Buy Now. Quante volte abbiamo cliccato senza indugi il bottone di acquisto pregustando l'arrivo alla velocità della luce del nostri pezzi di stagione must-have pronti da immortalare in un ennesimo unboxing della vita? Parecchie. Ecco, dietro a quella smania che freezza ogni sinapsi ci sono risvolti strettamente legati all'inesorabile inquinamento da movimentazione merci e imballaggi monouso destinati a finire in tempo record nel cestino dei rifiuti. Per ogni borsa, vestito e jeans flared recapitati alle porte di noi fashion enthusiast viaggiano tonnellate di materiali destinati alla discarica. Non possiamo certo continuare così ancora per molto. Allora oggi facciamo un recap sui packaging sostenibili per la moda, autentici salvavita per il nostro adorato pianeta., che piano piano stanno cambiando -in meglio- le regole del gioco. Scatole, buste, veline, sacchetti in bio-plastica, tieni-forma e involucri, se scelti riciclabili oggi, domani possono fare una enorme differenza.

Secondo il Parlamento Europeo l'industria dell'imballaggio è responsabile del 40% dei rifiuti di plastica in Europa

La moda sostenibile ha obiettivi chiari da raggiungere in tempi brevi. In primis la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, un uso sempre più consapevole delle risorse naturali, nonché una strategia inclusiva dal punto di vista sociale. Progettare di avere anche il packaging green è parte di questo ambizioso e doveroso cambiamento.

Cosa si intende davvero per packaging sostenibile

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Gli imballaggi riutilizzabili rappresentano meno del 2% degli imballaggi totali dei firmatari del Fashion Pact che ad oggi vede solo un aumento dello 0,1% rispetto al 2019. Ok, è un nulla ma è già un inizio. La soluzione più utilizzata per le spedizioni fatte con e-commerce sono le buste in polietilene a bassa densità (LDPE) uniche portatrici sane di vantaggi all'argomento. Sono di sicuro una alternativa alla plastica a basso costo ma con un ciclo di vita breve visto che non sono progettate per essere riutilizzate più volte e quindi al 99% finiscono dirette nel cestino dei rifiuti. Dalla presa di coscienza dei fatti, oggi è positivo riscontrare che quasi tutti i grandi colossi di moda si stanno attrezzando per cambiare le cose. La scelta di diventare sostenibili, etici e inclusivi, tutte caratteristiche legate al prodotto, si estende anche alla fase di imballaggio: la sostituzione degli imballaggi con packaging green e riutilizzabili come la carta kraft (marrone e non raffinata bianca) certificata FSC (Forest Stewardship Council) per i sacchetti, le plastiche riciclate e le buste di spedizione plant-based, dette anche bio-plastiche, insieme ai composti da amido di mais completamente compostabili e alle alternative in poliestere ricavate dalla canna da zucchero, aprono molte strade lunghe e percorribili.

Sono 3 miliardi gli alberi che ogni anno vengono tagliati per soddisfare la richiesta di materia prima per produrre packaging

compostabile non significa biodegradabile

La confusione però è ancora tanta. Quando di descrive un materiale compostabile si intende quella sua capacità di disintegrarsi in meno di 3 mesi, mentre per biodegradabile quando il 90% si decompone in un tempo più lungo di 6. Nel caso di packaging completamente vegetali, una volta utilizzati in un ciclo di vita non superiore ai novanta giorni, possono essere gettati nei rifiuti organici. UNIQLO ad esempio sta lavorando bene in questo senso: con l'85% in meno di plastica raggiunto oggi, tra l'introduzione di shopping bag di carta kraft e in cotone da utilizzare all'infinito, prosegue nell'eliminazione dei sacchetti di plastica di protezione singola utilizzati nelle confezioni di scarpe. Senza tralasciare le buste protettive di intimo e capi sportivi, sostituendole con pack green. Il Gruppo svedese H&M si sta impegnando ad avere imballaggi 100% circolari entro il 2025, eliminare le plastiche di polystirene entro il 2023 con almeno un 25% di plastiche ottenute dal riciclo di materiali di prodotti smessi dai consumatori, le PCR, post-consumer recycled. In negozio ci sono i sacchetti in carta al prezzo di 0,10 centesimi i cui profitti sono destinati a WWF Italia per la salvaguardia della biodiversità nel nostro paese. Anche Zalando si è messo in testa di eliminare le confezioni in plastica mono-uso per le spedizioni entro il 2023 attraverso un programma di conversione alle buste riutilizzabili post-consumer recycled, colle all'amido per attaccare le etichette e polybags ottenute con il 90% di plastica riciclata.

Packaging sostenibili moda, tra imballaggi design e buste riutilizzabili

C'è ad esempio il brevetto Rollor, un progetto di packaging sostenibile nato in Olanda che permette di arrotolare in modo totalmente innovativo i capi rispetto alle soluzioni di imballaggio tradizionali.

Arriva dalla Finlandia Repack, un imballaggio resistente e riutilizzabile per e-commerce piuttosto gettonato da molti brand ed e-tailer. Pensato con la volontà di coniugare sostenibilità e design industriale, l’impatto di Repack sul pianeta è di solo 36,2 gr di Co2, paragonabile a quello di una spedizione di una lettera tramite servizio postale. Una busta Repack può essere infatti riutilizzata fino a 20 volte e servire consumatori in tutto il mondo. Ad usarlo c'è anche il brand italiano Rifò, azienda di moda etica e circolare, impegnato nella rigenerazione dei vecchi indumenti per produrre filati rigenerati con cui creare abbigliamento.

Nella rivoluzione del packaging di moda, rientra anche quello legato al mondo del beauty. Durante la scorsa Design Week 2021 abbiamo conosciuto il team di Trash2Treasure, una realtà interessante che fa recycling di scarti industriali con una predilezione per i contenitori in vetro utilizzati come pack di prodotti beauty. Negli spazi di Alcova a Milano ci hanno deliziate con Creamlight Cloud, 290 vasetti di ombretto in crema diventati, nelle mani dei designer berlinesi llot llov, piccole e calde fonti luminose.