«Ho una profonda paura dell'umiliazione quando accetto un ruolo. Puoi anche dare la colpa al copione o al regista, ma alla fine a nessuno importeranno i reali motivi: se qualcosa va storto la colpa sarà sempre tua». Robert Pattinson, con inedita onestà, ha descritto con queste parole la sua paura di fallire al comico Jordan Firstman in una conversazione pubblicata dal magazine Interview.

«Per tutti sarai tu quello penoso. E si dirà che hai fallito anche se in realtà hai fatto del tuo meglio», ha continuato in un lungo dibattito in cui l'attore di Twilight si è rivelato come mai prima, forte com'è di una discrezione e di una timidezza che hanno tenuto a lungo lontano dalle telecamere i suoi affari di cuore e i suoi pensieri più privati. Già a gennaio 2023, Pattinson aveva rivelato di non essersi mai «sentito all'altezza dei suoi ruoli», soprattutto quelli che, negli anni, gli sono stati affidati in virtù del suo aspetto. Nella sua conversazione con Firstman, l'attore ha rivelato i motivi che lo portano a sentirsi un'impostore ogni volta che accetta un nuovo lavoro: la paura dell'umiliazione pubblica, il giudizio dello spettatore e l'ansia costante di dover rimanere rilevante in una Hollywood che cambia miti e riferimenti artistici a una velocità allarmante.

«Penso continuamente che passerò la maggior parte della mia vita disperato e disoccupato», ha aggiunto in riferimento ai ritmi del lavoro dell'attore, che occupa pochi mesi l'anno e spesso costringe l'artista a estenuanti tour in giro per il mondo per la promozione e poi a lunghe settimane di stop in attesa del prossimo progetto. Deve essere ancora fresca, nella mente di Pattinson, l'esperienza di Batman, blockbuster in cui l'attore ha interpretato un ruolo iconico della storia del cinema dandogli una connotazione più intima e noir. Nel 2021, all'annuncio che sarebbe stato lui il nuovo uomo pipistrello del grande schermo (tra gli altri dopo George Clooney), i fan di Batman si erano aizzati contro l'attore, reo di essere troppo bello e troppo legato a fatiche cinematografiche considerate frivole e poco impegnate intellettualmente (Twilight su tutte) per potersi davvero calare nei panni tormentati del Cavaliere Oscuro. Il botteghino ha detto altro, Pattinson nel ruolo di Batman ha convinto e si sta già lavorando al sequel del film. Ma della sindrome dell'impostore che lo ha portato a confessare di aver paura di sbagliare anche quando non ha fallito affatto e ha dato tutto quello che poteva sul set non ha smesso di accusare i colpi.

Rimane forte, in Pattinson, l'idea di non essere abbastanza per il suo stuolo di fan e per gli amanti del cinema, che lo colpevolizzano per il suo passato o per performance non del tutto riuscite o convincenti. L'angoscia di dover rimanere sulla cresta dell'onda, regalando al mondo pezzi della propria vita privata pur di rimanere rilevante nel mondo dello spettacolo, Robert Pattinson la porta addosso ogni giorno. Un gioco spietato, questo, cui si è prestato sempre per sostenere la promozione della saga Twilight ai tempi della sua relazione con la collega Kristen Stewart e a cui ora non vuole più cedere. La sua relazione con Suki Waterhouse è rimasta nell'ombra per 4 anni, fino al red carpet del 2022 che li ha presentati al mondo come coppia ufficiale, con i loro tempi e modi. Sopravvivere in una Hollywood che ti vuole sempre pronto a sorridere sul red carpet si può, ma la fatica del doversi misurare con questo universo Pattinson la sente tutta. Un retroscena del successo che non tutti raccontano e che rivela quanto mantenere alte le proprie quotazioni, quando tutti ti puntano il dito contro per performance non eccellenti, sia un gioco in cui il proprio benessere mentale non sempre vince.