Anche se il termine può sembrare complesso, la traduzione italiana è alquanto semplice e riassume appieno il senso stesso della professione e che, letteralmente, potrebbe essere visualizzatore della merce.

Per comprendere meglio questa professione, è necessario fare un passo indietro e arrivare fino al 1800, nella sua seconda metà. In quell’epoca, i grandi magazzini iniziarono a riscuotere un grande successo, soprattutto negli Usa dove iniziò a farsi strada la figura del vetrinista. Si trattava di persone che mettevano in pratica delle tecniche primordiali di visual display, disponendo oggetti o capi d’abbigliamento nelle vetrine come se fossero in contesti reali.

L’impostazione creativa più famosa, che poi arrivò da Chicago fino a Londra, fu quella di Marshall Fields curata da Frank Baum. A partire dal 1909 le vetrine non furono più come prima. A partire dagli anni ‘30, poi, si decise di utilizzare ispirazioni provenienti dalla vita nelle metropoli fino ad arrivare alle pellicole cinematografiche. Dovranno passare anni di studi e pratica affinché si possa arrivare, poi, alla figura attuale del Visual Merchandiser che deve possedere un mix di competenze molto ampie.

Per rispondere alla domanda che ci siamo posti all’inizio, per diventare un visual merchandiser di base, è necessario un innato gusto estetico, arricchito da creatività e abilità manuali. Queste caratteristiche, però, spesso non bastano ed è necessario completarle con una preparazione specifica.

Seguendo corsi specifici, si potrà imparare a comprendere l’importanza di tutti i dettagli presenti su un punto vendita. Questi spaziano dalle luci ai profumi, apprendendo anche tecniche di marketing e fondamenti di psicologia del consumatore. Tra le altre competenze chiave che un vetrinista dovrebbe possedere, spiccano basi tecniche che spaziano dalla teoria del colore all’illuminotecnica. Si tratta di una sommatoria di informazioni che serviranno alla persona che andrà ad intraprendere la professione di svolgerla al meglio.

Quando si andrà ad allestire il negozio, il professionista dovrà essere in grado di attivare tutti i sensi e non solo la vista. Il visual dovrà tenere conto anche dell’analisi delle vendite nonché della pianificazione delle promozioni e delle attività commerciali. Non è escluso che debba possedere qualche competenza di grafica digitale. Ogni elemento del punto vendita dovrà essere mixato in modo sapiente e coerente con ciò che il brand è in relazione al target di riferimento. Un vero e proprio storyteller fondamentale per i punti vendita, soprattutto quelli di grandi dimensioni.

Dove lavora un visual merchandiser

Il lavoro del visual merchandiser si espleta nell’area commerciale. Egli, infatti, è colui che si occuperà dell’esposizione e dell’organizzazione della merce da vendere. I prodotti verranno esposti, secondo la sua professionalità, nei punti cruciali di passaggio della clientela (es. vetrina) per incentivarne la scelta e l’acquisto.

In generale, un visual merchandiser può lavorare in modo fisso, per una catena di negozi. In questo caso, potrebbe vedersi assegnati diversi punti vendita della stessa catena, da visitare ed allestire con cadenza periodica. Nel caso di grandi catene, spesso la creatività personale del visual viene limitata. Il professionista, infatti, potrebbe dover seguire delle direttive che provengono dall’headquarter della catena.

In alternativa, il professionista potrà lavorare come freelance oppure per delle agenzie, siano esse correlate al mondo della moda e alla vendita oppure di allestimenti in generale.

Il visual merchandiser di solito tiene un brief con il cliente a cui fa seguito una progettazione grafica di come vorrà disporre i prodotti, sulla base della planimetria e morfologia del negozio, tenendo conto di innumerevoli altri fattori. Il suo compito sarà anche quello di catalogare la merce da dover disporre. Soltanto dopo, potrà lavorare sul campo recandosi sul punto vendita o prima che esso apra o dopo la sua chiusura, in modo che sia sempre tutto in ordine quando c’è la clientela.

Quanto viene pagato un visual merchandiser

Il guadagno di un visual merchandiser varia a seconda di diversi fattori. Il primo, la tipologia di contratto a cui fanno seguito il numero di ore lavorate e la tipologia di negozio in cui si presta la propria professionalità.

Possiamo, però, provare a dare qualche esempio dicendo che, uno stagista o un visual alla prima esperienza, potrebbe guadagnare una retribuzione al mese media che oscilla tra gli 800 ed i 1200 euro in Italia. Per esempio, un visual merchandiser di una catena di negozi come Zara, può percepire uno stipendio che oscilla tra i 1200 e i 1700 euro.

Quando si raggiunge una professionalità più solida e si lavora in grandi contesti retail, il compenso può arrivare a sfiorare anche i 3000 euro mensili, iscrivendosi di fatto, tra i lavori meglio pagati del fashion retail.