato due brani che faranno parte del suo ultimo album, Renaissance Act II. E così sulle note di “Texas Hold ‘em” e “16 carriages” si è potuto notare una cosa: il nuovo lavoro in studio di Beyoncé, il secondo della trilogia iniziata nel 2022 con Renaissance e in uscita il prossimo 29 marzo, sarà un album di riappropriazione della musica country.

Una riconquista culturale che parte, sì, dai suoni, ma che poi si estende anche tra le influenze estetiche come ci ha anticipato anche Pharrell Williams con la sua collezione per Louis Vuitton. E se il cowboy-core sembra già essere trend di questo nuovo anno (e ce lo ricorda anche Bella Hadid), per quanto molto discusso e probabilmente , sono proprio personaggi dalle origini “black” che lo portano avanti, riappropriandosi di elementi culturali con il tempo sottratti perché la storia è ben differente rispetto la narrativa che vorrebbe il mondo country proprio dei bianchi.

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Esiste un immaginario country differente dalla realtà. Per questo Beyoncé con il suo Act II sembra voler celebrare le sue origini, riprendendo in mano parte della storia di una cultura che per anni è stata dimenticata. Basti citare l’utilizzo del banjo, all’interno dei suoni country, uno strumento a corda che trova le sue basi in terra africana, che ritroviamo in “Texas Hold ‘em” dove Beyoncé è affiancata dalla suonatrice Rhiannon Giddens.

Le critiche positive di riappropriazione di un genere, tantissime in queste settimane, si scontrano con quelle negative di chi crede di tenere in mano le origini di questi stessi suoni (la cultura bianca). Beyoncé lo aveva già vissuto ai Country Music Association Award dove non venne apprezzata da una platea di soli uomini bianchi. Ma oggi non è da meno perché c’è chi, fan del genere, non accetta che questo venga rappresentato da personaggi come Beyoncé o Lil Nas X, prima, con “Old Town Road”, arrivato in vetta alle classifiche e poi rimosso.

E così, nonostante il lavoro di Beyoncé di fare luce sulle origini e riappropriarsi di determinati suoni, si contano già azioni di censura. Come quella avvenuta nella stazione radio dell’Oklahoma che si è rifiutata di suonare proprio uno dei suoi primi singoli pubblicati. Ma il successo che arriverà alla pubblicazione del disco sembra già essere pronto a scrivere un pezzo di storia.