Prima Pio & Amedeo con il loro sketch su Mediaset per - boh? - rivendicare il loro diritto a insultare con parole come fr**o o "ne**o", poi il concerto del primo maggio e Fedez che, dal palco, legge a tutti le peggiori frasi dei politici leghisti contro gli omosessuali e ricorda l'importanza del ddl Zan. Infine domenica - per non farci mancare nulla - la polemica sulla Rai che ha cercato di convincere il cantante a non pronunciare il suo monologo in un contesto "senza contraddittorio". Non male per un weekend solo. "Dittatura del politicamente corretto" da un parte, "censura" dall'altra. Da un lato due uomini etero e cis che sostengono che - a furia di tutelare le minoranze? - "non si può più dire niente", dall'altro un uomo (anche lui etero e cis) che va contro i vertici Rai per dire che no, certe cose non si dovrebbero dire: non si dovrebbe istigare all'odio e alla violenza, ad esempio. E ci serve una legge. Sullo sfondo (no, purtroppo non in primo piano) le categorie marginalizzate, quelle sulla cui pelle si discute da mesi mentre il ddl Zan rimane in bilico. Siccome in tutto questo c'è da farsi scoppiare la testa, abbiamo deciso che urgeva fare il punto della situazione e ci siamo rivolte ancora una volta al nostro Pietro Turano per commentare gli ultimi fatti. Pietro, come sappiamo, oltre a essere un attore è un attivista LGBT+ nonché vicepresidente di Arcigay Roma, quindi chi meglio di lui per illuminarci? Iniziamo.

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Ostellari ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo e già stato approvato dalla Camera come il DDL Zan, può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso”. Le parole di Fedez sono esplicite e ha fatto letteralmente nomi e cognomi. Tu come hai visto questo suo discorso? Credi che si possa considerare un alleato della comunità LGBT+?

Mi è sembrato un discorso molto potente, ha reso evidente quanto a volte basti riportare e mettere in fila le parole espresse pubblicamente da certi detrattori per dimostrare la violenza feroce che viene scagliata continuamente e da più fronti verso le persone LGBT+.

"Mi sembra che Fedez si stia dimostrando un buon alleato, ma non è possibile che l'ente certificatore su certe questioni debba essere sempre un maschio etero cis"

Anche il fatto che qualcuno abbia trovato pericolosa la sua scelta di leggere quelle frasi, né sue né segrete, conferma quanto sia evidente la ferocia di quelle parole. Eppure chi le ha pronunciate non si è vergognato di farlo, no? Mi sembra che Fedez si stia dimostrando un buon alleato, perché utilizza i suoi spazi e i suoi privilegi per dare voce ad una battaglia importante in un momento importante. Il problema è piuttosto che un alleato dovrebbe essere un alleato, invece in un paese dove mancano voci direttamente LGBT+ per parlare di questioni LGBT+ va a finire che lui, un alleato, diventa anche portavoce, eroe, santo, queen, leader e questo non dovrebbe accadere. Anche questo, se vogliamo vederlo, svela che abbiamo un problema con la visibilità e credibilità delle minoranze, perché non è possibile che l'ente certificatore su certe questioni debba essere sempre un maschio etero cisgender bianco o altrimenti resta solo ''roba da froc*''.


Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente” ha spiegato Fedez nel suo discorso. Che ne pensi del suo gesto di andare avanti nonostante le pressioni ricevute? Perché oggi ci colpisce così tanto?

Ha fatto qualcosa che praticamente nessuno aveva fatto prima su palchi simili, forse solo Elio qualche decennio fa. Non è un mistero che la Rai sia politica, riguarda anche le cariche, ma non è scontato che qualcuno sveli meccanismi come quelli che ha denunciato Fedez. D'altronde questo evento, secondo me, dimostra come stia cambiando il mondo della comunicazione mediatica. Fedez si è potuto 'permettere' di farlo più di altri o altre, pur non essendo una scelta affatto scontata, perché lui stesso rappresenta una piattaforma mediatica gigantesca, indipendente, come può esserlo la Rai. Sostanzialmente i media tradizionali non sono più egemoni in questa epoca, forse hanno più bisogno loro di Fedez che il contrario. Riflettere su questo è sicuramente interessante per comprendere le dinamiche mediatiche.

"Un alleato dovrebbe essere un alleato, invece in un paese dove mancano voci direttamente LGBT+ va a finire che lui, un alleato, diventa anche portavoce, eroe, santo, queen, leader e questo non dovrebbe accadere"

Per riprendere invece il monologo di Pio e Amedeo contro il politicamente corretto: “Ci sono parole che non si possono dire in televisione e invece si dovrebbe poter dire tutto, forse è questa la soluzione”. Qual è la (grossa) differenza tra non poter dire “ne**o” o “fr***o” e la censura a un discorso come quello di Fedez?

Negro e ricchione hanno una storia difficile, di sofferenza e discriminazione, di oppressione degli uni sugli altri. Puoi fingere che non sia così solo se sei da una specifica delle due parti e non riesci minimamente a metterti in panni diversi dai tuoi, con il presupposto che tutti partano dalla tua stessa condizione di privilegio anche se questo è semplicemente irreale. Il punto non è che non puoi dire quelle parole, infatti le hanno ripetute decine di volte... ma se proprio scegli di dirle per fare un discorso così stupido e negazionista per me sei un prepotente che sfrutta la propria visibilità solo per rimarcare libertà già ovvie anziché discutere libertà meno ovvie, tipo quella di vivere una vita serena senza che qualcuno in prima serata dica quanto sia normale chiamarti ricchione anche domani mattina, di nuovo, come hanno fatto ieri e l'altro ieri. E se volevano offenderti ti fai una risata. No, non mi faccio una risata.

A proposito di risate: "La cattiveria non risiede nelle parole ma nella testa", "Se vi chiamano così ridetegli in faccia", suggeriscono per l'appunto i due comici come “soluzione” a chi si sente discriminato dall’uso di certi termini. Perché questo ragionamento non regge?

Qualora oggi dovessi mai scegliere di ridere in faccia ad uno che mi chiama frocio o ricchione sarebbe perché probabilmente ho affrontato un percorso che mi ha portato a non considerare più chi mi si rivolge in un certo modo, ma comunque sono cavoli miei e non saranno di certo due maschi etero, che mai subiranno tentativi di umiliazione per via del loro orientamento sessuale, a dovermi spiegare dove e se sbaglio quando mi offendo o infastidisco per via di altri maschi etero come loro che pensano di dettare la norma, il linguaggio e addirittura le emozioni di tutti e tutte. Altro discorso è se io scelgo di autodeterminarmi con quelle parole proprio perché non accetto più che altri pensino di offendermi in quel modo, o se lo faccio con i miei amici. Il loro discorso è insensibile e limitato.

"No, non mi faccio una risata."


Chiudiamo con il riferimento di Fedez al mondo dello spettacolo: “Caro Mario come si è esposto nel merito della Superlega con grande tempestività sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo, grazie" ha detto rivolgendosi a Draghi. Tu da attore che ne pensi? Ci sono effettivamente due pesi e due misure?

Certo, è così. In questo anno abbiamo capito che le uniche due cose davvero sacrificabili per questo paese sono la cultura e la scuola\università, quello che apparentemente non ''produce commercialmente''.

"Per diventare persone davvero migliori dovremmo pensare prima di tutto alla cultura e alla formazione dei giovani adulti"

Mai visione fu più miope: cultura e formazione producono eccome, anzi non vedo territori migliori da cui ripartire durante una crisi. Bisogna avere il coraggio di accettare la fragilità di questo momento anziché fingere che se ne possa uscire come se non fosse mai successo niente... e per diventare persone davvero migliori dovremmo pensare prima di tutto alla cultura e alla formazione dei giovani adulti.