Gas e Istituto Marangoni puntano sui giovani talenti mettendo in palio due borse di studio. E a vincerle sono due ragazze, Virginia Sicardi per la sezione donna e Francesca Vinelli per l’uomo. La loro capsule sarà prodotta e commercializzata dallo storico marchio italiano di denim.

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Fare moda non è facile, disegnare una collezione richiede conoscenze specifiche che vanno ben oltre la semplice passione per il mondo glitterato delle sfilate e delle passerelle.

E questo lo sanno benissimo Gas, storico marchio italiano di denim e l’Istituto Marangoni che da più di 80 anni si impegna a formare i professionisti della moda e del design nel mondo. Parliamo dello stesso trampolino di lancio che ha formato oltre a 45.000 professionisti della moda e del lusso, compresi Domenico Dolce, Franco Moschino, Alessandro Sartori, Maurizio Pecoraro, Paula Cademartori, Andrea Pompilio e Lucio Vanotti.

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Da un intento condiviso e da una visione d’insieme che vuole puntare sui giovani talenti, prende corpo una collaborazione, iniziata lo scorso anno e che arrivata alla sua seconda “edizione” oggi può finalmente dare prova della strada fatta e delle scelte prese.

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Parliamo nello specifico di una sfida, rivolta agli studenti del secondo anno del corso di Fashion Design, lanciata lo scorso novembre a 200 studenti da Barbara Grotto, figlia del fondatore Gas e direttore marketing del brand. Ai ragazzi coinvolti nel progetto è stato chiesto infatti di sviluppare una capsula di collezione denim, che guardasse al futuro e che fosse in linea con i valori e il posizionamento Gas. Il classico esercizio di stile? Assolutamente no, un vero e proprio progetto di moda, uomo/donna, che sarebbe dovuto essere composto da cinque look innovativi FW 18/19, intorno ai quali poi sarebbe stata sviluppata una strategia commerciale in linea con il target di riferimento: i Millennials, la stessa generazione alla quale appartengono gli studenti e Generazione Z. E chi meglio di loro può mettere in campo le idee giuste per colpire nel segno? Nessuno.

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A salire sul gradino più alto del podio, due ragazze, Virginia Sicardi per la sezione donna e Francesca Vinelli per l’uomo, le quali oltre a ricevere una borsa di studio, vedranno prodotta e commercializzata la loro linea, in vendita su gasjeans.com, oltre che in una selezione di e-retailer e monomarca del brand, il tutto non prima di aver vissuto fianco a fianco l’aria che si respira in Gas.

Ecco i commenti a caldo di Virginia Sicardi, sua la capsule dedicata alla sezione donna:

“Sono nata a Sanremo, ho 21 anni. Fin da piccola ho sempre saputo che avrei fatto di tutto per costruire il mio percorso nel mondo della moda e al liceo in tanti mi hanno consigliato l’Istituto Marangoni come il più completo e quindi, eccomi qua…”.

Cosa vuoi fare da grande?

“Semplice, la stilista. Magari nell’ambito per la quale sento di avere una naturale predisposizione, quello sportivo, non troppo elegante ma tanto femminile. Volete sapere se voglio vestire la donna? Sì e no, preferirei mettere a punto delle collezioni unisex, in modo tale da continuare la ricerca e la progettazione in entrambi gli ambiti. Ammetto di essere orientata maggiormente verso i tagli uomo”.

Hai presentato una capsule dedicata alla donna. Di cosa si compone, com’è nata l’idea?

“Partendo dal presupposto che amo le sfide, chiaramente tutto ruotava intorno al denim e al jeans capostipite del marchio Gas. Non ho però fatto solo capi in denim, sono presenti in collezione anche pezzi realizzati con tessuti di felpa, nylon, materiali tecnici. Ho scelto colori neutri tranne l’arancione, molto giovane. Parliamo di un totale di 12 pezzi comprese camice, vestiti, giacche e pantaloni”.

La tua collezione sarà in vendita. Che effetto ti fa?

“Mi sembra di vivere dentro un sogno, è ciò che ho sempre sognato fin da bambina e oggi finalmente mi è stata data l’opportunità di far vedere cosa so fare. I giorni passati dietro le quinte in casa Gas sono stati propedeutici, mi hanno permesso di vedere e toccare con mano cose che magari avevo sottovalutato o non visto. È stato bello poter interagire con l’intera equipe che non ha lesinato commenti e consigli a 360°, compresi i dettagli fondamentali, le zip, i bottoni automatici, certe cuciture. Aspetti che non ero abituata a vedere non vivendo in prima persona la fase produttiva”.

Poi abbiamo incontrato e fatto due chiacchiere con Francesca Vinelli, vincitrice per la sezione uomo: “Ho 27 anni, arrivo da San Giovanni Rotondo e la mia storia è diversa dalle altre. Sono laureata in Giurisprudenza ma ho capito ben presto che quella non era la mia strada e dopo qualche tappa sbagliata ho capito cosa mi piaceva fare. Il passo successivo è stato cercare di formarmi in tale direzione. Ecco perché mi sono iscritta all’Istituto Marangoni, perché stilista non ti improvvisi”.

Cosa vuoi fare da grande?

“Vorrei avere una linea tutta mia, un brand vero e proprio. Posso puntare in alto, vero?”.

Hai presentato una capsule dedicata all’uomo. Di cosa si compone, com’è nata l’idea?

“Sono partita da uno studio sui trend legati ai Millennials, ho guardato le analisi di mercato, lo stile semplice che tanto adorano e sono partita da lì. Da jeans basici, tele rigide e intorno ho sviluppato delle felpe e dei bomber così tanto richiesti dal mercato, nelle varianti del blu, del verde, del bianco e del rosso. Parliamo di 5 look, di altrettanti jeans 5 tasche e di un totale di 13 pezzi”.

Perché hai scelto di dedicarti alla collezione uomo?

“A dire il vero di solito disegno la donna ma l’idea di poter sviluppare l’uomo mi affascinava, mi piacciono certi dettagli tutti maschili, le linee semplici. Ci ho visto maggiori possibilità”.

La tua collezione sarà in vendita. Che effetto ti fa?

“Sai che non mi sono ancora resa conto di cosa voglia dire avere una linea commercializzata da Gas? Di aver vinto il concorso, di poter avere della visibilità da poter usare solo per portare avanti la mia visione del mondo. Non ci credo soprattutto se penso al mio percorso”.

Com’è andata la tua incursione in azienda Gas?

“Benissimo, come essere al luna park e poter salire su tutte le giostre. Avete presente l’idea che si ha del mondo della moda dove tutti sono antipatici e in competizione? Ecco, dimenticatela. È stato bello sentirsi una di loro. Dedico questo traguardo alla mia famiglia perché è solo grazie a loro se ho sviluppato il gusto per il bello, mi hanno sempre circondato di bellezza ed è quella la prima scuola che ho fatto”.

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I saluti sono tutti nelle parole di Barbara Grotto, figlia del fondatore Gas e direttore marketing del brand che ha preso per mano Virginia e Francesca e le sta aiutando a realizzare il loro sogno: “È importante creare un contatto diretto con gli studenti, soprattutto con quelli che arrivano da realtà come la Marangoni che a livello mondiale nel sistema moda è tra le più importanti. La collaborazione è nata lo scorso anno con i ragazzi del master di marketing, in quel caso studiammo il brand e come si presentava a livello distributivo. Abbiamo toccato temi legati al prodotto e pensando al futuro e al target giovane con il quale vogliamo dialogare è nata l’idea di far disegnare delle capsule proprio agli studenti per capire qual è la visione che hanno loro di Gas”.

Cos’hanno di speciale i due progetti che hanno vinto?

“Il punto di vista. Sono stati i più innovativi nell’accostare il mondo del denim a quello dello sport, reinterpretando dei capi con una chiara matrice denim. Hanno dato carattere sportivo al 5 tasche, hanno preso ispirazione dalla strada, dalle grandi metropoli, hanno reinterpretato il concetto di casual creando quello che noi chiamiamo solitamente… un look giusto. E poi hanno lavorato con materiali interessanti, mischiando acetato, materiali con una matrice sportiva, calando il tutto nel momento storico che stiamo vivendo”.

Quei capi saranno commercializzati realmente, quindi?

“Certo! Era detto nel brief che dovevano realizzare qualcosa che sarebbe dovuto poi essere messo in vendita. Non è un gioco. Per quanto riguarda il costo dei capi ricordate che hanno progettato una capsule in linea con il brand, quindi accessibile ai giovani e se abbiamo scelto quei due progetti è perché anche il costo di quei capi sarebbe stato coerente con l’azienda. Per il momento non ci aspettiamo di fare dei grossi volumi anche se me lo auguro e il fatto che sarà una produzione limitata potrebbe portare alcuni pezzi ad essere leggermente più alti come fascia di prezzo”.

In cosa consiste la borsa di studio?

“In un compenso economico prima di tutto e poi nella possibilità di interagire con l’azienda per seguire tutte le fasi di progettazione della loro collezione. Abbiamo chiesto alle ragazze di lavorare anche con il team del marketing per studiare insieme il lancio della capsule”.

È un’esperienza che contate di rifare ancora? Sempre con lo stesso Istituto?

“Crediamo tanto nei giovani, ecco perché cerchiamo di sviluppare collaborazione che ci portino sempre più vicino a loro: fa parte del nostro Dna. Arriviamo da due anni consecutivi di collaborazione con l’Istituto Marangoni ma non escludo che il prossimo anno non possa essere dato spazio ad un'altra realtà”.

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