A passo lento e scalzo, le scarpe della sera prima strette in una mano, cammina con il volto serio la Malafemmina di Marco Rambaldi verso la sua rifioritura. Si scopre libera(ta), nell'estate del 2024 immaginata dal direttore creativo bolognese, da ricatti e giudizi, liberata da «cattiverie, rimpianti e sensi di colpa», libera di nuotare in un «oceano di ricordi», com'è scritto nella nota stampa che attende gli ospiti ai bordi della passerella in un giardino nel Nord di Milano.
Indossata dal casting che nella sua unicità risulta (ancora e già) il più naturale dell'intera settimana della moda meneghina, la PE2024 di Marco Rambaldi questiona e ribalta l'idea denigratoria del termine che anche presta il titolo a questa collezione, perché «il mondo in cui viviamo, della donna sfrontata e libera ha timore». Per riuscire nell'impresa, si alleano i codici estetici ormai icona del marchio: i cuori stilizzati, il crochet unito al patchwork, le silhouette morbide e sensuali, le trasparenze, il contrasto fra palette neutre e punte di rosa. Risaltano nella sfilata, supportata da Zalando, anche capi e accessori statement destinati a trasformarsi presto nell'oggetto del desiderio della prossima stagione come le mini borse a mezza luna e la t-shirt bianca decorata dalla scritta in paillette che recita con orgoglio un tratto identitaria di chiunque la porterà: quello della malafemmina.
