La moda ha cominciato a interessarsi al seno ai tempi del corsetto, che da strumento di costrizione nel corso del tempo è stato eletto l'esatto opposto, cioè un manifesto di emancipazione. C'è stato Saint Laurent, che nella collezione autunno inverno del 1969 l'ha scoperto del tutto, lasciando intravedere il petto nudo sotto un lungo abito di chiffon nero. Inseguendo il fil rouge che unisce la Tits T-shirt di Vivienne Westwood del 1975 al reggiseno a cono di Jean Paul Gaultier indossato da Madonna durante il Blonde Ambition Tour del 1990, svelare il seno è sempre stato uno scandalo, complici i persistenti stereotipi radicati nell'immaginario comune che da sempre sessualizzano il corpo delle donne.

Ora ecco come stanno le cose: ci sono i maglioni-sculture della proposta primavera estate di Prada, ci sono i preziosissimi copri-capezzoli di Simone Rocha, che ha «dato un taglio» al romanticismo e ai suoi voluminosi tessuti satinati, e ci sono i cappotti con i coni appuntiti di Schiaparelli. Anderson da Loewe ha progettato abiti-armature che esaltano e proteggono il seno, mentre Glenn Martens ha stampato le mappe termiche delle tits sulle canottiere lavorate a coste della collezione invernale di Y/Project. Tirando le somme, è evidente che le tette sono tornate al centro della riflessione dei designer sul corpo delle donne.

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Dalla sfilata autunno inverno 2022/2023 di Y/Project.

Quello che hanno in comune le collezioni primavera estate 2022 è che concentrano l'attenzione sul seno e ne esaltano le caratteristiche anatomiche. Vale anche per i couture coat dalle punte coniche di Schiaparelli e per le corazze di resina dei drap dress di Loewe, dove l'ispirazione è surrealista. Come nella corrente artistica nata nei primi anni Venti, la chiave di lettura delle silhouette di Schiaparelli e Loewe si trova si trova nella sovversione ironica e onirica della realtà attraverso l'alterazione delle figure familiari. L'assurdità evidenza le fragilità del reale ed emerge la consapevolezza di volere quelle giacche affilate e quelle armature sagomate anche per protezione.

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Dalla sfilata primavera estate 2022 di Loewe.

Protezione è stata la parola chiave per interpretare molte collezioni che in passato hanno inserito il seno in una narrazione delle donne imponente e statuaria. Oltre a Roseberry di Schiaparelli, sulla lista spiccano il nome di Tom Ford e quelli di Lee Alexander McQueen. «Armare» e fortificare le donne è sempre stata una prerogativa dei designer uomini, mentre le creazioni incentrate sullo sguardo femminile hanno sempre ricercato lo stravolgimento dei cliché riguardanti i corpi delle donne, da Stella McCartney a Sonia Rykiel e ora anche di Nensi Dojaka. E se da una parte questa distinzione è sempre stata la regola, le «tits» delle passerelle primavera estate 22 hanno rivelato un margine di contaminazione delle due estetiche evidentemente maggiore.

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Dalla sfilata Haute Couture primavera estate 2022 di Schiaparelli.

La naturale evoluzione della rappresentazione del seno è sinonimo di una nuova apertura mentale che impone di dimenticare l'ideale del corpo delle donne in quanto strumento iper-sessualizzato. Grazie all'evasione, alla comprensione e specialmente all'attitudine body positive introdotte dalla Generazione Z, la moda oggi non costringe le forme delle donne, non richiede loro delle connotazioni corporee precise e, nel proteggerle, finisce unicamente per liberarle: liberarle più o meno come quando si tolgono la bralette dopo una giornata di otto ore, riconoscendone l'emancipazione.

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Dalla sfilata primavera estate 2022 di Prada.

Per chi sostiene che corazze artsy, nipple cover e punte coniche non si prestano alle vendite, i dati dicono che vi sbagliate. Daniel Roseberry ha raccontato in un'intervista a WWD che i cappotti e i top con i copri-capezzoli di Schiaparelli come quelli indossati da Julia Fox e Chiara Ferragni sono incredibilmente richiesti in tutte le boutique, totalmente preferiti rispetto ai modelli semplificati. È l'ultima dimostrazione che le cose sono cambiate: mostrare i seni non è più così scioccante, è uno statement ed è un atto di liberazione da tutte le costrizioni di genere. Ed è anche divertente.