«Quando ho iniziato a vedere le prime modelle mid-size e plus size sfilare su determinate passerelle ho provato molta speranza. Poi ho capito che era una moda, è esplosa la tendenza della body positivity ed è come se tutti [i brand] avessero voluto spuntare una casella», ha raccontato Muriel, content creator famosa per rappresentare e approfondire tematiche legate a corpo e moda, inclusività e body positivity, da #CosmoIAm parlando della scarsissima, quasi inesistente, rappresentazione delle taglie plus sulle passerelle su cui sono state presentate le collezioni autunno inverno 2023/2024.

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Dalla collezione autunno inverno 2023/2024 di Collina Strada.

Qualche giorno più tardi, è arrivata la conferma di quanto notato da chiunque abbia seguito direttamente o non il mese dalla moda: il report sull'inclusione Vogue Business dimostra che a febbraio 2023 il numero di modelle plus size sulle passerelle è diminuito drasticamente. Su un totale di 9137 look presentati sulle passerelle di New York, Londra, Milano e Parigi all'interno di 219 collezioni, solo lo 0,6% delle modelle che li indossavano portava una taglia dalla 50 (italiana) in su e il 3,8% di loro ne portava una compresa tra la 42 e la 48; mentre il restante 95,6% si posizionava tra una 36 e una 40. A portare delle taglie forti in passerella sono stati, nel corso di questo mese della moda, solo 17 brand.

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Dalla collezione autunno inverno 2023/2024 di Ester Manas.

Contrariamente alla maggioranza dei grandi marchi, che non ha presentato alcuna uscita plus size, limitandosi a inserire sulle proprie promenade poche superstiti modelle mid-size, ad aggiudicarsi i risultati migliori sono stati progetti emergenti come quelli di Ester Manas, Sinéad O'Dwyer e Karoline Vitto. In particolar modo, la città meno inclusiva risulta essere Milano e per bilanciare il dispiacere per questa cattiva notizia ricordiamo l'esempio eccezionale di Marco Rambaldi che di stagione in stagione porta in passerella diversity e varietà.

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Dalla collezione autunno inverno 2023/2024 di Marco Ramabaldi.

Oltre a Vogue Business, anche Tagwalk ha rivelato che di 232 nuovi talent scoperti durante il mese della moda solo due hanno corpi non conformi e che dei 20 volti che hanno preso parte a un maggior numero di presentazioni ready to wear, nessuno porta una taglia superiore alla 38. Un'ulteriore dimostrazione che quanto avvenuto e documentato dai due report rappresenta un enorme passo indietro dell'industria rispetto ai temi di body positivity e inclusione è costituita dalle statistiche stilate da Felicity Howard di stagione in stagione: autrice, lingerie designer e curve model, Howard ha monitorato l'esatto numero di modelli plus e mid-size selezionati per le collezioni primavera estate 2023 e i dati sono stati pubblicati in esclusiva da Glamour UK. A settembre, Howard aveva registrato la presenza di 49/4400 modelli curvy nella Grande Mela; 45/4000 a Londra; 15/2400 a Milano e 33/3200 a Parigi.

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Dalla collezione autunno inverno 2023/2024 di Sinéad O'Dwyer.

E se quei dati parlavano da soli, portando alla luce la necessità di una maggiore inclusività di taglie sulle passerelle, ora i numeri si siano notevolmente ridotti. Di qui il sospetto, condiviso, che inclusione e body positivity rappresentino per i grandi marchi un semplice trend: è la risposta più immediata per rispondere alla domanda che si pone il magazine The Cut, «Che fine hanno fatto le modelle curvy?». Questo fenomeno potrebbe essere d'altra parte alimentato dal ritorno dell'estetica delle magrezza tipica di anni Novanta e Duemila, confermata anche dal preoccupante successo dell'Ozempic, un farmaco per il dimagrimento che pare stia spopolando a Hollywood tanto da spingere il New York Magazine a dedicargli la sua prima cover di marzo.

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Dalla sfilata di Coach autunno inverno 2023/2024

«I corpi non dovrebbero mai essere una tendenza», ha dichiarato a Vogue Business Felicity Howard. L'autrice ha spiegato che, per tutelare i problemi di salute mentale legati alla percezione della propria immagine, è necessario esercitare pressione sui designer. Sono ancora troppo pochi gli esempi che tengono viva la speranza che la moda possa diventare prima o poi inclusiva. Fra tutti merita una menzione la cover story del numero di marzo di British Vogue, che celebra «Le nuove super»: la supermodella mid-size Jill Kortleve e le plus size Precious Lee e Paloma Elsesser, queste ultime due grandi assenti dalle pesserelle del mese della moda che si è da poco concluso.