«La verità è che io non sono». Essere in potenza, identità in divenire. Di tutto questo racconta la mostra #CosmoIAM di Cosmopolitan alla Fabbrica del Vapore di Milano (2-5 marzo), dedicata a mostrare un censimento emotivo della Generazione Z (comprendente i nati tra il 1991 e il 2012) tra paure, trasformazioni, esperienze e desideri.

instagramView full post on Instagram



Ne dà voce ora Cristiana Capotondi nel podcast di Cosmopolitan curato da Erika Brenna che, al pari degli studenti che hanno preso parte al progetto, prova a rispondere alla domanda “Chi sono? Chi voglio essere?”, incedendo nel senso e nella ricerca dell’identità in un mare di alternative con tutti i suoi cambi di rotta. Perché la costruzione di chi siamo è un atto di fedeltà a noi stessi, come rivelano alcune delle tante testimonianze raccolte nell’audio: parole simili di persone diverse con la stessa paura di perdere la possibilità bellissima dell’incontro in un momento in cui sembra impossibile avvicinarsi davvero a qualcuno. Nonostante si tratti della generazione che più di tutte manifesta l’avvento del digitale con le sue declinazioni, come dimostrano ricerche del gennaio 2023, la maggior parte dei suoi componenti teme infatti che proprio una simile iperconnessione annienti quella reale.

Perché la costruzione di chi siamo è un atto di fedeltà a noi stessi

Così importante a livello globale (rappresenta il 40 per cento dei consumatori) eppure così poco rappresentata e considerata, la Gen-Z, racconta Capotondi, diventa il riflesso di un mondo che vuole cambiare, tra il suo dinamismo, la rivoluzione meravigliosa del corpo, il «non voler essere carta bianca» in questa strana epoca della sospensione, ma piuttosto «luce e scintille» da invocare come un piccolo appello a noi stessi per cambiare tutto.