Non più solo le persone maggiorenni: in Svezia, secondo una nuova legge appena approvata, i ragazzi trans potranno chiedere la rettifica del genere sui documenti già a partire dai 16 anni con l'approvazione dei genitori. Si tratta di un provvedimento che entrerà in vigore a luglio 2025 e che mira a rendere più snella la transizione di genere a livello burocratico. Se, infatti, la Svezia finora aveva una legge simile a quella italiana con una procedura lunga e medicalizzata, presto per le giovani persone trans le cose dovrebbero diventare più semplici.

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Carl Court

«La Svezia si è finalmente dotata di una legge moderna sull’identità di genere», ha affermato Muharrem Demirok, leader del Partito di centro. Dopo la Spagna con la Ley Trans e poco prima della Germania, la Svezia si colloca tra i Paesi europei che hanno deciso di facilitare il percorso di rettifica del genere sui documenti. Quando la legge entrerà in vigore, sarà possibile modificare il proprio genere nei registri dello stato civile già a 16 anni, con il consenso dei genitori e con il parere di un medico e della Direzione nazionale per la salute e gli affari sociali. Non sarà però necessaria una diagnosi di disforia di genere. In base ai dati dell'International Lesbian and Gay Association (ILGA), 25 Stati membri delle Nazioni Unite «consentono il riconoscimento legale del genere senza requisiti proibitivi». Eppure non sono molti quelli che prevedono una modifica anagrafica senza diagnosi medica.

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I percorsi di transizione possono variare: non tutte le persone trans sentono necessariamente il bisogno di sottoporsi a un trattamento chirurgico, c'è ad esempio chi sceglie semplicemente il trattamento ormonale. In Italia è possibile richiedere la modifica dell'anagrafica al Tribunale con due modalità: assieme alla domanda di autorizzazione di intervento chirurgico di riassegnazione di oppure - sulla base di due sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale che hanno aggiunto un fondamentale tassello - anche indipendentemente dalla chirurgia. Nel nostro Paese, tuttavia, la procedura rimane lunga, farraginosa, spesso sono necessarie spese per assistenza legale e, soprattutto, varia caso per caso essendo vincolata alla prova della disforia di genere della persona e della «irreversibile immedesimazione nel genere percepito». A questo si aggiunge l'atteggiamento dell'attuale governo che, dopo l'ispezione al centro per l’incongruenza di genere Careggi di Firenze, ha dato il via a un tavolo di lavoro per valutare l’utilizzo della triptorelina, il farmaco usato per ritardare la pubertà nei percorsi di affermazione di genere. Il ministero della Salute e quello della Famiglia vogliono infatti rivedere le linee guida sul trattamento della disforia di genere nei minori e potrebbero ispirarsi al Regno Unito di Rishi Sunak, dove il Servizio Sanitario Nazionale ha da poco vietato l’uso di bloccanti della pubertà per gli adolescenti trans.