Si torna a parlare di ddl Zan: la storia di questo dibattutissimo disegno di legge non è ancora finita. Il punto, infatti, è che in Italia non abbiamo ancora una legge che punisca la violenza di natura omotransfobica, misogina o legata alla disabilità nonostante esistano invece norme contro le discriminazioni per «motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Eppure a ottobre il ddl Zan, che andrebbe a colmare questo vuoto normativo, è stato affossato in Senato e sono dovuti passare sei mesi prima di tornare a parlarne. È il regolamento che vuole così: bisogna aspettare un certo periodo di tempo prima di poter riproporre una legge che non è passata. Ora, però, stiamo per entrare in una nuova fase e a dirlo è lo stesso Alessandro Zan.

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«L'ultima immagine è quella dell'applauso sgangherato e violento delle destre, da ultrà dello stadio, che ha fatto il giro del mondo, facendoci quasi vergognare di essere italiani», ha detto il deputato PD in un'intervista a Repubblica, «Ma il 27 aprile, mercoledì prossimo, scade l'embargo di sei mesi previsto a Palazzo Madama dopo la tagliola». Si può quindi riprendere da dove eravamo rimasti sperando, questa volta, di ottenere una maggioranza favorevole alla legge. Secondo Zan, ci sono delle buone possibilità perché gli equilibri oggi sono diversi, specie dopo le elezioni del Presidente della Repubblica. «Se c'è la volontà politica, nulla è impossibile. Ho visto leggi discusse e approvate in poche settimane», ha detto.

il ritorno del ddl zan verrà ripresentato in senatopinterest
NurPhoto//Getty Images
Una manifestazione a favore del Ddl Zan a Roma

«Sarà lo stesso testo», ha poi aggiunto il deputato, «perché è quello che aveva avuto il via libera alla Camera a larga maggioranza, voluto da Pd, Movimento 5 Stelle, Leu e anche da Italia Viva e da una parte di Forza Italia». Secondo i promotori della legge ci sono dei punti fermi su cui non è possibile cedere, come nel caso dell'articolo sull'identità di genere, molto contestato. «Togliere quel principio avrebbe avuto come effetto la discriminazione nei confronti delle persone transgender», ha spiegato, «Però ci sono possibilità di mediazione su altri articoli. Se c'è la volontà di portare a casa una legge, gli spazi di compromesso ci sono».