Questi giovani ci tengono molto, a quanto pare, a scontentarsi. Ultimamente i giornali riportano le statistiche Tinder dei biglietti da visita dei partecipanti al gioco, e pare vada bene anzi benissimo collocarsi in una situationship.

A voler essere più precisi ancora, i trend sentimentali al momento sarebbero: sobrietà, situationship e attivismo. Una prece. Attivismo e sobrietà sono già grigio-amari di loro, non necessitano approfondimento. Pensate a Sobrietà. Si tratterà pure di cosa buona e giusta ma è talmente sport da vecchi che lasciamo perdere.

Quel che lascia come statue di sale è che "situationship" sia passata dalla parte delle parole virtuose. Dal torto alla ragione. Proprio la parte più difettosa della vita: lo stagno di mezzo tra amicizia e amore. La tagliola in cui le amiche ti avvertivano di non cadere. Quelli che ti vogliono e non ti vogliono e poi gli anni passano. Solo i tuoi.

Situationship. Usate l’italiano, l’italiano è meglio per smascherare le fesserie: situationship è il «tra noi non c’è niente, però». Prerogativa patriarcale e feroce a storico beneficio del maschio e di qualche gattamorta esperta.

Situationship racconta bene l’illusione maggiore di questi ultimi anni di amori scritti. Ci diamo ad analisi del testo frenetiche, persino un "ok" in chat riesce a generare frustrazioni perché cos’è un ok, se non un modo anaffetivo di dirti: t’accontento per toglierti di torno, non ho tempo per te, hai rotto.

C’è tutto questo nuovo protocollo di accettazione e il quadro socio-amoroso che si delinea è il seguente:

Non lo vedi mai? Va bene.

Vi scrivete e basta? Va bene.

Siete non esclusivi, nel senso che ognuno vede chi gli pare e poi chi s’è visto s’è visto? Va bene.

Ti fa stare male anche quando ti fa stare bene? Va bene.

Friends with benefit, cioè uno si piglia i benefit e l’altro resta col cerino dell’amicizia in mano? Va bene.

Soffri da solista? Può essere amore pure così. Anzi, è amore di qualità, amore sublimato. Va bene.

E tutta questa Treccani sentimentale è stata elaborata da ventenni. Ventenni che hanno perso ogni illusione? E sì, sarà ben il caso di abbandonare le illusioni se la coppia è così fragile costruzione, se è fatta di due che devono perdonarsi tutto per restare in due. Ma questa vi pare una conclusione che la giovinezza dovrebbe considerare?

Che devono insegnarti in fondo i vent’anni, i primi amori scassati? Niente di buono.

Io non finirò mai a ______________.

E invece finisci, finisci eccome. Ci finisci anche con molta convinzione.

Fossi la nuova generazione, per fortuna sono la vecchia, mi interrogherei per bene su quant’è grosso il canestro delle cose storte che voglio affannarmi a definire normali. E soprattutto: perché.