Ne abbiamo sentito parlare e ne abbiamo parlato: eravamo al bar, alla fermata della metro, al telefono, magari in ufficio. A volte ci hanno detto che non era il caso di parlarne, perché ci avrebbe reso fuori luogo. Ci hanno anche detto che era necessario parlarne, perché altrimenti saremmo sembrate represse, poco femministe. Tutto questo e molto di più si è detto del sesso, soprattutto del sesso delle donne, di come dovessero farne e parlarne.

Alcune hanno voluto raccontarlo con la loro voce, il loro vissuto e, quasi certamente, lo hanno fatto al bar, alla fermata della metro, al telefono, magari in ufficio, e poi su Spotify, in una serie di podcast che ci hanno accompagnato e ci stanno ancora accompagnando, con un tone of voice differente, ironico, poi pedagogico, introspettivo.

Voci del sesso

Partiamo da Pornazzi, il podcast di Melissa Panarello sul porno inteso in un’ottica storica e sociologica. Che il porno non parla solo di corpi nudi inamidati che si sfregano, si bagnano, penetrano o vengono penetrati, ma parla di noi, di quello che vogliamo o di quello che vogliamo volere. Un viaggio nella storia del porno «per capire come è cambiato nel corso del tempo, condizionando le nostre vite non solo sessuali».
Questo manuale di storia parte da prima dell’anno Zero, passando attraverso il secolo dei lumi, la rivoluzione industriale per arrivare al dopoguerra.

Per Valeria Montebello invece, tutto è partito da un articolo sul sexting. Da allora è diventata come una consulente sessuale per mezza Italia, che ha affollato i suoi direct con dubbi e domande su qualsiasi cosa. Ne Il sesso degli altri, racconta una storia in prima persona: una donna che conosce il sesso degli altri troppo bene per sperimentare il suo senza renderlo cervellotico, analizzato, tanto che non si capisce più dove stia «la differenza tra una pomiciata e un esame universitario», mi dice.
Il podcast racconta un mondo di relazioni rese sempre più complicate da strumenti che dovrebbero o vorrebbero semplificarle, per questo le chiedo se il sesso che oggi si fa sia un sesso sincero, «è una faccenda complessa da sempre, ma nel Sessantotto era, probabilmente, più istintivo, meno legato agli strumenti. Ci sono troppe strutture tra noi e l’altro che scompaginano le cose».

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Quando le chiedo quale sia la storia più divertente che le hanno mai raccontato, mi parla di chat di sexting solo attraverso emoji o donne sposate da quarant’anni che trovano nei PC dei mariti porno di uomini munti (sì). «Il fatto è che il sesso ora è come una performance da imparare e da portare avanti. Ci serviva? No».

Podcast come Sex with Emily o Jillian on love entrano nella parte più privata della vita con un ruolo quasi normativo, ci danno delle direzioni, delle nuove strutture da frapporre tra noi e l'altro. Altri ancora sono come ironici consiglieri volti a farci capire cosa ci piace e perché: tra questi c'è anche Vengo anch'io, curato da Leni oppure How cum di Remy Kassimir, comica di New York che intervista studiosi e medici sul tema dell'orgasmo.

Risata politica

Sometimes funny always awkward è quel genere di podcast in cui si chiacchiera di appuntamenti, rotture, orgasmi veri e finti, imbarazzo o grandi successi con lo stesso tono scanzonato che si trova in the Estries in cui professioniste del porno, dalla regia all'interpretazione, raccontano della propria sessualità e di inconvenienti accaduti sui set. Poi ci sono quelli più politici, considerando che sono poche le volte in cui il sesso significa solo sesso, e Tette in su è uno tra questi, il podcast femminista di Vittoria Loffi che tratta il tema della libertà delle donne, anche sessuale, tra episodi dedicati al revenge porn, al sex working, al mondo del porno.

Il sesso, come mi ha detto Valeria, è sempre stato «una faccenda complessa», è piacere, è politica, è potere. Ci dicono che "quando c'è l'amore c'è tutto" e poi impariamo a nostre spese che quasi sempre l'amore non basta. Lo possiamo ascoltare anche nel podcast di Esther Perel, Where should we begin?, dove nelle più varie declinazioni della relazionalitá e del sesso, il filo rosso che percorre gli episodi é quello di dirci che le nostre relazioni vanno oltre l'amore e le scopate, sono l'incalcolabile risultante delle nostre spinte più intime, delle famiglie da cui proveniamo, dei sogni che abbiamo e di quelli che abbiamo abbandonato, dei bambini che siamo stati e degli adulti che volevamo essere.

I podcast sul sesso sono molti e molto ascoltati, ma perché preferiamo la barra di ricerca di Spotify ai nostri partner? Forse, nonostante sembri un argomento sdoganato, di sesso si parla molto, ma, tra di noi, malissimo. Perché ci sono pose che ci sentiamo obbligati a tenere con noi stessi e con gli altri, e in questa complessa sezione di vita in cui siamo sinceri troppo o troppo poco ci ritroviamo solo più sprovveduti e aperti a tutti i pali in faccia che potremo prendere.

Così capiamo che ci serve una regola, una storia che sia proprio come la nostra, un amore simile per dirci che alla fine andrà tutto bene o forse tutto male, quel che conta é saperlo per tempo, che ce lo racconti la voce giusta, almeno per organizzarsi.