Nell'ultima settimana il processo civile per diffamazione intentato da Johnny Depp ad Amber Heard, la sua ex moglie, ha acceso i riflettori su un palcoscenico mediatico installato nel tribunale di Fairfax, Virginia e trasformando la storia di un matrimonio finito male, malissimo, in una torbida pièce teatrale dai contorni violenti.

Quello che sta succedendo, essendo il processo civile pubblico, oltre che un costante rimando di obiezioni tra due personalità di Hollywood in vista e dall'entità economica notevole (50 milioni di dollari, questa la richiesta degli avvocati di Depp contro l'ex moglie, che lo ha diffamato secondo l'accusa sul Washington Post, insinuando in un articolo di essere vittima di violenze domestiche e attacchi di rabbia), è sotto gli occhi di tutti. Il substrato di opinioni, commenti, prese di posizione più forte però è sui social, in particolare su TikTok, dove si sono create delle vere e proprie fazioni pro-Depp o pro-Heard. Il risultato è che online, oltre ai documenti ufficiali del processo, ci sono migliaia di contenuti, video e fan-art per l'uno o l'altro imputato, spezzoni delle testimonianze, focus e analisi delle micro-espressioni facciali di Johnny Depp o Amber Heard che rivelerebbero la loro innocenza (o colpevolezza). La relazione tra i due è naufragata sotto il peso di accuse terribili, in particolare violenze fisiche, sessuali e psicologiche da ambo le parti, e già questo basterebbe per spingerci a chiudere gli occhi e smettere di ascoltare il resoconto degli anni tempestosi della coppia.

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Paul Morigi//Getty Images
Fan di Johnny Depp fuori dal tribunale di Fairfax, Virginia

Eppure, semplicemente, non ci si riesce. Più i particolari marci di questa relazione continuano a trapelare per viva voce dei protagonisti (in particolare Johnny Depp, che ha testimoniato nei giorni scorsi), più la necessità di capire chi sia il buono della storia diventa pressante. La stampa americana ha già definito questo processo un B-Movie di infima categoria: peccato che la citazione al mondo cinematografico, considerata anche la professione dei protagonisti del processo, rimanga, appunto, solo una citazione. Questa è vita vera, è un rapporto che per anni si è trascinato tra violenze, dipendenze e abusi: con il processo in atto stanno emergendo particolari che dissezionano in modo impietoso un rapporto non solo tossico, ma malato.

us actress amber heard listens during the $50 million depp vs heard defamation trial at the fairfax county circuit court in fairfax, virginia, on april 12, 2022 photo by brendan smialowski  pool  afp photo by brendan smialowskipoolafp via getty imagespinterest
BRENDAN SMIALOWSKI//Getty Images
Amber Heard durante la deposizione di Depp

Storia di un matrimonio finito non male, peggio

Chi è il buono di questa storia? La super star e icona sexy Depp, che a causa delle accuse dell'ex moglie ha perso contratti e lavori, oppure Amber Heard, caduta nelle spire di un uomo con un'infanzia violenta alle spalle, irrisolti emotivi e dipendenze da alcol e droghe pesanti? A guardare con spirito critico gli stralci delle testimonianze del processo in atto, risulta difficile chiudere in compartimenti stagni ed etichettare i due protagonisti in modo univoco. Non c'è un cattivo solo e di certo non ci sono buoni: in questo sia Depp che Heard si sono impegnati parecchio. Basta ascoltare alcuni episodi raccontati sia dall'accusa che dalla difesa per rendersi conto che cadere nel victim blaming, ovvero nella colpevolizzazione della vittima (a prescindere se si pensi che sia Heard o Depp) è un errore di forma e di sostanza, almeno in questo caso.

Questa è ,prima di tutto, una storia di disperazione. E noi siamo diventati consapevoli spettatori di un doppio dramma privato, attirati dai dettagli inquietanti delle ultime ore: da un lato le storie terribili che sgretolano l'eroe mitico di Hollywood, dall'altro che consolidano lo stereotipo dell'attore ricco e sballato e senza equilibrio, che nasconde le prove in virtù del proprio status di bianco privilegiato, oppure quello della donna psicolabile che monta ad arte un caso di violenze per assicurarsi il supporto dell'opinione pubblica come in un film di David Fincher.

Impossibile, con la mole di contenuti del processo accessibili da tutti, non finire a parteggiare per l'uno o per l'altro. La propensione verso una delle due vittime, e il conseguente attacco al carnefice, è frutto di esperienze personali; reazioni a trigger emotivi specifici che ognuno di noi porta con sé; antipatie e simpatie per il personaggio pubblico; prese di posizione politiche, sociali, individuali.

Perché di questo processo vediamo ciò che vogliamo vedere: un uomo che picchia e violenta la moglie con una bottiglia; una donna che fa male ripetutamente al marito arrivando a mozzargli un dito; una coppia che si lancia addosso recriminazioni e cattiverie, poi scende sul red carpet, si veste e finge che tutto vada al meglio. Come nelle migliori favole nere, non finirà bene: a prescindere da come si chiuderà il processo, che al momento è ancora nel vivo e sta puntando su linee difensive molto classiche (Johnny Depp non è un violento, è solo un irrisolto che non ha mai fatto male a nessuno, parola dell'ex moglie Vanessa Paradis e di sua figlia, Lily Rose; Amber Heard è una vittima che si batte per tutte le donne nella sua situazione), lo spettacolo rimane tremendo da guardare, pesante da digerire, difficile da analizzare eppure impossibile da ignorare come succede con le serie che ci fanno più male.