In questo preciso momento, nel mondo, ci sono 800 milioni di donne col ciclo ma l'argomento "sangue mestruale" è ancora inspiegabilmente tabù. Qui a Cosmo ne parliamo spesso, dall'assorbente sospeso ai distributori automatici di assorbenti a 20 centesimi all'università, dall'ingiusta tampon tax che in molti paesi tra cui l'Italia è una triste realtà ai falsi miti sulle mestruazioni da sfatare ASAP, dall'igiene mestruale a quanto è bello fare sesso col ciclo.

L’orgoglio delle mestruazioni al grido di #PeriodPride è un movimento che sta prendendo piede per urlare al mondo: non c’è niente di speciale ad essere normale. Serve ad abbattere il pregiudizio legato al ciclo: una vergogna parte dal menarca e culturalmente non ci lascia neanche dopo la menopausa. Arriva quando siamo in piena adolescenza a sconvolgerci gli ormoni, già abbastanza sottosopra per conto loro, in questa fase super incasinata della nostra esistenza. E per tutta la nostra vita fertile non ce lo scolliamo più. Ma qualcosa sta cambiando, anche grazie alla rappresentazione del ciclo sui media, nella pubblicità, da parte delle aziende che producono assorbenti, coppette, underwear per "quei giorni". E smettiamola una buona volta di chiamarli "quei giorni" o "le mie cose".

Una ricerca condotta da Bodyform ha evidenziato che circa metà delle donne (il 48% delle intervistate) dopo aver avuto la prima volta il ciclo si è sentita in imbarazzo, il 30% si è sentita sola perché si vergognava a parlarne anche alle amiche, il 41% aveva il terrore che i compagni di classe se ne accorgessero.

Le rosse? Chiamiamole col loro nome

L'onda lunga e lentissima, modello agonia da crampi mestruali, della rappresentazione pop del ciclo è partita nel 2019 con l’emoji della goccia di sangue. Nel 2020 Pantone ha dedicato al ciclo un colore rosso mestruale che è stato fortemente contestato soprattutto dalle donne. La critica più feroce: il ciclo ha cinquanta sfumature di rosso, è impensabile rappresentarne uno solo.

“Il mio ciclo è verde” ovvero ecofriendly, ribatte Modibodi, un brand di intimo per il ciclo, che a settembre 2020 ha pubblicato lo spot The New Way to Period, bannato dai social perché rappresentava macchie di sangue. Nell’arco di una vita usiamo più di 10mila assorbenti che ci mettono più di mezzo millennio a decomporsi e vanno spesso a finire nell’oceano.

"Il ciclo non ha dentro il glitter", strizza l'occhio la mamma dello spot First Moon Party, del brand HelloFlo (vende kit per le prime mestruazioni davvero carini). Un reperto archeologico del 2014 che resta uno dei commercial a tema menarca più divertenti di sempre.

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Nel 2020 Nuvenia ha lanciato la campagna #BloodNormal in tutto il mondo, per dirci che ehi, avere il ciclo è normale. Un sacco di donne però si sono scandalizzate, perché un’immagine così vivida del sangue (anziché la sua rappresentazione blu stile Puffetta) le turba. Il bello dei tabù è che sono fatti apposta per essere rotti: magari torneremo ad avere il sangue blu dopo che avremo definitivamente normalizzato il suo colore naturale. È una tappa necessaria. All'estero la campagna ha avuto molto successo raccontando le #wombstories, storie dell’utero, raccolte tra più di mille testimonianze di donne inglesi che hanno partecipato a questa ricerca.

Dall'utero parte una conversazione globale su endometriosi, premenopausa, problemi di fertilità, disturbi alimentari (se sei troppo sottopeso, il ciclo salta) e tantissimi altri temi legati alla salute psicofisica della donna. Lo sintetizza molto bene questo il cortometraggio animato Our World, ambientato nell’utero, diretto da Nisha Ganatra, la regista e producer di Transparent, per cui ha vinto un Golden Globe, da tenere d’occhio per la sua predilezione per le storie femminili empowering.


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@first.period.stories

Qui puoi raccontare la storia del tuo menarca e leggere quelle delle altre ragazze. In english, please.

@accountciclo

Meme sul ciclo a ciclo continuo. Short bio: "Un giorno arriverà contemporaneamente il ciclo a tutte le donne e sarà l’apocalisse." Mezzo milione di follower and counting.

@viciouscyclepodcast

Nasce come podcast (puoi ascoltarlo qui http://www.viciouscyclepodcast.com/listen) e ha meme fortissimi che ti faranno letteralmente sanguinare dal ridere.

@period_prophetess

Disegni period positive dell'artista digitale queer Tabitha Yamaguchi-Burtrum.

@goodbloodperiod

Ispirazioni visive che rappresentano il ciclo in modo veramente figo. Buon sangue non mente. #makingperiodscool

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Corinna De Cesare è una giornalista che per lavoro scrive di tutt'altro. L'idea di occuparsi del ciclo le è venuta un paio di anni fa, dopo aver visto il documentario da Oscar Period, end of silence, dopo che una collega le ha chiesto sottovoce un assorbente, dopo essersi resa conto di nascondere l’assorbente nella manica del maglione prima di andare in bagno.

"Ho collegato tutti i fili, è nata thePeriod. In inglese significa ciclo mestruale ma anche punto e a capo, ed è proprio quello che rappresenta la mia newsletter da un punto di vista narrativo. Rompiamo i tabù, li picconiamo attraverso le parole. In ogni numero ci sono tre pezzi che raccontano storie uniche di resilienza, identità di genere (ogni genere), lavoro, sentimenti, figli, sorellanza. Una community capace di raccontare in maniera autentica le cose della vita."

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Gaia Giordani
WEB EDITOR
Copywriter e blogger della prima ora, divoro serie TV e nel tempo libero sforno muffin al cioccolato. Ho scritto da poco il mio primo romanzo. Cintura nera di karate. Ho un'insana passione per gli squali, una volta ne ho accarezzato uno. 99% digital, 1% human.