Le feste sono un periodo difficile, ma il problema della salute mentale dei più giovani è, ormai, da considerarsi strutturale. Secondo uno studio del Policlinico Gemelli di Roma e di Unicef, il 39% dei giovani italiani soffre di ansia o depressione e 1 su 7 tra i giovani tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo diagnosticato. La situazione non era buona nemmeno prima della pandemia di coronavirus quando, come fa notare il Corriere della Sera, la media dei casi di giovani arrivati in pronto soccorso per motivi legati a disagio psichico o a disturbi psicologici era di uno a settimana. Ora, però, a Milano nei grandi ospedali si è arrivati anche a 4-5 casi al giorno, a volte anche con codice giallo.

Da anni, ormai, si parla di situazione preoccupante. «I risultati del progetto», si legge nel report, «da un lato sono drammatici: il 39% della popolazione presa in carico avverte e soffre di una sintomatologia affettiva ansioso-depressiva che potrebbe sfociare in una definitiva psicopatologia». Di buono, però, c'è il fatto che «dai dati preliminari di efficacia terapeutica si evince che alcuni disordini possono cambiare traiettoria, virare verso il benessere e la promozione della salute dei nostri ragazzi, se adeguatamente riconosciuti e 'accompagnati' nella loro interezza». È importante, dunque, investire nella prevenzione e nella cura in modo da arginare il problema.

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In Lombardia, sul piano della prevenzione, da gennaio arriva in alcune scuole pilota la sperimentazione «Scuola in ascolto», che vedrà una équipe di psicologi e pedagogisti negli istituti superiori, pubblici e privati e negli istituti di Formazione Professionale cinque giorni a settimana. Il progetto nasce su iniziativa di tre assessorati, Istruzione, Welfare e Famiglia, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale, dell’Ordine Psicologi Lombardia e della Federazione delle Associazioni dei Pedagogisti. L'equipe sarà non solo a disposizione degli studenti ma anche dei docenti, del personale Ata e delle famiglie. Con la possibilità di interventi anche alle classi.

Per il momento il finanziamento è di tre milioni di euro per il prossimo triennio. «Siamo partiti con l’apertura della manifestazione di interesse per le scuole capofila. Possono concorrere anche scuole che già possiedono uno sportello psicologico, ma speriamo che aderisca anche chi finora non ha potuto attivarlo» spiega al Corriere l’assessora all’Istruzione Simona Tironi, «L’obiettivo è mitigare il peso crescente dei disturbi psicologici dei nostri studenti e prevenirli».