Quattordici stadi, più di cinquecentomila biglietti venduti, la prima data a Lignano Sabbiadoro il 7 giugno, l’ultima a Padova il 14 luglio. Un tour che lo ha portato a donare 200 mila euro alle popolazioni colpite dall’alluvione in Emilia Romagna, durante la tappa di Bologna. Un tour che rimandava dal 2020 e che non vedeva l’ora di vivere, ora che tutto è cambiato, ma il suo amore per il pubblico rimane lo stesso.

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Con un post su Instagram che vede protagonisti anche i suoi bambini Margherita e Andrés, Tiziano Ferro parla: «A voi. Ora posso dirvi la verità. Poco prima di iniziare il tour mi è stato diagnosticato un nodulo a una corda vocale. Che, per intenderci, è come per un calciatore dover affrontare il campionato con un tendine lesionato. Dovrò subire un intervento, ci sarà tanto da recuperare… ma non importa. L’unica cosa che ho bisogno di dire e che ci tengo voi sappiate è che io su quel palco ci sarei morto piuttosto che mollare e non dare il massimo in ogni singola città. E lo ammetto, spesso ho avuto il terrore che la mia voce crollasse di colpo durante un concerto. I dottori dicevano che sarebbe potuto accadere, mi invitavano a stare fermo e a operarmi subito. Loro però non sapevano una cosa che io invece avevo già ben chiara in testa. Ovvero che ogni sera, su quel palco, avrei ricevuto la cura più potente al mondo. Perché c’eravate voi. Quindi grazie. Vi voglio bene».

Scorrono le immagini, scorrono le voci del pubblico, si vede l'emozione di un papà che sale sul palco per darsi al suo pubblico. 8000 commenti di solidarietà in un'ora.