Eccoci qui, siamo tornati con il nostro bollettino green sul climate change. Voi direte: ma proprio ora che siamo tornati dalle vacanze dobbiamo leggere di disastri naturali e pericoli per il Pianeta? La risposta è sì (sempre se non siete ormai overwhelmed dalle bad news, in tal caso meglio fare pausa per un po') perché è importante tenersi documentati, parlarne e mantenere alta l'attenzione. Quindi cominciamo: ovviamente se si parla di global warming ci sono brutte notizie.

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Innanzitutto verso la fine di agosto abbiamo saputo che, per la prima volta da quando se ne tiene traccia, è caduta della pioggia al posto della neve sul Summit, ossia il punto più alto della calotta glaciale della Groenlandia. Le notizie di questo genere sullo stato della calotta polare sono tra le più allarmanti dato che rendono evidente la gravità della situazione. Insomma, inutile dire "Eh ma questo inverno ha fatto freddo", se in Groenlandia ha iniziato a piovere. Come spiega Vice, le prime rilevazioni sono del 1950 e da allora le precipitazioni nei pressi della stazione meteo Summit Camp hanno sempre assunto la forma di neve. Questa, tra l'altro, è solo l'ultima bad news che arriva da queste zone: durante l'estate ci sono stati record di temperature e scioglimenti, tutti eventi legati al cambiamento climatico.

Tra gli effetti più devastanti del global warming ci sono poi, come ben sappiamo, i disastri ambientali. Negli ultimi mesi ci sono stati incendi devastanti, ma anche alluvioni che hanno causato morti e distrutto case e villaggi. Germania, Belgio, Cina, News York e ora Venezuela. Le piogge torrenziali si sono abbattute sul Paese colpendo oltre 35mila persone causando 20 morti e danneggiando gravemente oltre ottomila case. "La situazione è drammatica, triste, senza speranza. Perdere tutto non è facile, ma è peggio perdere i propri cari" ha commentato un giornalista di di Merida, uno degli stati più colpiti. Da un lato alluvioni, dall'altro la desertificazione che aumenta: in questi mesi la portata del fiume Eufrate si è progressivamente abbassata a causa della siccità e di minori apporti idrici legati alle dighe turche. Come spiega Repubblica, da gennaio il livello dell'acqua è sceso di quasi cinque metri e in questo modo la cosiddetta mezzaluna fertile rischia di diventare arida . Afp riporta come alla diga di Tishrin in Siria, si sono registrati livelli descritti come "allarmanti" con un calo che non si registrava dal 1999 e che potrebbe lasciare cinque milioni di persone senza acqua e corrente elettrica.

Bastano queste tre notizie dell'ultimo periodo per dirci ancora una volta che la situazione è grave e che dobbiamo continuare a spingere perché i nostri governi prendano sul serio i problemi ambientali e si impegnino concretamente per rendere l'economia più sostenibile. Certo, ci sono anche segnali positivi: sempre più aziende scelgono di puntare sul green, scienziati e ricercatori sviluppano nuove strategie e tecnologie per tutelare l'ambiente, la moda è sempre più attenta ai materiali usati (pensate che nel nuovo hub di sostenibilità inaugurato a Milano da Candiani Denim è stato da poco presentato il primo jeans 100% biodegradabile) e c'è più attenzione al consumo di carne al punto che, da questo inverno, l'Università di Berlino ha deciso che le sue 34 mense e i suoi 2 bar elimineranno tutti i piatti meat-based. Il problema è che c'è ancora molto da fare, ma non dobbiamo scoraggiarci: informiamoci, agiamo e usiamo la nostra voce per farci sentire.