L'incontro a Milano, nell'intimo quartiere di Brera. E non potrebbe esserci posto migliore, per conoscere, approfondire ed entrare fin nell'animo di Almeno nevicasse, un brand che traduce le emozioni in lettering, e poi attraverso il virtuosismo del ricamo artigianale e dell'economia circolare, dà nuova vita a maglioni e gilet. «Io faccio l’attrice di teatro, ho avuto una compagnia per una decina d’anni, ho sempre scritto i miei spettacoli». Si presenta così Francesca Sarteanesi, perfomer nata e cresciuta a Prato, 43 anni, candidata come miglior attrice premio Ubu nel 2021 per il monologo Sergio (sopra, al centro della foto). C’è lei dietro la storia e il successo di Almeno nevicasse, come ci racconta dallo store Ta-Daan di via Fiori Chiari, punto di riferimento per l'acquisto di artigianato e complementi (e sede di uno dei suoi workshop creativi).

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Proprio nel ricamo artigianale, e nella creatività delle frasi che vengono scritte su gilet e dolcevita, c’è il concept del progetto. «La mia attitudine è sempre stata quella di scrivere le cose, prendere appunti, immaginare dialoghi» spiega. «Cinque anni fa, in uno di quei momenti di buio che tutti attraversiamo, ho iniziato a ricamare con l’unico punto che so fare da quando ero bambina. Era settembre: io ho scritto "Almeno nevicasse"». Un’intuizione casuale che nei giorni a seguire ha suggerito alla creativa di ragionare su altre emozioni, frasi, idee. «Ho scritto delle parole scanzonate e ho portato i maglioni che avevo ricamato in un mercatino a Firenze: li ho venduti tutti». Da lì lo switch mentale, e una nuova luce: «abbiamo aperto una pagina Instagram e da cinque anni ogni mattina pubblichiamo una frase diversa. Oggi ci seguono 30mila follower e ci scrivono da tutto il mondo per avere i nostri maglioni». L’hobby di Francesca Sarteanesi ben presto è diventato qualcosa di più strutturato: un laboratorio a Prato in cui sono impiegate tre persone. «Cerchiamo maglioni vintage che vengono trattati, risistemati e infine ricamati. Questa cosa partita per scherzo ora è diventato un lavoro a tempo pieno ma si può dire che la loro storia questi maglioni se la stanno scrivendo da soli, sono diventati virali».

I workshop di Almeno nevicasse

Dal teatro all’imprenditoria e viceversa. «Un paio di anni fa si è aggiunta l’idea di un laboratorio creativo, un minicorso della durata di tre giorni: scrittura creativa, ricamo, e una performance che io elaboro mentre gli “alunni” lavorano alle stesura della frase che poi ricameranno sul loro maglione». Un progetto già presentato Milano, a Lugano e in numerosi festival e location («Si parte dalle proprie storie, dai racconti di vita vissuta, come lettere e discorsi lasciati a metà»). Dagli input viene fuori la frase ironica, e dalle caratteristiche dei partecipanti si passa alla stesura della performance. «Tutto in un recital di 45 minuti. Tra emozioni, fili colorati e creazioni di moda».