Fila 23, posto B, Havana – Malpensa. La nostalgia mi stringe un po' lo stomaco mentre torno a casa, anche se, in fondo, dopo due settimane di viaggio mi fa anche un po’ piacere dormire di nuovo nel mio letto.

Sono appena stata a Cuba e già temo lo shock culturale. Se a Milano, infatti, siamo abituati a mettere la sveglia alla sveglia, sull'isola il tempo scorre lento, non esiste frenesia, ci si gode ogni attimo e si assapora ogni centimetro di terra, ogni respiro, ogni sguardo rivolto ai paesaggi. Cuba è accoglienza e gentilezza, condivisione e gratitudine, è gioia ma anche profonda nostalgia. Sono infiniti viaggi in macchina con panorami mozzafiato che scivolano sul finestrino dell’auto. Cuba è un alternarsi di colori e profumi, è un popolo che ama la sua terra in modo viscerale. Le auto d’epoca parcheggiate una accanto all’altra come se fossero esposte per la vendita, luccicanti, decapottabili, anche loro viaggiano lentamente e si amalgamano perfettamente con quello che le circonda.

Per me, però, Cuba è anche Dona Ana che non ha le medicine per curare la febbre di sua nipote, perché le medicine sono praticamente introvabili e per poterle avere bisogna acquistarle al mercato nero, dove i prezzi sono tre volte più alti. Per me Cuba, è anche il signore che ha viaggiato con noi da Trinidad a La Havana, 4 ore di un pianto intimo e silenzioso verso l’aeroporto dove per la prima volta nella sua vita si sarebbe imbarcato su un aereo, lo stesso aereo che lo avrebbe diviso dalla sua famiglia per andare in Russia a cercare un lavoro che possa sostentarli.

Cuba è anche Dona Ana che non ha le medicine per curare la febbre di sua nipote, perché le medicine sono praticamente introvabili e per poterle avere bisogna acquistarle al mercato nero, dove i prezzi sono tre volte più alti.

I cubani, però, sono un popolo che nonostante le cose vadano male, sorridono, ti aiutano, sono lì per te come se fossero tuoi amici da sempre. Cuba è un’isola gioiosa, dove ad ogni angolo c’è una radio accesa e qualcuno che balla, dove puoi fare l’autostop senza avere paura, dove nessuno parla inglese, ma comunque si faranno capire e dove ho visto paesaggi che mi hanno lasciata senza fiato, come la Valle di Vinales, dove in sella ad un cavallo ci si addentra nella Valle del Silenzio alla scoperta dei prodotti tipici cubani, il Rum e i sigari.

Rispetto a tutti gli altri viaggi che ho fatto, Cuba è speciale perché ti permette facilmente e senza rischi di soggiornare a casa delle persone del posto, le casas particulares. Un’esperienza che arricchisce l’anima, che aiuta a conoscere davvero un popolo, le loro paure, i loro sogni e speranze.

Il mio viaggio è stato un trip on the road di dieci giorni tra le case colorate di Trinidad, il mare meraviglioso di Varadero, i campi di tabacco della Valle di Vinales e La Havana, la capitale dell’Isola. Ecco cosa abbiamo visitato:

Cosa vedere a Cuba in dieci giorni

Matanzas e Varadero

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Ashley Dent

Tra l’Avana e Varadero si trova Matanzas, una piccola cittadina affacciata su una baia con molte piacevoli spiagge, nonostante a pochissimi chilometri di distanza ci siano le famosissime spiagge di Varadero conosciute in tutto il mondo per essere tra le più belle dei Caraibi. Matanzas è un luogo dove si può trovare la Cuba autentica, i bambini che corrono e si divertono per le strade, gli anziani che giocano a scacchi fumando il sigaro e pochi turisti che gironzolano tra le vie della città.

Varadero, al contrario, è un lungomare costruito e vissuto praticamente solo da turisti, tant’è che spesso i cubani ti dicono che per loro più che Cuba, vista così, non è altro che il luogo di villeggiatura degli Stati Uniti.

Ma chi non si vorrebbe tuffare in un mare azzurro cristallino e poi sdraiarsi su una spiaggia bianca, con la sabbia così fine che non te la togli più di dosso? (E anche dalla valigia, vedrete). Varadero soddisfa tutti i tipi di turismo: può essere una meta per qualche giorno, o un soggiorno prolungato dove rilassarsi e godersi il mare.

Trinidad

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John Elk III

Trinidad rientra sicuramente nella mia top 3 del viaggio. Famosa per la sua architettura coloniale, è il villaggio delle le case colorate, piccoli locali con musica dal vivo tutte le sere dove assaggiare la Canchanchara, cocktail tipico di Trinidad, ovviamente a base Rum.

Camminare per le sue vie significa essere catapultati in un’altra epoca, e non a caso è Patrimonio dell’Umanità Unesco. La piazza principale o Plaza Mayor è sempre una tappa immancabile quando si visitano città come Trinidad. Dal suo giardino al centro si dipana la vita cittadina, con gli edifici storici più belli: la Iglesia de la Santísima Trinidad, il Museo Histórico Municipal, il Palacio Cantero. Sulla piazza si affaccia inoltre un museo interessante dal punto di vista antropologico: il Museo Romántico, nel Palacio Brunet, che con la sua collezione di oggetti illustra la vita delle ricche famiglie d’epoca coloniale.

Se vi fermate qualche giorno in più a Trinidad vi consiglio di visitare Playa Ancòn, a soli 10km da Trinidad, che ha esattamente il fascino delle spiagge cubane di Varadero, ma senza l’affollamento turistico che si può trovare da altre parti.

Valle de Vinales

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Aaron McCoy

Senza dubbio la mia tappa preferita della vacanza. Già arrivando in auto il paesaggio della valle e i suoi colori che oscillano dall’arancione al verde smeraldo ti fanno venire voglia di scoprire tutto ciò che quella terra ha da offrirti. La Valle di Vinales è stata dichiarata Riserva Naturale della Biosfera e Patrimonio Mondiale dall’UNESCO nel 1999 grazie alla particolarità delle sue formazioni rocciose, i famosi mogotes, e alle sue specie endemiche di flora e fauna.

Quando ripenso a Vinales mi viene in mente la tranquillità e la pace che si respira in questa valle, anche detta Valle del Silenzio. Da amante delle passeggiate a cavallo non ho potuto resistere all’escursione della Valle a cavallo, un’immersione nella natura tra mogotes e piantagioni di tabacco.

La Habana

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Brandon Rosenblum

La capitale dell’Isola è uno scrigno delle meraviglie tutto da scoprire. Città dal grandissimo patrimonio storico, architettonico e culturale, è il luogo in cui si sono incontrati popoli europei, africani e aborigeni all'inizio, oltre ad altre componenti etniche culturali più recenti. Il suo centro storico, dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1982, è uno dei meglio conservati di tutta l’America Latina. Una delle attrazioni principali e sicuramente meritevole di una visita è il quartiere dell’Habana Vieja, dove vi consiglio anche di soggiornare per assaporare la vita tipica delle persone del posto, le giornate che passano lente e rilassate. Qui si trovano anche gran parte dei monumenti più rappresentativi della città come la Cattedrale, Plaza de Armas, il castello del Morro, il Museo della Rivoluzione, il Museo nazionale delle belle arti, il Gran Teatro dell'Avana, il Capitolio, la Piazza della Rivoluzione e poco più avanti, il Malecón.

A L’Habana troverete moltissimi ristorantini dove mangiare tapas accompagnate dai loro cocktail tipici, il nostro preferito è stato sicuramente il Restaurante Antojos, dove ho bevuto la miglior Piña Colada della mia vita, anche il Mojito spaziale (ma per questo c'è la famosissima Bodeguita del Medio). Non può mancare una visita, con bevuta, alla Floridita, per sorseggiare un buonissimo Daiquiri che non dimenticherete facilmente. Per mangiare consigliamo anche la Imprenta, per conoscere i veri piatti cubani e rendersi conto cosa significa pasteggiare bevendo rum in un ristorante di proprietà statale (euro 4 per un pasto completo, degno di nota), all'interno di un cortile coloniale che, come suggerisce il nome, era una antica stamperia, all'ombra di immensi banani.