Ci sono cose di cui si prende consapevolezza a un certo punto della vita e altre che invece si sanno da sempre e basta, sensazioni che fanno parte di noi e ci definiscono, che rimangono appiccicate addosso come una seconda pelle. Greta Esposito, 22 anni, volto fresco e apprezzatissimo di cinema e tv, ad esempio ha sempre saputo che sarebbe diventata un'attrice e che l'arte sarebbe stato il suo mestiere. Perché «non è mai scattato niente, non c'è mai stato un momento in cui ho capito cosa volevo fare, ce l'avevo dentro».

Non si è mai posta, al contrario, la domanda se sapesse fare altro: recita, canta e calca il palcoscenico sin da quando era una bambina, solo questo sa. Questa promessa napoletana, che si è distinta nel variegato cast della serie culto di RaiPlay Mare Fuori col dolcissimo personaggio di Nina (fidanzata e poi moglie, anche se solo per uno struggente attimo, di Carmine, interpretato da Massimiliano Caiazzo) dal 14 aprile è nuovamente sulla piattaforma RAI con un nuovo personaggio femminile, Emilia, alle prese con le turbolenze adolescenziali. La serie, ispirata all'Otello di Shakespeare, si intitola SHAKE: produzione di Lucky Red in collaborazione con Rai Fiction, in 8 puntate da 25 minuti ciascuna cavalcherà, con i toni del genere young adult, tutti i tormenti delle giovani generazioni di oggi.

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courtesy photo
Nella foto parte del cast di SHAKE: da sx Greta Esposito, Giada Di Palma, Jason Prempeh, Giulia Fazzini e Alessandro Cannavà

SHAKE trasla il dramma shakespiriano da Venezia a una Roma moderna e frenetica, incrociando le vite di un gruppo di adolescenti alle prese con gelosie, amori non corrisposti, ricerca della propria identità sessuale, problemi con i genitori. Nel cast, insieme a Greta, ci sono un gruppo di giovani colleghi promettenti - Jason Prempeh, Giulia Fazzini, Giada Di Palma, Alessandro Cannavà - che puntano a bissare, se non a superare, il successo di Mare Fuori. E a raccontare senza filtri e con tutta l'onestà possibile che cosa passa nella testa dei ragazzi quando le intemperie della vita picchiano duro.

Con Greta abbiamo parlato di questi momenti incasinati, dell'autenticità che ci vuole per decifrarli e del cammino che l'ha condotta su due tra i set più caldi e interessanti del momento.

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credits Arianna Lanzuisi
Greta Esposito in una scena di SHAKE

Greta, la tua carriera com'è iniziata?

«A scuola, con i laboratori teatrali, sin da bambina. L'arte nella sua complessità mi ha sempre appassionata. Per 10 anni ho chiamato casa il San Carlo di Napoli, sono entrata nel coro delle voci bianche del teatro a 8 anni, ho iniziato presto a calcare il palcoscenico nella stagione operistica. Proseguire con gli studi di teatro e recitazione è stata una scelta naturale. Durante i tre anni nella Scuola di Cinematografia Genny Tamburi a Roma ho cominciato a fare tanti provini, una bella palestra. Lavorare in questo mondo è sempre stata una cosa innata, non mi vedo a fare nient'altro».

Recentemente sei tornata anche in sala con due film, Mixed by Erry di Sydney Sibilia e Delta di Michele Vannucci. Ma tra cinema e tv, cosa preferisci?

«Sono linguaggi diversi, è difficile paragonarli. Ci sono progetti buoni e meno buoni indipendentemente dal mezzo, questo sì. Del cinema mi piace il fatto che le riprese rimangano ben circoscritte nel tempo, non ci si dilunga come nelle serie, sono momenti preziosi che a un certo punto arrivano a naturale conclusione. A quel punto non resta che consegnare il film al pubblico, non è più una cosa tua ma del mondo. In tv i tempi sono più dilatati, aspetto che però permette di lavorare meglio sul personaggio, di fare esercizio costante».

La tua Nina in Mare Fuori, come la descriveresti in tre parole? E com'è stato vivere sulla propria pelle il successo crescente della serie?

«Nina è una ragazza fiduciosa, vede sempre il bicchiere mezzo pieno, è una cosa che mi è sempre piaciuta di lei sin dalla lettura della sceneggiatura. In lei vedo il trionfo dell'amore: anche se non sempre può vincere, perché viaggia su binari di cui spesso non abbiamo il controllo, credo incarni bene i valori positivi della serie».

«Mare Fuori è stata una delle mie primissime esperienze, l'ho vissuta con l'inconsapevolezza delle prime volte, quella che rende le cose migliori, che aiuta a non prendersi troppo sul serio. Bella anche l'esperienza con gli altri colleghi del cast, volevamo regalare al pubblico una cosa fatta bene, le premesse c'erano tutte e non ci siamo sbagliati. Quando il fenomeno è esploso ho provato per la prima volta l'emozione di essere riconosciuta per strada, è stato bello ascoltare i ringraziamenti di chi ci aveva guardato e si era riconosciuto. La mia vita privata però è cambiata poco: rimango a vivere a Napoli, la mia città, e resto sempre molto ancora alla realtà e alla mia quotidianità».

Emilia di SHAKE è un personaggio nel pieno della crisi adolescenziale. Cosa ci racconti di lei?

«Emilia è una sedicenne in cerca della sua identità sessuale, e non solo di quello. È la fidanzata di Gaia (Giada di Palma) ed è il collante di tutti i personaggi, figura grazie alla quale alla fine i puntini si riuniscono. È stato bello esplorare un personaggio omosessuale: Emilia vive il suo amore come qualcosa da nascondere ai suoi genitori e questo genera una serie di conseguenze dolorose, per lei e per chi le sta intorno».

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Courtesy Ufficio Stampa
Un primo piano di Greta Esposito

La serie ricalca la trama dell’Otello, traducendolo in un linguaggio moderno, con personaggi e storie dal sapore contemporaneo. Perché secondo te gli spettatori dovrebbero vederla?

«SHAKE parla di adolescenti che crescono e che tentano di trovare il loro posto nel mondo. Ma parla anche del rapporto genitori-figli. Gli adulti sono una parte importante della serie, ma non dal punto di vista emotivo. Credo che questo vedersi da fuori potrebbe essere un ottimo spunto anche per gli spettatori che sono genitori di adolescenti».

E ai tuoi coetanei piacerà?

«Credo proprio di sì. In più la regista, Giulia Gandini, ha 28 anni, parla la nostra lingua: è impossibile non notarlo e non apprezzare il lavoro fatto sul set. È un racconto di formazione sincero, un tuffo in anni complicati ma affascinanti. Parla con un linguaggio molto vero, ed è questo il suo punto di forza. Sono certa che in questa autenticità gli spettatori si rispecchieranno e si ritroveranno».